Il grande salto
- Autore: Mahi Binebine
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2016
“Il grande salto” (titolo originale Les étoiles de Sidi Moumen, traduzione di Manuela Maddamma, Rizzoli, 2016), opera dello scrittore originario di Marrakech Mahi Binebine, è ispirato a un fatto realmente accaduto, gli attentati di Casablanca del 16 maggio 2003 a opera di kamikaze islamisti, dove persero la vita 41 persone.
La storia è raccontata in prima persona dal protagonista, Yashin, con la particolarità che mentre racconta è già morto, descrivendosi come
“un’entità che, per adottare la lingua di laggiù, chiamerò coscienza, cioè il calmo risultato di una miriade di pensieri lucidi. Non quelli, oscuri e miseri, che hanno costellato la mia breve esistenza, ma pensieri dalle sfaccettature infinite, iridati, a volte accecanti”.
Grazie alle parole del protagonista è possibile fare un salto in un mondo a noi lontano, quello della bidonville di Casablanca, Sidi Moumen, dove sfilano e si intrecciano le sfortunate vite di sei ragazzini: Yashin, ragazzo sensibile e intelligente, il fratello Hamid, leader temuto e rispettato, Nabil, ragazzo bellissimo e delicato segretamente desiderato da tutti, Fouad, il figlio del muezzin, Khalil, il figlio di un cocchiere caduto in disgrazia, e Azzi, il figlio del carbonaio.
La vita all’interno della bidonville è descritta attraverso il racconto delle vicende di questi sei ragazzi ed è costellata da una violenza e da una povertà inaudite, da duro lavoro nonostante la giovane età, da morte, solitudine e droga; tuttavia in questo mare di infelicità, Yashin e i suoi compagni riescono a ritagliarsi briciole di felicità, grazie all’amicizia che li rafforza e li rende una famiglia, ma soprattutto grazie al calcio. Sono infatti tutti membri di una squadra, Le Stelle di Sidi Moumen, che ogni settimana sfida le altre bidonville; non si tratta però semplicemente di un gioco, ma è un modo per evadere, per sfogare la rabbia e la disperazione, e gioire delle vittorie insieme.
Questo precario equilibrio viene infranto da un fatale incontro, quello di Hamid con Abou Zoubeir, leader fondamentalista, che
“conosceva le parole giuste, parole ghiotte che si fissavano nella memoria e, dispiegandosi in essa, fagocitavano i detriti che la intasavano”.
Sfruttando Hamid come tramite, riesce ad attirare a sé uno ad uno i sei ragazzi, offrendo loro un lavoro, un posto dove stare, soldi, cibo, disciplina, riscatto sociale, fede, ma soprattutto promettendo “il passaporto per il Paradiso”, sacrificando le loro vite per uccidere gli infedeli. I ragazzi si rendono però conto di questo “salto” verso il suicidio soltanto alla fine, quando ormai non è più possibile tornare indietro e non saltare.
“Avevo tirato mio malgrado perché l’astuzia di Satana aveva quasi funzionato nonostante le mie preghiere”.
Il grande salto
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