Il club delle pecore nere di Pierpaolo Mandetta

La pecora nera è per antonomasia il “diverso”, colui o colei che non sceglie di seguire il “gregge”, al fine di coltivare e affermare le proprie convinzioni. Sicuramente, tale metodo di comportamento volge alla continua ricerca di una libertà personale appagante, ma è anche fonte di umiliazioni e sofferenza.
Nella società odierna, dove si vale solo se si è palestrati, magri, vestiti firmati e pieni di followers, a maggior ragione. Il bullismo impera ovunque, quindi la pecora nera diviene isolata, si sente inadeguata e deve essere estremamente coraggiosa.
A tal proposito, Pierpaolo Mandetta (salernitano, classe 1987) torna con un romanzo edito da Rizzoli, in cui molte sono le riflessioni che ci trovano concordi. Forse tutti noi ci siamo posti le medesime domande e siamo giunti alle stesse conclusioni, ma non sempre abbiamo trovato il coraggio di esprimerci a voce alta.

”Il club delle pecore nere” è un romanzo dalle mille sfaccettature in cui i protagonisti si pongono alla perenne ricerca della libertà e rifiutano le convenzioni, per giungere poi alla consapevolezza che semplicemente, a trent’anni, si ha paura di crescere. Ci si sente cambiare e i nostri vecchi panni vanno stretti. Da lì subentra l’inquietudine, perché non ci si riconosce più e si è spaventati, dato che non si trova una giusta collocazione nel mondo.
L’idea di far pace col passato, coi torti subiti. I modelli che vengono proposti, non sempre sbagliati. Perché se si cerca nel mucchio, qualcosa di positivo si trova. Persone che portano una corazza, ma che, a ben scavare, sono più simili a noi di quanto pensassimo.

Quando sei una pecora nera, trovare dei tuoi simili ti fa sentire finalmente normale. Ma noi non lo siamo mai stati, normali. E non possiamo fingere che la situazione torni a essere come prima. Io, Nicole e Ivan siamo cambiati e non è una colpa.

Le pecore nere, tre amici che si ritrovano a dividere lo stesso appartamento a Milano, sono Samuele, uno scrittore gay in profonda crisi; Nicole, una femminista convinta che fa la spogliarellista e Ivan, un uomo in carriera che le donne le usa e le getta. Questi tre amici trentenni, che rifuggono ogni tipo di legame o convenzione, per paura che la loro identità sia “snaturata”, sono messi a dura prova da Rocco, un ragazzino tredicenne che verrà loro temporaneamente affidato dalla madre e presenterà la vita da altre angolazioni. Perché, talvolta, sono proprio le prospettive a fare la differenza. E chi sembra insensibile e superiore a tutto, è in realtà solo spaventato e intimamente brama ad una pausa. A un cambiamento.
La scrittura di Pierpaolo Mandetta è appassionante. Una volta iniziato il libro, difficilmente lo si potrà lasciare. Poco meno di quattrocento pagine che si leggono in un soffio, che fanno ridere e piangere, poiché parlano dei drammi veri della vita. In una società in cui tutto resta in superficie, benvenute siano quindi le pecore nere!