Il nazista che visse due volte. Caccia all’uomo che liberò Mussolini
- Autore: Andrea Frediani
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2022
È di questi giorni la notizia che in Germania siano state arrestate una ventina di persone che preparavano un colpo di stato per riproporre il Reich hitleriano. Risulta quindi di particolare attualità il romanzo storico di Andrea Frediani, appena uscito per Newton Compton, Il nazista che visse due volte. Caccia all’uomo che liberò Mussolini, che ha come sottotitolo l’argomento che nel libro viene estesamente raccontato, la caccia all’uomo, Otto Skorzeny, che divenne famoso per aver liberato in modo rocambolesco Benito Mussolini dopo che era stato condotto sul Gran Sasso, in seguito alla sua destituzione e successivo arresto la notte del 25 luglio 1943.
Il duce era infatti stato trasferito in Germania, ospite dell’amico Adolf Hitler, che non aveva voluto abbandonarlo.
Il libro di Frediani, nelle sue oltre trecento pagine fitte di avvenimenti e di rimandi storici, racconta le storie di due personaggi di fantasia, Eleuterio Rea e Ada, le cui vicende private si intrecciano con i tragici avvenimenti della grande storia nella quale si trovarono coinvolti uscendone a stento, dopo aver rischiato la vita in una serie di eventi sempre più complessi che furono costretti ad affrontare.
Eleuterio/Terio è uno studente di lettere di Cassino. Suo fratello Alfredo muore annegato e lui si sente responsabile di quella morte assurda, decide quindi di arruolarsi per espiare.
Ada invece è figlia di una donna abbandonata dal padre: lui era il giovane militare austriaco Otto Skorzeny.
Dopa un’infanzia orribile trascorsa in un collegio per orfane, la madre nel frattempo è morta, Ada decide che la sua vita avrà un unico scopo: quello di vendicare l’atroce destino di sua madre. La vendetta è da compiersi uccidendo Skorzeny, che nel frattempo è divenuto uno degli uomini più importanti del Reich, vicino allo stesso Fuhrer dopo la fortunata impresa della liberazione di Mussolini al Gran Sasso.
Terio si innamora perdutamente di Ada, lei vuole servirsi dell’amore e della devozione assoluta di lui per attuare il suo progetto di vendetta, che diventa nella testa della donna una vera e propria ossessione. Frediani ci accompagna nell’inferno della storia europea durante gli anni conclusivi del secondo conflitto, mettendo i suoi personaggi al centro di una vicenda di spionaggio, di doppio e triplo gioco, dove non si sa più quali siano i confini del bene e del male. Terio, che come infiltrato riesce a introdursi presso l’élite nazista, accolto con una sorta di affetto dallo stesso Skorzeny, vedrà da vicino gli orrori di cui i nazisti si erano macchiati, visionerà senza ombra di dubbio le realtà delle camere a gas, delle uccisioni di massa nell’Europa dell’est occupata dalle truppe hitleriane, non potrà chiudere gli occhi di fronte a quanto poi, alla fine della guerra, si cercherà di negare e occultare. La vicenda privata della strana coppia Terio/Ada si intreccia in quella della Storia che, anche nel dopoguerra e fino ai nostri giorni continuerà a turbare le coscienze di chi crede nella democrazia, nella giustizia, nel confine certo tra bene e male.
I nazisti che avevano trovato rifugio in Sud America, inseguiti dal Mossad e da Wiesenthal, vivono qui nel romanzo di Andrea Frediani un’altra parte di storia non raccontata, e dunque interessante e coinvolgente anche a livello emozionale. C’è molta invenzione nel libro, ma c’è anche molta realtà storica, ben documentata, che è bene non dimenticare mai, continuando a vigilare sulle conquiste democratiche ottenute dopo stragi e sofferenze inenarrabili.
Il personaggio di Ada De Angelis, la sua furia quasi folle, la sua ansia di vendetta scaturiscono certamente dalla sua storia personale, ben ricostruita nel libro; tuttavia è particolarmente interessante l’analisi della vita e dell’atmosfera che ragazzine come lei, orfane o abbandonate, furono costrette a subire nel cosiddetto collegio, in questo caso una struttura nei pressi di Roma, il Vittorio Emanuele III di Ostia, che fu in realtà un vero e proprio lager, in cui sevizie, umiliazioni, privazione della dignità da parte delle suore cattoliche, costrinsero molte di quelle giovani donne alla follia.
C’è anche un’interessante parte autobiografica nel libro, che l’autore chiarisce nella postfazione, che dà un’esauriente chiave di lettura dell’intera narrazione. Partigiani, nazisti, ufficiali della Wermacht, traditori, collaborazionisti, martiri, americani, inglesi, argentini, comunisti, fascisti, ebrei, vittime e carnefici, tutti sono rappresentati in questo vasto affresco di Andrea Frediani, che, partendo dalla Vienna del 1928, ci accompagna fino all’oggi, con nuove guerre che inaspettatamente ci minacciano da vicino.
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