Il primo samurai
- Autore: Thomas Lockley con Geoffrey Girard
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2022
I guerrieri di Akechi non hanno mai visto un uomo tanto alto. È un’ombra scura, torreggia sulle loro teste impugnando una spada affilata, già macchiata di sangue. Lo sguardo è terrificante, il volto reso ancora più nero dalla fuliggine che lo sporca. È Il primo samurai, titolo del libro pubblicato lo scorso febbraio da Newton Compton, nella collana I volti della storia (2022, 416 pagine), a firma di Thomas Lockley con Geoffrey Girard e la traduzione di Marzio Petrolo. Ricostruisce la storia di Yasuke, l’unico samurai africano nero, leggendario ma vero nel Giappone della seconda metà del 1500.
Lockley è professore associato del Nihon University College of Law di Tokyo. Tiene corsi sulla storia multiculturale del Giappone e dell’Estremo Oriente e ha pubblicato articoli e ricerche, come questo primo studio al mondo su Yasuke. Girard è autore di saggi e narrativa di vario genere, a sfondo storico, young adult, fantascienza. Ha fondato in Ohio una casa editrice specializzata in memoir e reportage sociopolitici.
In Italia, del samurai nero si è cominciato a parlare solo per un videogioco e una serie televisiva Netflix, in onda l’anno scorso. Un anime, un cartone giapponese d’autore, che ha ripreso le vicende di questo colosso africano, sbarcato nel piccolo porto nipponico di Kuchinotsu nel luglio 1579, al seguito di religiosi europei evangelizzatori.
Da una nave della Compagnia di Gesù, in arrivo da Macao con un carico di seta, pergamene, medicine cinesi e di armi portoghesi, sbarca il visitatore generale delle missioni nelle Indie Orientali, l’importante gesuita Alessandro Valignano. Al suo servizio è un fidato giovane nero.
Yasuke ha poco più di vent’anni, al massimo ventitré. È stato schiavo per poco tempo, sostiene il prof. Lockley, e soldato per metà della sua vita, ben addestrato alle armi, scaltro e capace di disimpegnarsi anche con la diplomazia. Un giovane intelligente, cordiale e un guerriero pieno di muscoli, altissimo, uno e novanta o anche più, gigantesco per i suoi tempi, come uno sui due metri e venti oggi. Ha visitato decine di sultanati, regni, imperi e servito uomini potenti. È abituato a conoscere luoghi nuovi, terre straniere, ha viaggiato fin da ragazzino, dalle paludi e pianure d’origine lungo le rive del Nilo alle montagne e deserti dell’Africa nordorientale, passando per le coste arabe e i territori dell’India. Ha combattuto contro e al fianco di africani, musulmani, indù, persiani, prima di entrare al servizio di Valignano a Goa, due anni prima, come discreto accompagnatore e scorta.
Molto ben descritto il primo incontro con i giapponesi. Di altezza media, sul metro e mezzo, gli sembrano ancora più bassi dei cinesi, ma nonostante la stazza ridotta, ecco una sfilza di guerrieri di aspetto formidabile. Indossano abiti dai colori brillanti, maneggiano moschetti, lance e letali armi ad asta, su cui fanno grande affidamento. Tra loro, diventare un guerriero è un onore e quelli di rango più elevato vengono chiamati samurai, assassini d’élite messi alla prova in tante battaglie. Portano quasi sempre due spade, una lunga e una corta, camminano con andatura orgogliosa e misurata.
Dal momento che i combattenti sono ai vertici della società, non è difficile capire per Yasuke perché il Giappone sia dilaniato da guerre civili e divisioni interne, nelle quali i gesuiti si muovono con cautela, cercando di evitare scelte di campo che sarebbero fatali, in una realtà violenta fino alla crudeltà.
Della vicenda del samurai nero raccontata in questo libro, ch’è apparso in edizione originale nel 2019 e ha ispirato l’anime, sono tanti gli aspetti d’interesse, ma è il caso di accennare in particolare alcune pagine.
Una descrive il primo incontro del gigante con l’uomo della sua vita in Giappone, Oda Nobunaga, un signore della guerra al cui servizio si legherà come guerriero invincibile. Quando lo incontra, Yasuke è già in grado di parlare in giapponese e Nobunaga è colpito dalla capacità dello straniero di conversare in una lingua “civilizzata”. Ancora di più dal colore della pelle. Per i superstiziosi nipponici, nere sono le divinità, i demoni, non gli uomini. Oda è superiore a queste credenze, ma fa portare dell’acqua e una spazzola, chiede bonariamente all’ospite di spogliarsi fino alla vita e strofina personalmente la pelle del gigante. Ovviamente, resta scura e questo convince il lord dell’opportunità di fare festa per celebrare l’arrivo di quell’uomo miracoloso alla sua corte. Ne farà un samurai.
Altre pagine di rilievo raccontano il feroce assalto di sorpresa dei rapitori di schiavi al villaggio del giovanissimo Yasuke. Gli adulti maschi vengono eliminati tutti rapidamente, per annullare qualsiasi resistenza, i neonati sbattuti con forza per terra, i bimbi piccoli uccisi, come i vecchi. Le donne violentate e massacrate. Gli schiavisti vogliono solo bambini e bambine tra cinque e dodici e qualcuna delle ragazze più giovani. Avviano spietatamente le loro prede lungo il lungo percorso verso il mare...
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