Il segreto di mio figlio
- Autore: Antonia Salzano Acutis con Paolo Rodari
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2021
“Il segreto di mio figlio”( Piemme, 2021) di Antonia Salzano Acutis e Paolo Rodari è uno fra i libri che raccontano la storia di un ragazzo normale che, attraverso la fede in Dio, ha reso la sua esistenza straordinaria. Il libro è scritto a quattro mani e uno dei due autori è la stessa mamma di Carlo, quel ragazzo che, appena quindicenne, in soli tre giorni, lasciava questa Terra a causa di una leucemia fulminante. Di Carlo Acutis molto è stato già scritto perché questo ragazzo, a pochi anni dalla morte avvenuta il 12 ottobre 2006, nel 2020 veniva già dichiarato Beato e le sue spoglie ora sono esposte nel Santuario della Spogliazione ad Assisi.
Il nome del Beato Acutis è già un’eco che risuona nei luoghi sacri, nei centri ricreativi per giovani e ragazzi e nei gruppi di preghiera. Carlo è piaciuto da subito a tutti: definito il patrono dei millenials, l’influencer di Dio, questo ragazzo è un esempio di vita vicino soprattutto ai giovani (ma non solo a loro) ed è stato il testimone d’eccellenza d’una quotidianità attuale come quella di tanti altri ragazzi, una vita che però Carlo Acutis ha saputo rendere singolare, unica, prodigiosa.
Mamma Antonia ci racconta di suo figlio, nato in una famiglia felice e fortunata, per di più ricca, un ragazzo che avrebbe potuto avere tutto ciò che desiderava anche a livello materiale. Eppure Carlo, da sempre, aveva manifestato un interesse particolare per il Divino, e tutto ciò era insito in lui perché è la stessa mamma a raccontare di essere stata lei stessa istruita dalle parole e dall’esempio del figlio.
“Fin da piccolo viveva uno stretto rapporto con la Vergine Maria. Ne parlava spesso. La pregava sempre e invitava anche noi a farlo. Lo assecondammo. Mio marito e io ci eravamo da alcuni anni avvicinati alla fede. L’avevamo scoperta grazie a Carlo. Fu lui a portarci vicino al Signore”.
Il libro non va di pari passo con la vita di questo giovane, bensì inizia proprio con il periodo della malattia manifestatasi con lievi sintomi a fine settembre 2006 e letteralmente esplosa pochi giorni dopo. Al termine di un’estate serena trascorsa tra Santa Margherita Ligure e Assisi, luogo a Carlo tanto caro perché centro di spiritualità, era ormai giunto il tempo di ricominciare la scuola
Carlo amava ricominciare. Aveva quindici anni… Visse i primi giorni di settembre come una grande attesa. Voleva rivedere gli amici, i compagni di scuola, i professori. Desiderava rimettersi in gioco. Attesa era una delle parole che lo descriveva meglio di altre, l’atteggiamento di chi sa che ogni istante può dare qualcosa, può essere avvenimento.
Sempre attivo, sempre impegnato il protagonista assoluto del libro: appassionato d’informatica, quasi un mago del computer, aveva già creato mostre che potevano essere diffuse via web e che avevano al centro, sempre e unicamente, il suo amore per Dio. Allegro, solare, anche un po’ chiacchierone, tanto da “guadagnare” anche qualche nota a scuola proprio per il desiderio di parlare, Carlo era la gioia della famiglia e quella prima febbriciattola che non andava via non aveva impensierito i genitori. Lui infondeva sempre serenità. Racconta mamma Antonia che mentre la febbre gli impediva di alzarsi dal letto anche per cenare:
“D’improvviso se ne uscì con questa frase: - Offro le mie sofferenze per il Papa, per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso”.
Queste sono frasi sconcertanti, frasi cui la stessa famiglia stentava a credere, ancor più perché pronunciate da un quindicenne come presagio di eventi inimmaginabili. Invece in pochi giorni la situazione era diventata drammatica e la malattia aveva costretto Carlo ad un immediato ricovero in ospedale. La diagnosi, rapida e infausta, dava poche speranze: “leucemia promielocita”, un male estremamente rapido e arduo da sanare. Nonostante le grandi sofferenze, mamma Antonia ci parla di un figlio sempre ottimista anche se estremamente cosciente della propria condizione
“Mi guardò e mi disse – Io da qui non esco vivo, preparati - “
Non si può rimanere insensibili a frasi del genere: un ragazzo di quindici anni, se sta male, chiede aiuto agli altri e questo accade un po’ ad ogni età. Ma Carlo era unico e forse la sua esistenza era già compiuta anche perché in pochi anni aveva portato a termine un intenso percorso di vita.
Alla morte di Carlo, a casa e ai funerali, una folla si riunisce per condividere quel dolore: gente italiana, straniera, persone d’ogni fede e anche non credenti che avevano avuto l’occasione di conoscere quel ragazzo sempre allegro che percorreva le strade di Milano con una vecchia bicicletta. Ecco la prima dimostrazione della fruttuosa vita di questo ragazzo: tutti lo conoscevano perché lui salutava tutti e quotidianamente aveva gesti di generosità verso i poveri, i deboli, gli indifesi.
La morte di Carlo è la fine del suo percorso terreno ma anche il punto di partenza perché lui dal Cielo è fonte di ispirazione ed esempio per tante persone. E così la narrazione dell’esistenza di Carlo, che la mamma racconta rendendoci partecipi di diversi momenti della sua vita familiare e spirituale, ci fa conoscere questo ragazzo nella sua singolarità. Mamma Antonia ci parla di Carlo bambino, spontaneamente innamorato di Gesù e della Madonna, desideroso di visitare le Chiese e poi di fare la prima Comunione in età più giovane rispetto a quella dei compagni. Per chi crede, Carlo può essere definito un dono del Cielo, per chi non è credente un ragazzo come Acutis è comunque un regalo del destino e comunque, per tutti, un esempio di vita. Carlo ancor piccolo, racconta la madre, esprime pensieri profondi che non sono quelli di un bimbo: ci pare di vedere un’immagine simile a quella di Gesù che disputava tra i dottori nel Tempio. Ai suoi pensieri il ragazzo accompagna gesti di generosità e, per dirla cristianamente, carità.
Fa sue lefrasi di Madre Teresa di Calcutta
“Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con i poveri. Non cercate Gesù in terre lontane. Lui non è là. È vicino a voi. Se avrete occhi per vedere, troverete Calcutta in tutto il mondo”
Carlo segue passo passo gli insegnamenti cristiani: si organizza e, con alcuni intimi, porta pasti caldi ai clochard della zona. Lo accompagna il fedele Rajesh, cameriere di famiglia, bramino di origine indiana. Anche lui sarà travolto dallo spirito che animava Carlo e chiederà di ricevere il Battesimo e diventare cristiano. Questo e altro ci racconta Antonia Salzano Acutis ma, pagina dopo pagina, va anche a spiegare Chi ha dato la forza al suo bambino di fare un cammino così unico. È un percorso d’amore, un trasporto che Carlo sente per Colui che si è donato per noi e che il ragazzo incontra ogni giorno nel ricevere l’Eucarestia durante la Santa Messa. Antonia Salzano Acutis ci spiega in maniera più profonda quanto insito nell’animo e nei gesti del figlio. Questa è la parte più impegnativa del libro, frutto di studi dell’autrice che aveva avuto un giovanissimo maestro.
“Non io ma Dio” è l’espressione preferita di Carlo, un modo di esprimersi assai insolito, libero da legami terreni, quasi dimentico del pensare a se stesso in favore degli altri verso i quali Carlo nutriva sentimenti d’amore.
Ci stupisce questo ragazzo così semplice ma così diverso e maturo ma ora ci sorprende anche questa mamma, una donna scelta dal destino ma anche una “Mater dolorosa” che si dedica con amore a diffondere il messaggio del figlio anche se, come lei stessa afferma, i ricordi sono graffi che imprimono dolore al suo cuore.
Il segreto di mio figlio è un libro per tutti, credenti e non. È un libro che parla d’amore assoluto, di generosità, di fiducia. Ai lettori poi l’interpretazione personale del contenuto: indiscutibile è comunque l’emozione che scaturisce in chi legge la storia di Carlo Acutis.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il segreto di mio figlio
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