Il fuoco di Jeanne
- Autore: Marta Morazzoni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2014
Santa o eretica? Nata a Domrémy o a Parigi? Morta sul rogo nel 1431 o nel suo letto nel 1450? Chi era davvero Giovanna d’Arco, salita agli onori degli altari nel 1920 e meglio conosciuta come “la pulzella d’Orléans”?
Con “Il fuoco di Jeanne” (Guanda, 2014), Marta Morazzoni, insegnante di lettere e conosciuta scrittrice, ripercorre l’itinerario toccato dalla stessa giovane per ricercare di lei notizie, conscia comunque di non poter trovare, in un passato così remoto, la certezza. Questo non è perciò un romanzo, come precisa l’autrice, bensì la cronistoria di un viaggio nel tempo e nello spazio alla ricerca di un personaggio quasi leggendario. L’opera si fa analisi accurata attraverso le poche fonti scritte, le epigrafi, i luoghi, i quadri di quel tempo.
Ci sono ipotesi differenti dalla storia conosciuta. Jeanne forse non era una semplice contadina, ma la sorellastra di Carlo di Valois re di Francia, sottratta alla corte alla nascita e affidata a Jacques d’Arc e a sua moglie. Di lei sappiamo, a livello storico, che lottò perché alla Francia fosse riunita parte del territorio in mano inglese, risollevando così le sorti della propria nazione durante la guerra dei cent’anni. Catturata poi a Compiègne, Jeanne, in mano degli inglesi, fu sottoposta a un processo per eresia al termine del quale fu condannata al rogo.
Tornando alla ricerca di Marta Morazzoni, si va da Domrémy, dove la storia dice Jeanne sia nata la mattina del 6 gennaio 1412, per passare a Beaucency, Patey, Compiègne, Orléans, città liberata dall’assedio e infine Rouen, luogo in cui la pulzella fu arsa viva. Cosa lega Jeanne al re di Francia? La stessa madre oppure la stessa fede nel proprio Paese? Difficile dirlo. Certo, i due personaggi risultano assai differenti ed è arduo immaginarli fratelli. Il re è piuttosto timoroso degli eventi e fisicamente gracile, Jeanne mostra una corporatura, un’espressione e un carattere forti così come lo è la sua parlata, quasi tedesca, tipica del luogo in cui è cresciuta. L’incontro fra i due avviene a Chinon dove la giovane raggiunge il re dopo lunghe marce forzate sorretta da grande energia che è un misto di fede e di robustezza fisica. Ecco le battaglie, ecco Orléans e poi la cattura.
Sorge un altro dubbio: quello sulla fine di Jeanne. Di sicuro si sa che fu processata, anche se stranamente non torturata. Qual è la versione della sua fine? Fu lei ad essere arsa viva o un’altra al suo posto, col volto celato da un cappuccio nero? Jeanne sopravvisse, sposò poi Robert d’Armoise e terminò la sua vita accanto a lui? Potrebbe essere, in quanto sorellastra del re, ma non ci sono prove tangibili. Le testimonianze, soprattutto quelle scritte, si sono dissolte con il tempo. Quel che ci lascia la storia sono solo alcuni documenti e antichi dipinti che rendono l’Arte interprete dei fatti.
Questo viaggio dell’autrice è un percorso personale di cui lei ci fa partecipi narrandoci dei luoghi, delle atmosfere del Nord della Francia che si mescolano con storia e leggenda. Il suo libro indaga, racconta, non giudica e, comunque, ci ripresenta un personaggio discusso ma affascinante che senza dubbio ha avuto un ruolo rilevante nella storia della Francia.
Il fuoco di Jeanne
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