Il punto cieco. Benn, Walser, Melville, Dick, Lubitz. Letteratura e altri abissi
- Autore: Antonio Trizzino
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
“Di tutto quanto è scritto io amo solo ciò che uno scrive col sangue.”
Lo dichiarava, nel tono aforistico-sentenziante che gli era proprio, Friedrich Nietzsche.
Ritengo che anche in questa circostanza il suo pensiero possa venirci in soccorso: la vera letteratura è sempre scaturigine di necessità e prossima all’abisso. Vi si guarda dentro con sentimenti dicotomici di attrazione/repulsione, si scandaglia il baratro là dove il baratro è dato dalle sue stesse fiamme, cioè dalla combustione interiore – dannazione e benedizione - che determina la scrittura.
La stratificata raccolta di saggi narrativi di Antonio Trizzino, Il punto cieco. Benn, Walser, Melville, Dick, Lubitz. Letteratura e altri abissi (Jimenez, 2020), indaga e divaga più o meno su questo: sull’atto dello scrivere come traslazione di istanze, fratture, ombre, sommovimenti interiori.
"Letteratura e altri abissi" recita il sottotitolo ed è da prendere alla lettera.
Cinque saggi brevi. Cinque incursioni-dilatazioni biografiche e tematiche di cinque vite esemplari. Scrittori e personaggi attestati sul ciglio dell’alterità (malattia mentale, auto-esclusione, disagio) e che, per caso o per necessità, da essa hanno attinto fino a eleggerla cifra ontologica.
Vite romanzate e vite romanzabili, comunque difficili da inquadrare in senso univoco. Vite come quella di Andreas Lubitz, che decide di far schiantare l’airbus di cui è copilota sulle montagne dell’Alta Provenza (con lui muoiono i 149 passeggeri a bordo). O come quella di Philiph Dick, motore immobile di pensieri paranoici e androidi a un passo dall’umano troppo umano. Del poeta folle Robert Walser e dello scandaloso Gottfried Benn. Del sublime (narrativamente parlando) e morto-vivo Bartleby lo scrivano, di Herman Melville.
È davvero un destino segnato quello cui soggiace la cinquina contro-tendente di Il punto cieco? E dove si rintraccia l’esatto punto di non-ritorno di una vita determinata dal richiamo dell’abisso?
Attraverso l’analisi trasversale di autori e personaggi contraddistinti dall’umbratilità (sublimata in vis creativa), Antonino Trizzino ci consegna un’indagine sulle caligini interiori, impietosa e poetica al contempo. Un excursus meta-letterario che ci permette di occhieggiare oltre la parvenza abusata del reale, assaliti dalla sensazione che proprio in quell’oltre potrebbero abitare senso e non-senso della vita autentica. E della grande letteratura che, in fondo, ne è il riflesso.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il punto cieco. Benn, Walser, Melville, Dick, Lubitz. Letteratura e altri abissi
Lascia il tuo commento