Il defunto signor Gallet
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
“E la caratteristica di quel caso non era forse la mediocrità?” (Pag. 32)
Il 27 giugno del 1930 il re di Spagna visita Parigi. È un caldo afoso, poliziotti e ufficiali sono tutti impegnati nel servizio di sicurezza. Contemporaneamente è stato ritrovato un morto in una stanza d’albergo in un paesino fuori Parigi. È un caso insignificante e il Commissario Maigret, l’unico a poter rispondere alla richiesta, accetta controvoglia e indispettito. Sono questi due elementi – spazio e tempo – a caratterizzare un altro racconto di Georges Simenon: Il defunto signor Gallet (Adelphi, Milano, marzo 2012).
È un caso strano, anomalo, insipido e Maigret è coinvolto controvoglia. I temi sono diversi come il ritorno dei monarchici francesi; tipici come la borghesia squallida (“… borghesuccia sgradevole e pretenziosa …” (Pag. 108) e con un ricordo storico degli avvenimenti francesi in Indocina. Non basta, il Commissario affronta personaggi stucchevoli, falsi, bugiardi, traditori, ricattatori, snob, doppiogiochisti, una tale poltiglia umana da fargli scattare ripetutamente la sua irascibilità. Egli appare annoiato, accaldato, scontroso, scorbutico (quando non trova il filo dell’indagine) e addirittura religioso, imbarazzato e perfino guardone: “… mentre lo sguardo del commissario scorreva sulle sue gambe …” (Pag. 73.)
Anche questo racconto è caratterizzato dall’emotività meteorologica. Ogni fase, ogni momento ha la propria condizione climatica. Il Commissario accusa notevolmente la canicola della città, lo infastidisce l’atmosfera viscosa, cocente. Quando il caso sembra insolubile, il caldo predomina:
“… sull’asfalto appiccicoso del marciapiede …” (Pag. 12)
“ … in un’atmosfera sempre più soffocante …” (Pag. 17).
In seguito c’è la sensazione di aver compiuto dei progressi, di aver compreso dei segreti, allora le condizioni cambiano, rimane l’afa ma qualche temporale arriva, però distante:
“Il caldo era sempre canicolare. Ogni mattina i giornali facevano il resoconto dei danni provocati dai temporali … ma … nei dintorni da almeno tre settimane non cadeva una sola goccia d’acqua.” (Pag. 90)
“L’atmosfera era grigia, il tempo afoso.” (Pag. 103)
“Il cielo era coperto, uno strato di nuvole di un grigio uniforme preannunciava un temporale …” (Pag. 125)
L’ultimo stadio, quando cresce la tensione per il finale sconcertante e disgustoso, il cielo arroventato è spezzato da un tuono forte e lontano, ma senza pioggia:
“In lontananza si sentì il rombo del tuono, ma non cadde una sola goccia d’acqua.” (Pag. 131).
Sono le metaforiche fasi dell’indagine, raccontate da Georges Simenon con la sua predilezione meteo. È un libro degli anni trenta dello scorso secolo ed è divertente paragonarlo con le indagini dei nostri giorni. Alle moderne e fantascientifiche tecnologie dei RIS di Parma, Maigret risponde mandando telegrammi, prendendo impronte digitali, inviando un banditore per le strade del paese promettendo una ricompensa per chi fornisce indizi. Mentre le analisi e gli esami dei RIS servono più a complicare che a semplificare, Maigret usa la sua capacità interpretativa delle persone, il suo fiuto, il suo valore di giustizia. Una frase sembra rappresentativa:
“Quando tutti gli indizi concreti concorrono a imbrogliare le cose invece di semplificarle, vuol dire che non funzionano.” (Pag. 141)
Se i cani molecolari, il DNA, le tracce organiche, le impronte papillari ecc. più che aiutare contribuiscono a ingarbugliare la spiegazione, allora bisogna riprendere a capire, a conoscere, a indagare umanamente, solo così i casi di omicidio sarebbero più chiari e definiti:
“Noti bene che ci limitiamo a cercare il senso di certi indizi, o meglio che tentiamo di scoprire le connessioni fra indizi contraddittori…” (Pag. 130)
Non sarà la legge a vincere, ma la giustizia del Commissario Maigret, insegnandoci che legge e giustizia spesso non coincidono:
“La pace, perdinci! Ecco che cosa aspettava!” (Pag. 157)
I Maigret: Pietr il Lettone-Il cavallante della «Providence»-Il defunto signor Gallet-L'impiccato di Saint-Pholien-Una testa in gioco (Vol. 1)
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a me che non è mai piaciuto Simenon e Maigret, ora ci vado matto. Bella.