Il serpente e la farfalla di Livy Former

Livy Former, di origine sarda, è una scrittrice di libri per ragazzi che vive a Sant’Antioco, un’isoletta a sud della Sardegna, tra scenari paesaggistici e storici meravigliosi, una terra incantata dove è ritornata dopo aver vissuto molti anni a Milano. È qui nel Sulcis che trova l’ispirazione per le sue storie, che hanno ricevuto premi letterari fra i più importanti a livello nazionale. La lettura è una sua grande passione, e con una testa piena di racconti fin da piccola, dice di sé che quando scrive le piace lasciarsi andare, senza freno, alla fantasia. Il serpente e la farfalla, edito dalla Leucotea Edizioni collana Project, è la sua prima opera rivolta ad un pubblico di lettori più ampio.

Alice ha quattordici anni e a testa bassa, in mezzo a singhiozzi e in un fiume straripante di parole, racconta tutto alla sua amica del cuore, Viviana. Non può più tornare a casa, dove ha sempre vissuto con la mamma e senza suo padre (al quale somiglia tanto con i suoi capelli biondi) che la malattia ha portato via quando lei era piccola. Ha bisogno di riprendere fiato, riordinare le idee e andare lontano. La sua casa era un nido soffice e caldo, uno spazio del quale conosce ogni angolo e ogni oggetto, ma ora le sembra solo minacciosa.

“Gli è sfuggita per un soffio, sgusciando rapida dalle sue mani da rapace e si è ritrovata un attimo dopo in strada. Si guarda intorno smarrita col fiato corto e la mente paralizzata dal terrore senza sapere come è arrivata su quel marciapiede. Ma ce l’ha fatta e per il momento è salva.“

Ricorda quando la mamma le aveva parlato di Federico, dell’amore ritrovato, e quando si era trasferito a casa da loro, riempiendo gli spazi liberi con i vestiti, i libri, macchine fotografiche e tornei di tennis. Lui, muthafucka, così lo ha soprannominato nella solitudine dei suoi pensieri, è certo che non svelerà nessuno di quei segreti tra loro, sicuro com’e che Anita non crederà ad una sola parola. La mamma era felice di quell’incontro, un uomo che l’amava e che l’aveva strappata al dolore, riportandola alla vita. Il tempo trascorso fuori casa, lontano dalla figlia sembrava darle risultati. Il lavoro le offriva nuove responsabilità ma anche riconoscimenti per la sua carriera. Alice sola e con la paura che le attanaglia lo stomaco lascia la città, oltre la periferia, verso la vecchia casa di famiglia chiusa dopo la morte della nonna. È dolorante, stanca, rivolge i suoi pensieri alla mamma che la starà cercando ovunque, e ricorda le giornate trascorse di quando bambina frequentava le elementari, sempre insieme alla sua mamma, in un abbraccio esclusivo che le univa anche nella sofferenza. In quel momento le manca tutto, si sente di colpo una terribile sensazione di perdita, come se a mancarle fosse una parte di sé. Nella sua mente scorre l’immagine di quell’uomo entrato nella sua vita, il suo viso magro, i suoi capelli scuri, gli occhi azzurri e il sorriso. Il papà che aveva sempre desiderato. Ma i suoi modi affettuosi l’avevano ingannata.

Come un serpente l’ha avvolta nelle spire per stritolarla.

La piccola Alice, nascosta a tutti e lontano da casa, incontrerà Emilia che saprà cogliere nei suoi occhi la sua stessa paura, il senso di colpa e la vergogna. Un tema delicato e difficile affronta la nostra coraggiosa scrittrice.

Una storia di angosce, di sofferenze e di disperazione di una giovane donna, scritta con grande garbo e con un linguaggio semplice ma efficace. Una lettura che emoziona profondamente. L’autrice scompone il racconto con la scelta di due stili descrittivi, l’uno riguardante la storia di Alice, l’altro appartenente a lui, al muthafucka narrante in prima persona, marcato da una scrittura fitta e volutamente accentuata. Una scrittura che inquieta. Le molestie sessuali e le violenze intrafamiliari incidono profondamente nella vita delle giovani vittime, che spesso vivono questi abusi nella loro fase più importante della crescita, proprio quella adolescenziale.

Storie di violenze sulle donne leggibili sulle cronache del nostro quotidiano vivere ma, come il più delle volte accade, drammi che si consumano nel silenzio della propria famiglia e nella propria casa.