Il volo delle lanterne di Chiara Trabalza

Autrice esordiente, amante della lettura e delle storie di giovani donne, Chiara Trabalza, una sognatrice amante dei sentimenti e delle parole che riescono ad esprimerli efficacemente, pubblica questo lungo romanzo che già dalla copertina anticipa il contenuto della storia che racconta in prima persona nel romanzo a cui dà un titolo simbolico, Il volo delle lanterne.

La giovane Miriam vive a Roma con sua madre separata dal marito da lungo tempo; la sorella più giovane, Giulia, è felicemente recentemente sposata. Malgrado la laurea Miriam ha dovuto accontentarsi di un lavoro non adeguato alle sue possibilità, fa la commessa in un negozio di fiori.
Da lungo tempo, molti anni, trascina un rapporto sentimentale con Diego, immaturo e maschilista, che la trascura dando per scontato un “fidanzamento” eterno, mentre prosegue la sua vita suonando con un gruppo di amici, che lo ingaggiano saltuariamente, preferendoli spesso alla compagnia di Miriam.

Nelle sue serate solitarie la giovane donna finisce per incontrare in chat un uomo con cui inizia una relazione virtuale: tutti i giorni si scambiano mail, si confidano gusti e passioni, costruiscono un rapporto che si fa sempre più intimo. Lorenzo fa il giornalista e vive a Venezia, è consapevole della distanza che lo separa da Miriam, ancora legata a Diego, ma ugualmente giunge a Roma per incontrarla: sarà amore a prima vista, una passione fisica travolgente che obbligherà la ragazza, a prezzo di notevoli sofferenze, a chiudere il suo rapporto con Diego, per abbandonarsi in segreto alla passione per il bel Lorenzo, dagli occhi turchesi e dal fisico attraente.

Non anticipo prosieguo e svolgimento del dramma, a lieto fine per fortuna, che coinvolge i nostri protagonisti: mi limito a qualche notazione sul testo, scritto di getto e con grande partecipazione emotiva dall’autrice che sembra trasmettere al suo personaggio una sovrabbondanza di sentimenti: amore, passione, sensualità, sensi di colpa, paure, tradimenti… tutto viene trascritto sulla pagina con una grande abbondanza di aggettivi, di frasi ripetute, di figure retoriche esornative, in una lingua che alterna, soprattutto nei dialoghi, un registro colloquiale pieno di interiezioni e di formule del parlato quotidiano, ad altri brani più decisamente lirici, dove si effondono i sentimenti più intimi che la trentenne Miriam, sola con le sue contraddizioni, i suoi sogni, vive con intensità quasi infantile.

“Adoravo le lanterne volanti, così leggere e romantiche, così delicate, eppure, sebbene fragili, potevano volare lontanissime, portando con sé messaggi d’amore. Poco dopo ne seguì un’altra, due meravigliose luminose lanterne volanti che sembravano dirigersi proprio verso di noi…”

Miriam abita a Roma ma quasi non vive la città, le tante contraddittorie realtà di cui non sembra accorgersi, tutta presa dai suoi sogni amorosi, dai fiori profumati di cui è circondata mentre lavora, dalle scarse relazioni che coltiva: ha solo un’amica, Silvia, più concreta e saggia di lei, e rimpiange della sua infanzia i nonni, che erano stati la sua vera famiglia, gli unici ad averla avvolta in un vero e profondo affetto.

La madre distratta, il padre assente, la sorella Giulia, frivola e superficiale, il fidanzato Diego, lo stesso adorato Lorenzo appaiono personaggi esili, poco costruiti dal punto di vista letterario: Miriam compare a tutto tondo nell’intero romanzo, occupando tutta la narrazione con i suoi sentimenti confusi e contraddittori all’inizio ma, come in ogni “romanzo di formazione” , con una progressiva crescita che la porterà verso una maturità testardamente conquistata.

Una prima prova, questo libro, che mostra una grande voglia di narrare anche se, come tutte le prove d’esordio, potrebbe essere asciugata in alcune parti eccessivamente ridondanti.

Il libro è destinato ad un pubblico femminile che certamente apprezzerà e troverà molti punti di identificazione con la protagonista Miriam, prototipo di tante ragazze non più giovanissime, non ancora adulte, esperte comunicatrici virtuali, indifese e troppo sensibili di fronte alle realtà del quotidiano.