Il passo della mezza luna
- Autore: David Bosc
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: L’orma editore
- Anno di pubblicazione: 2024
Il passo della mezza luna (L’orma, 2024, traduzione di Sara Artaria, Sara Cericola, Chiara Licata, Davide Locati, Chiara Vannini, curata da Maurizia Balmelli), quinto romanzo del francese David Bosc, tra gli scrittori contemporanei il più celebrato negli ultimi anni, è una lettura che si sposta su più piani letterari, rimanda ad altre storie ed è un libro che incanta.
David Bosc, cresciuto in Provenza, lavora da anni per la casa editrice N“oir sur Blanc”: ha tradotto Jonathan Swift e Dino Campana. È autore di romanzi e raccolte di racconti con cui ha vinto diversi premi letterari.
Il passo della mezza luna ha una trama fuori da ogni tempo, tra lo splendore della città di Marsiglia e la storia millenaria del Giappone, con i suoi personaggi che raccontano di utopie, di intimità, di attese e di riflessioni.
Una lettura che lascia meravigliati per la delicatezza, la sensibilità e la profondità dei temi trattati. David Bosc ha soggiornato per alcuni mesi in Giappone per una collaborazione dell’Istituto Francese; ha così avuto modo di approfondire storia e costumi del Paese e di essere profondamente ispirato dalla poesia, dalle letture giapponesi, dal cinema di Mizoguchi e Kurosawa.
Nella città portuale immaginaria di Mahashima, tra edifici le cui rovine svettano nel cielo, molto tempo dopo un conflitto, Shakudo e Ryoshu vivono felici.
Bella era stata la stagione vissuta con Shakudo e gli altri abitanti della vecchia capitale. Nonostante ogni giorno arrivasse gente nuova dalle montagne del nord, la città era ancora troppo grande, più case di quante ne servissero.
Ogni strada è un mondo, ormai, non esiste più un centro vero e proprio.
Come il quartiere degli artigiani sulla riva della città bassa:
Un mondo da sempre ebbro di una forma collettiva e gioiosa di amor proprio.
Ryoshu e Shakudo in questo loro tempo di “fine mondo,” apocalittico, conducevano una vita semplice: insieme lavoravano ad assembrare, piegare e cucire i libri per bambini. Lei aveva sempre gesti armoniosi nel creare un libro; lui chiuso nel suo studio, “il classico cantuccio di un normale letterato”, amava leggere di poeti pellegrini:
Sono un argine tranquillo al passare del tempo senza nostalgia né fretta del domani.
Alla vista di Shakudo seduta in terrazza, sentì il desiderio e la voglia di rivedere i luoghi e i lembi di terra della sua infanzia:
Bugiarda al pari di tutte le altre, aveva creato per me soltanto l’immagine di una felicità possibile.
La nostalgia era ingiusta come tutto ciò che si impadronisce con violenza del cuore degli umani.
Sono uscito per una notte di luna nei paesaggi della mia infanzia.
Inizierà il suo lungo cammino immaginario, dal rivedere il viso del padre raggiante quando lui era bambino con i suoi occhi che si velarono di lacrime; l’infanzia a Samena, il ricordo di un cortile, gli anni felici in una città felice.
Quando, cedendo dall’amarezza, un uomo distrugge i propri ricordi felici, quando li calpesta con la verità, la ragione, il reale per ridurli in polvere, non sarà l’unico a patirne.
Si può immaginare, si chiederà, il mondo come un ammasso di rovine: osservare l’umanità con le sue guerre, catastrofi, epidemie come se non avessero insegnato nulla? E il pensiero del nostro narratore ritornerà a quando Shakudo aveva dovuto lasciare il suo paese di neve e foreste.
Al tempo dei disordini il popolo aveva perso la calma, i problemi individuali erano scomparsi, le difficoltà di ciascuno divennero il problema di tutti.
I raccolti dei contadini erano stati devastati, e la catastrofe aveva fatto allontanare dalla città il potere politico ed economico, lasciando la popolazione esposta alla fame, ai saccheggi.
Che cosa era cambiato quando ci è parso che tutto fosse cambiato?
Dopo aver demolito mura e distrutto idoli uomini e donne si misero a sgomberare le strade, e a spartire i viveri; bastarono pochi mesi di buona volontà per raggiungere un nuovo equilibrio.
La sensazione di essere stati abbandonati era stata una umiliazione terribile, ma bisognava allontanare la disperazione. Bisognava amare quello che si aveva, perché nel mondo la sofferenza c’era sempre stata, con la guerra e il suo peggio, la carestia.
Nessuna delle stagioni sarebbe durata troppo se si cominciava a sorridere, a essere felici con poco. Era anche arrivato il tempo che il denaro non fosse più sovrano, e nei vicoli della città “la povertà felice” proteggeva le persone.
A Mahashima, tra le sue rovine, c’era meno gente ma sembrava essere una città vivace; non esisteva più alcun titolo di proprietà, una casa era di chi la abitava e di chi non la lasciasse cadere a pezzi.
Un mondo insolito dove la vita aveva vinto. E nel suo viaggio Ryoshu incontrerà Akamatsu, dall’aspetto di un eremita, amante come lui della libertà, dell’altrui più che della propria, al quale lo legherà un profondo legame di affetto. Era un grande lettore che possedeva alcuni libri indispensabili che conosceva a memoria e che lo avevano aiutano a vivere. Amava raccontare, con il volto pieno di lacrime, della donna che aveva perso, Tanabata, e sebbene avesse il cuore spezzato, si alternava tra la sua solitudine e lo stare insieme agli altri.
E tante saranno ancora le strade che il lettore percorrerà insieme al narratore nel suo cammino verso i luoghi della sua infanzia; dal passato al futuro, fino a giungere al passo della mezza luna, una roccia di pietra che costeggiava il mare, un paesaggio di infinita bellezza con il rumore del vento come fosse qualcosa di spezzato, lacerato.
Un grande libro è Il passo della mezza luna, straordinario nel racconto di un mondo utopico, ricostruito dalla volontà degli uomini dopo che il potere aveva fallito: un mondo senza violenza dopo aver vissuto di violenza, amorevole e solidale.
Il passo della Mezza Luna
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il passo della mezza luna
Lascia il tuo commento