Il primo inverno. La piccola era glaciale e l’inizio della modernità europea (1570-1700)
- Autore: Philipp Blom
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2018
La modernità può nascere (o anche morire) per un cambiamento climatico. È questa l’originale tesi di Philip Blom, storico e giornalista, che si legge nel libro "Il primo inverno. La piccola era glaciale e l’inizio della modernità europea (1570-1700)" edito da Marsilio.
Dopo tre secoli di clima costante, dal 1350 al 1600, verso la fine del Cinquecento si ha un forte raffreddamento del clima, con conseguente ritorno ai tempi della peste nera, anche se non fu un ritorno al Medioevo.
Il Seicento fu un secolo di transizione verso la piena modernità, la storia da europea divenne mondiale. Una società statica si trasformò in dinamica, l’uomo è al posto di Dio, la scienza al posto della religione. Ma fu un parto doloroso, come tutti i parti.
Nel 1600 convivevano scienza e stregoneria, paura e audacia, differenze e ambiguità e se da una parte la modernità bussava alle porte, il Medioevo non vuole saperne di andarsene in soffitta.
Più di tutto cominciò l’idea di Stato, cominciò la monarchia assoluta e nello stesso tempo iniziò anche a farsi strada la tolleranza verso il diverso. L’agricoltura cedette il passo alle prime forme di industria. E tutto, secondo Blom, per una serie di inverni gelidi.
Alla fine del libro l’autore lancia la domanda: e se fossimo giunti al termine della modernità? Il riscaldamento globale pone diversi interrogativi.
Il saggio non è sempre rigoroso, l’autore calca troppo la sua idea, non ci sono fonti, ma l’argomento è affascinante, il lavoro arguto. Buona come lettura.
Il primo inverno
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