Il teschio e l’usignolo
- Autore: Michael Irwin
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2014
L’inglese Michael Irwin con “Il teschio e l’usignolo” (Neri Pozza, 2014) disegna un noir impregnato di un progressivo degrado morale, muovendosi nell’ambiente della media borghesia del ’700, caratterizzato da rapporti sociali attentamente costruiti attraverso la conversazione, l’apparenza di sé, le buone maniere, una buona educazione che non impedisce comportamenti sfrontati e dissoluti ma li trasforma in abili strategie.
All’interno di questo contesto si muove Richard Fenwick, ventitré anni, orfano ma pupillo di Mr. Gilbert, anziano gentiluomo che gli ha garantito una buona istruzione e notevoli agi. Al ritorno dal suo Grand Tour in Europa, rito irrinunciabile per i giovani dell’epoca, si trova a chiedersi cosa ne sarà del proprio futuro.
Mentre cerca di capire se il padrino abbia intenzione di nominarlo suo erede, questi gli fa una singolare proposta: Richard potrà vivere a Londra negli agi di sempre ma dovrà far partecipe Mr. Gilbert di ogni sua esperienza, dandogli così modo di vivere attraverso i suoi racconti tutto ciò che non ha mai vissuto.
Al giovane, che conta di diventarne l’erede se lo compiacerà, non sembra vero di poter continuare a condurre l’esistenza a cui è abituato pagando un prezzo che in quel momento gli sembra irrisorio.
Si accorgerà, a poco a poco, che quell’accordo ha cambiato i suoi comportamenti, sempre tesi ad avere qualcosa da raccontare all’anziano protettore. La sua sensazione di non essere più padrone della propria vita aumenta quando Mr.Gilbert gli chiede di osare di più, di farlo partecipe di esperienze sempre più forti e trasgressive. Richard cerca di accontentarlo ma si sente sempre di più un burattino nelle sue mani, obbligato a vivere esperienze sempre più estreme. Si ribella a tutto questo e decide di tenere qualcosa per sé, cercando di ridare a se stesso un po’ di dignità evitando di mettere al corrente il padrino di ogni sua azione.
La situazione gli pesa ogni giorno di più, fino a quando si troverà di fronte a un imprevisto che rischierà di privarlo di ogni cosa e lo farà riflettere sulla precarietà della sua condizione.
Una romanzo di robuste dimensioni dove nulla accade in fretta ma si assiste allo sprofondare del protagonista verso tentazioni che forse non sarebbe stato nella sua natura cercare. Tutto è relativo, naturalmente. Chi può dire qual è la vera natura di un individuo? Quali condizioni possono svelarne l’animo più profondo?
Tutto questo si svolge in una Londra dove ogni quartiere è oppresso da cumuli di rifiuti e rigagnoli putridi, una città a cui bastano pochi giorni immersa nella calura estiva per diventare una trappola di afa e miasmi soffocanti.
La Londra dei vicoli bui dove una persona che chiede aiuto può essere qualcuno che attenta alla vostra borsa o alla vostra vita, la città dei teatri e dei locali dove la birra scorre a fiumi, il luogo ideale per chi vuole divertirsi e ha il portafoglio ben fornito.
Il romanzo, a tratti, potrebbe sembrare un po’ prolisso, in special modo nelle parti epistolari, quando, oltre ai lunghi resoconti di Richard al suo padrino, entrambi si lasciano andare a disquisizioni filosofiche sulla differenza tra il lato bestiale della natura umana, quella che anela all’accoppiamento, e le convenzioni umane che hanno lo scopo di dissimularlo.
Però tutte le riflessioni sono funzionali alla costruzione della ragnatela in cui il protagonista si troverà avviluppato e al momento in cui comincerà a chiedersi se la vita che sta vivendo è davvero la sua o soltanto la recita che il suo padrino gli ha chiesto di mettere in atto.
Il suo destreggiarsi tra avventure trasgressive e donne da sedurre è l’espressione del vero Richard o è solo il personaggio che deve interpretare?
La risposta a questa domanda deciderà del suo destino.
Nel leggere la sinossi in quarta di copertina il lettore potrebbe essere portato a pensare che verso la fine la vicenda si tinga di giallo, ma non è così.
E’ vero che nel finale verranno svelati intrighi e tradimenti, ma solo per rendere evidente che si tratta di una storia di corruzione morale.
Il teschio e l'usignolo
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