Il perché di tutto sommato
- Autore: Quim Monzò
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: Marcos y Marcos
Il perché di tutto sommato contiene trenta racconti in circa 170 pagine di piccolo formato, nella collana minimarcos. Le storie fulminanti, i flash, le epifanie che lo scrittore catalano ci regala in questo volumetto sono storie d’amore, di odio, di gelosia, di follia, ambientate e raccontate in modo iperrealistico o talvolta in forma di favola. Difficile parlare di tutti i testi, difficile ricordarli nei dettagli, sempre arguti e pieni di humour.
I personaggi ritratti, uomini e donne, sono i più disparati e provengono dai più diversi ambienti.
Ecco l’infermiera dell’esordio, che ha un appuntamento galante e si accorge a fine turno di lavoro che un paziente è morto: disdetta, per le procedure relative ad un improvviso decesso dovrà perdere parecchio tempo e il suo appuntamento salterà. Si arrovella pensando a chi può sostituirla per non perdere un’occasione che le sembra imperdibile. Arriva a darle il cambio un giovane medico, con il quale subito partono sguardi ammiccanti; la caposala si allontana, chiama un taxi, ma poi ci ripensa, non raggiunge il fidanzato dell’amica con cui aveva appuntamento e pensa a quando il giovane medico le farà proposte sessuali. Enorme disinvoltura, grande libertà, ricerca spasmodica di compagnia, raccontate in poche righe efficacissime.
Poi tante storie di gelosia, di possesso, di ossessione amorosa, di scambi di coppie, di patologie.
In “Pigmalione” ad esempio, un artista trova una ragazza bella e ingenua, inesperta ma disponibile e ne fa la sua modella, le insegna ogni forma di raffinato erotismo, le fa e si fa fare le pratiche amorose più insolite, disposta a tutto, lei, pur di compiacerne le perversioni... ma al colmo della passione e della gelosia, della rabbia e del narcisismo, la scaccia congedandola con l’epiteto che lei aveva accettato dalla sua bocca: puttana.
Alcuni degli ultimi racconti sono trasposizioni ironiche di celebri fiabe classiche: la principessa celata in un rospo, che il bellissimo principe in aderenti leggins azzurri risveglia con un bacio molto forzato. Il rospo è schifoso, ma subito dopo i due si accorgono di aver ben poco da dirsi; la bella addormentata nel bosco, che il principe risveglia con il solito bacio, salvo accorgersi che poco più in là giace addormentata un’altra bella in attesa di bacio risvegliante.
Ironico il racconto della bella Cenerentola, scarpetta numero 36, che si accorge che il bellissimo principe consorte si diverte, in cima al castello, con due anonime stese con lui sul letto, di cui si percepiscono i numero di scarpa: 40 e 41 (forse le perfide sorellastre??).
Per concludere la raccolta non può mancare “Il racconto”: l’incubo di ogni scrittore, quello di comporre una storia quasi perfetta, in questo caso un racconto, a cui manca, per raggiungere la vera perfezione, solo il titolo. Lo scrittore ne prova molti, ma nessuno lo soddisfa, forse potrebbe lasciare il titolo in bianco, ma no, non va, troppo banale. Dopo molte ore di ricerca affannosa del titolo giusto, si arrende e il più riuscito dei suoi racconti finisce strappato in mille pezzi….
Quim Monzò ci mostra in questi racconti una padronanza del linguaggio che, unito a una grande capacità creativa di personaggi e situazioni sempre paradossali, rende le sue pagine irresistibili.
In un labirinto di luoghi, situazioni, imprevisti, rimozioni, scoperte, incertezze, ritroviamo i vizi e le incongruenze, le manie e le insicurezze, spesso celate, che caratterizzano la vita di tutti noi, che non credevamo di avere e che invece lo scrittore smaschera con intelligenza e insolito sarcasmo.
Il perché di tutto sommato
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