Il nuovo conformismo di Frank Furedi

Troppa psicologia nella vita quotidiana

Secondo Furedi, attualmente professore di sociologia all’Università del Kent, la cultura contemporanea attribuisce un ruolo eccessivo alle emozioni e alla loro espressione.

In una società in cui sono venuti meno le tradizionali norme condivise e in cui il soggetto non si riconosce più nelle ideologie politiche o nella religione, l’identità personale viene ricostruita sulla base delle emozioni (o, meglio, della loro privazione).
Il cittadino viene considerato come un paziente e spesso è lui stesso a richiedere questo status, come se la fragilità psichica gli garantisse forme di appartenenza che i rapporti informali (famiglia, partner, colleghi di lavoro...) non gli forniscono più. Gli eroi non sono più persone forti che si dedicano al bene comune, ma persone consapevoli delle proprie fragilità e che le ammettono in pubblico (e spesso la mancata ammissione in pubblico è causa di riprovazione sociale).

La psicologia non è solo business: all’aumento del numero di professionisti e al loro impiego per il supporto ai soggetti più disparati (studenti, disoccupati, vittime di stupri e di inquinamenti ambientali, perfino neonati...) corrisponde un’aumentata richiesta di intervento. La definizione di malattia si applica a sempre nuove categorie, tanto che il concetto di trauma, pur caratterizzato da confini molto fluidi (non può essere altrimenti, visto che sono in gioco le emozioni), è sempre più spesso accettato come causa di risarcimenti milionari.
Il problema di questa medicalizzazione/psicologizzazione è che lo scopo non è la guarigione, ma l’accettazione dello stato di fragilità e la nascita di nuove dipendenze nei confronti delle figure professionali: il tutto a discapito dell’autonomia e dei rapporti interpersonali.
Anche se il saggio si ripete in alcuni contenuti, l’abbondanza di esempi, tratti soprattutto dal sistema statunitense e anglosassone, dimostra che

la terapia, come la cultura più vasta di cui fa parte, insegna a stare al proprio posto.