Gli occhi della lince di Karin Smirnoff

La casa editrice Marsilio continua la pubblicazione della saga svedese “Millennium”, che dopo Stieg Larsson prosegue per mano della giornalista e scrittrice Karin Smirnoff, autrice del precedente Il grido dell’aquila. Il nuovo titolo, Gli occhi della lince (2024), è tradotto dallo svedese da Laura Cangemi e Katia De Marco.

Malgrado la presenza di personaggi che avevamo già conosciuto, Lisbeth Lisander, la strampalata detective punk dalle insolite abitudini, il giornalista e autore di inchieste interessanti Mikael Blomkvist, ex direttore della rivista Millennium e ora in riposo forzato, la figlia di lui, Pernilla, sposata al city manager Henry Solo, continuiamo a seguire le vicende della cittadina di Gasskas, nel nord della Svezia, dove una vecchia miniera sta per essere riaperta per interessi economici di gruppi di potenti capitalisti, disinteressati ai temi ambientali e al pericolo dell’inquinamento. C’è un noto delinquente che vive nell’ombra, il feroce Branco, che dalla sedia a rotelle in cui è confinato è a capo di un vero impero del male. Contro forze oscure e misteriose sembra voler combattere la quattordicenne Svala, figlia di Marta, uccisa drammaticamente davanti agli occhi della figlia, e nipote di Lisbeth Lisander; la ragazzina, di origine Sami, bella e precoce, dotata di un’abilità incredibile con i numeri, forse conserva il segreto di una password che aprirebbe un hard disk dove sua madre aveva nascosto un tesoro enorme in bit coins. Per questa ragione è ricercata e inseguita da chi vorrebbe servirsi della sua mente prodigiosa.
La storia è molto complicata perché si intrecciano interessi, si mescolano storie del passato e intervengono nuovi attori a rendere la narrazione, forse anche per i tanti nomi di luoghi e persone dalla pronuncia per noi molto ostica, a tratti molto difficile. Ci sono amori, etero e omosessuali, ci sono figli di incerta paternità, attentati misteriosi, esperti informatici, pericolosi hacker, ponti che saltano, sotterranei infestati, pedinamenti, inseguimenti, stragi di renne e di cani domestici, motoslitte pericolose... dunque una serie di storie che si inseguono, tanti filoni che rendono la lettura a volte un po’ confusa.
Il titolo del libro Gli occhi della lince fa riferimento a una donna dalle movenze feline, che appare poco nella storia e non si segnala per una presenza determinante, mentre la vera eroina del racconto appare la giovane, coraggiosa e determinata Svala con la quale dovrà fare i conti la troppo lontana zia Lisbeth. Un genere, questo del giallo nordico, che vede moltissimi autori di successo e buoni riscontri nel pubblico; non mi sembra però che quest’ultimo titolo della saga che ha dato fama a Stieg Larsson sia all’altezza del precedente.