Il tramonto delle aquile
- Autore: Chiara Curione
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
“All’alba di quel giorno, tra le nubi, in mezzo a lampi e tuoni si videro due grandi figure umane combattere paurosamente tra loro. Intanto, nella prigione sotterranea del castello, la bellissima Bianca soffriva atrocemente per dare alla luce il suo bambino. Al tramonto, un servo portò all’imperatore Federico lo Svevo un vassoio d’argento su cui poggiavano il neonato e i seni che la madre aveva reciso per dimostrare la sua fedeltà. Solo allora l’imperatore riconobbe che il bambino era suo figlio e lo prese tra le braccia commosso, prima di correre dalla sua amata a chiedere perdono. In quello stesso istante la finestra del castello si spalancò, e in cielo tra fulmini e saette una delle due figure si trasformò in un monaco e venne spinta a nord da un vento impetuoso. Il mago allargò le braccia e cadde a terra, poi chiuse gli occhi. E dalla sua bocca uscì una voce innaturale come fosse dall’oltretomba. «Verrà il tempo in cui il Lambrello rosso a tre gocce, chiamato dalla ferula, scenderà con uno sciame di cavallette contro il sultano. A Maloenton l’arco vincerà contro la spada, ma il cavallo tutto travolgerà. L’aquila chiederà gloria al suo condottiero, dove la rosa sarà l’orgoglio mirabile contro l’oblio». Poi il mago di corte si riprese lentamente mentre gli altri lo soccorrevano. Era ancora scosso. «Questo bambino non sarà mai un semplice mortale...» disse indicandomi”.
Quel bambino era Manfredi di Svevia, ultimo sovrano Svevo del regno di Sicilia, che racconta in prima persona le drammatiche vicende di cui fu protagonista, fino alla battaglia di Benevento, in cui perse la vita nel 1266, sconfitto da Carlo d’Angiò in un avvincente romanzo storico, pubblicato nel 2015 dal EEE (Edizioni Esordienti Ebook), “Il tramonto delle aquile” di Chiara Curione. Gli eventi storici vengono raccontati in maniera documentata, con una ricostruzione cronologica aderente ai fatti accaduti realmente, anche se non mancano nel romanzo parti sapientemente inventate.
La figura di Manfredi, re di Sicilia, poco conosciuta, è narrata dall’autrice in maniera accurata ma mai pesante e sempre equilibrata tra la descrizione dell’uomo d’azione, il guerriero, il condottiero, il re e l’uomo di sentimenti, il figlio, il marito e il padre. Figlio naturale di Federico II di Svevia e di Bianca Lancia, Manfredi alla morte del padre fu reggente di Sicilia per il fratellastro Corrado IV, che preferiva vivere in Germania. Morto il fratellastro, tentò di ottenere il riconoscimento della propria posizione da parte del papa; di fronte all’ostilità del pontefice, riparò a Lucera dove si impadronì del tesoro degli Svevi e in una guerra di tre anni riconquistò contro il legato pontificio tutto il regno di Sicilia, facendosi incoronare re a Palermo (1258). La Chiesa comumque continuò ad essergli ostile e usò tutti i mezzi in suo possesso per contrastarlo; dopo averlo scomunicato chiamò Carlo I d’Angiò il quale ottenne l’aiuto dei Guelfi mentre Manfredi fu a capo dei Ghibellini.
Chiara Curione riesce poi perfettamente a ricreare l’atmosfera, l’ambientazione, le abitudini, gli usi e i costumi del Medioevo. Romanzo storico, romanzo d’ambientazione ma anche romanzo psicologico: Manfredi, infatti, viene raccontato non solo come freddo calcolatore ma anche, e soprattutto, come marito amorevole verso la sua seconda moglie Beatrice di Savoia, e come padre attento e premuroso verso la prima figlia Costanza.
Corposo ma scorrevole “Il tramonto delle aquile” è arricchito di molte scene corali che hanno per protagonista non solo Manfredi, ma molti personaggi importanti della sua corte e della sua famiglia che partecipano agli eventi politici e sociali del loro tempo.
Dal punto di visto stilistico il romanzo di Chiara Curione è caratterizzato da ampie descrizioni di paesaggi che hanno la funzione di ‘incorniciare’ l’azione e da dettagliate descrizioni di oggetti, arredi, abiti d’epoca, per meglio caratterizzare i personaggi. Inoltre il linguaggio usato è solitamente elevato, letterario, ma si incontrano non di rado anche vocaboli ed espressioni antiquate che riproducono fedelmente il parlato dell’epoca in cui si svolgono i fatti.
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