Il patrizio e la cortigiana
- Autore: Antonella Favaro
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Nel 1556, le gondole hanno ancora colori sgargianti a Venezia. Ogni famiglia nobile rivaleggia con le altre a chi ostenta più lusso, tende costose, broccati intessuti d’oro. Il Magistrato delle Pompe ha proibito di sperperare fortune patrizie in queste esibizioni di ricchezza, ma tarderà ancora sei anni il disposto del Senato della Repubblica di dipingere tutti i battelli di nero, colore uniforme e plebeo. Il diciannovenne Zuanbattista scende dalla gondola rosso oro dei Bernardo: il giovane veneziano è lo Yang e Veronica Franco lo Yin del romanzo di Antonella Favaro Il patrizio e la cortigiana. Una battaglia tra l’amore e l’onore nella Venezia rinascimentale. Proposto dalle Edizioni Gaspari a fine estate 2021 (356 pagine), è tra i pochi ma validi testi di narrativa pubblicati dalla casa editrice di Udine, specializzata in saggistica storica, in particolare della Grande Guerra.
Udinese anche l’autrice. Insegna storia dell’arte, attenta da sempre alle vicende delle antiche famiglie venete e della Repubblica di San Marco, nei 1100 anni di vita, dal 1697 all’arrivo di Napoleone nel 1797. Per Gaspari ha già pubblicato un saggio sull’Otello di Shakespeare nel 2016 e nel 2019 il romanzo I cavalieri di Venezia.
Chi ha curato l’editing informa i lettori che il romanzo è ispirato da una storia vera, scoperta dall’autrice dagli Archivi e trasformata in un affresco della Venezia rinascimentale. Rimanda a quell’epoca anche il dipinto in copertina, un particolare della figura femminile principale dell’olio su tela Susanna e i Vecchioni, capolavoro del Tintoretto coevo rispetto alle vicende raccontate. Il Robusti, peraltro, con Paolo Veronese e il Palladio, citati nel romanzo, ha frequentato Veronica Franco, una delle onorate cortigiane della città, la più cercata del “Catalogo delle principali et più honorate di Venezia”, avendo dato ospitalità e servito il re di Francia Enrico di Valois, in occasione del soggiorno del sovrano nel 1574.
Oggi cortigiana è sinonimo di prostituta ma nella storia è lontano dal mestiere più antico del mondo. Non erano donne di strada e semplici mercenarie del sesso, ma quello che in Giappone sono le geishe, colte e raffinate intrattenitrici, educate al canto e alla poesia, cultrici dell’eros. Gli aristocratici facevano a gara per garantirsi il privilegio della frequentazione.
Affascinante, seducente, esperta di lettere e di arti: ecco la Franco e qui dobbiamo smentire quanto affermato in precedenza sullo Yin e lo Yang in questa storia. Dobbiamo capovolgerlo, perché l’elemento dinamico, attivo, propositivo, lo Yang maschile è in effetti l’irresistibile, affascinante, volitiva Veronica, mentre il soggetto calmo, riflessivo, passivo, lo Yin femminile, è il nobile Zuanbattista dei Bernardo di San Polo. Lo conosciamo nel 1556, dedito agli studi, con tanti buoni propositi in vista del futuro ingresso nel Maggior Consiglio della Serenissima, che di norma può avvenire solo al compimento dei 25 anni. Il ragazzo, ventenne, non ha nemmeno la barbetta poco folta che si affretterà a lasciar crescere per darsi un tono da adulto, una volta apprese le decisioni dello zio e capofamiglia Girolamo sul suo conto di orfano di padre.
Versando cento ducati nelle casse dello Stato, si può derogare al minimo d’età. È quello che farà la famiglia Bernardo, per assicurarsi un seggio nel l’Assembra dei patrizi in Palazzo Ducale, che ha funzioni legislative, elegge il Doge e lo assiste. Sier Girolamo fa presente al nipote che la somma sarà ampiamente compensata dalla maggior dote che Alvise Badoer è disposto a riconoscere a una delle sue figliole, che risulta incinta.
Un accordo di qualche decennio prima prevede l’unione matrimoniale tra un Bernardo e una Badoer. Lo zio chiede a Zuan se pur non essendo responsabile della gravidanza è disposto a un matrimonio riparatore e il ragazzo accetta, ispirato dal buon senso e l’equilibrio ereditati dal nonno, più che infiammato dall’impulsività del padre defunto (che si era tenuto lontano dal figlio).
Così, l’erede dei Bernardo sposa la graziosa Cristina di Ca’ Badoer, messa incinta da uno svelto garzone di farmacia, nel convento in cui si andava formando come patrizia veneziana e futura sposa.
Per fare esperienza sulle cose di letto, Zuan si reca da una rispettata cortigiana, Paola Franco, come hanno suggerito le zie, assicurandogli che sa di lettere, conosce l’arte e la musica, è diversa come l’alba dal tramonto da una donna di mestiere. Nell’abitazione il giovane incrocia una dolcissima giovinetta. Al massimo tredicenne, è straordinariamente bella, ha la pelle candida, gli occhi verdi quasi ferini, lo sguardo intelligente, lunghi capelli rossicci, mani delicate, con dita sottili sui tasti della spinetta che sta suonando melodiosamente. Indossa un abito azzurro che le dona un che di angelico e una grazia che la rende più adulta.
Nel sopraggiungere, Paola invita la figlia a rientrare in camera, per esercitarsi al liuto. La madre è determinata a fare di quella bellissima fanciulla una onorata cortigiana, alla quale la legge impone il matrimonio. In tre o quattro anni sarà pronta per lo sposo, che la genitrice provvederà a scegliere.
Con le vicende della Serenissima sullo sfondo e grandi artisti in campo, questo è il romanzo di formazione della splendida Veronica Franco e del suo amore non banale, non comune, con il patrizio Zuan.
Il patrizio e la cortigiana
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