Il suono della notte
- Autore: Gigi Borruso
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Palermo è una città poliedrica che vorrebbe essere una città normale. La storia che l’ha attraversata e che racconta numerosi episodi di mafia si riflette e si riverbera nei caratteri dei suoi abitanti, nel loro vivere quotidiano, nel modo stesso in cui camminano per la città, come avviene anche per i protagonisti di questo romanzo di Gigi Borruso.
“Il suono della notte” ripercorre le vicende più cupe accadute in quel di Palermo, a partire proprio da quella notte piovosa tra il 17 e il 18 ottobre del 1969, in cui venne trafugata la Natività di Caravaggio nell’Oratorio di San Lorenzo di via dell’Immacolatella.
Il romanzo ha sullo sfondo i maggiori eventi delittuosi che hanno scosso la città e non solo, come la scomparsa di Mauro de Mauro, che provocò una sensazione di sgomento, di annullamento e di vuoto. Ed ancora, i tentati colpi di Stato, che suscitarono disagio e irrequietezza. Il libro prende spunto da un fatto di cronaca realmente avvenuto e ci costruisce intorno una storia, reinventandola in modo molto verosimile e colmando i tanti buchi neri delle versioni ufficiali.
Gigi Borruso vuole riannodare dei fili, ricucire una trama, muovendosi sul filo di una fantasia così realistica da sembrare storia: mette così su pagina una ricostruzione fantasiosa che prende le mosse da un fatto vero, come il furto del Caravaggio. L’autore però sposta poi il focus della vicenda, dal Caravaggio alle mani che lo portarono via, maldestramente, rovinandolo in parte, indugiando su particolari sconosciuti. Il narrato della vicenda dei personaggi si sviluppa in parallelo, opera in sottofondo.
Il furto della Natività è emblema di una vita presa in ostaggio, come quella dei personaggi del romanzo, di Rosuccia e del commissario Cacioppo. Vite di persone che tentano di giocare la propria partita, di liberarsi da questo gioco in modo folle, periglioso, rocambolesco, l’unico modo a loro disposizione.
Sono in realtà le vite di tutti, della democrazia presa anch’essa in ostaggio insieme alla vita più intima di ciascuno. Ma è ancora più emblematico che il furto riguardi una Natività, una figura che indica il nascere ed il rinascere, il rapporto con la madre e con la terra natia. Vi è sottesa l’idea che questa madre sia in viaggio, nascosta dentro una sacca per cadaveri, e che viaggi occultata e forse distrutta, come tumulata in un cimitero. In uno dei punti salienti della storia, quando assistiamo a una nuova, vera, reale, natività, quella di Rosuccia, protagonista del romanzo, emerge uno dei leitmotiv del romanzo: la presenza costante di qualcosa - di fisico o di mentale - che si va via via sgretolando, che passa di mano in mano.
“Il suono della notte” è stato realizzato in maniera accurata e scritto in modo accattivante e fluente, con venature di fantastico. Traspare il tessuto del luogo, nei suoi angoli antichi e nascosti. Si gioca con l’oggettività storica delle vicende che coinvolgono i personaggi in modo molto pervasivo, alternando il reale, l’inconscio, il fantastico, in un’abile mistura dei diversi piani.
Gigi Borruso descrive tutto un immaginario dei personaggi, sogni e accadimenti curiosi che, insieme all’assenza dei connotati fisici, contribuiscono a dar luogo a un’atmosfera imprevedibile e inspiegabile, dove l’immaginazione del lettore è chiamata a giocare un ruolo attivo. Quel che, invece, emerge chiaramente nei protagonisti e nei comprimari sono le fratture e le incongruenze della loro vita, quelle in cui ciascuno può riconoscersi maggiormente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il suono della notte
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