Immaginari alterati. Politico, fantastico e filosofia critica come territori dell’immaginario
- Autore: A.a. V.v.
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2019
Nel milieu della dittatura liberista, la reviviscenza della consapevolezza sociale riguarda in primo luogo la riappropriazione di un immaginario attualmente supino al sistema di potere. Lo diceva anche Lenin: sognare è necessario, ma nel modo giusto. Che non è quello distraente-edulcorato proposto dal sistema mediatico e pubblicitario. Se sottratto alla pervasiva gestione dell’Autorità, l’immaginario (tutto ciò che attiene all’immateriale, arte, cinema, letteratura fantastica, persino la semplice fantasticheria a occhi aperti) potrebbe costituire un potenziale veicolo di affrancamento. Nei migliori dei casi immaginativi fantasmi, diavoli, vampiri, revenant si caricano infatti di connotati critici e transmediali, oppositivi allo status quo imposto dal sistema globale. Nel primo Zombi di George Romero l’archetipo del non-morto deroga dalla propria accezione orrifica, convertendosi nella configurazione politica del semi-vivo, cioè, in emblema, di ingranaggio interno alla catena produttiva. E come scrive Slavoj Žižek, in Essi vivono di John Carpenter “intravedi una dittatura nella democrazia, l’ordine invisibile che sostiene la tua apparente libertà”.
Questo utilizzo dicotomico dell’immaginario (dispositivo di gestione sopraffattiva oppure sguardo ulteriore e divergente) rappresenta il filo-rosso analitico di un volume di carattere disalienante uscito per Mimesis qualche anno fa (2019). Nonostante i focus sfaccettati dei contributi, Il lavoro di Immaginari alterati. Politico, fantastico e filosofia critica come territori dell’immaginario si riconduce a un medesimo intento teleologico: quello di liberare l’immaginario dalla carica finto-sovrastrutturale che gli è propria nella società dello spettacolo, per far sì che (ri)diventi strumento di drastico cambiamento del presente.
In altri termini: Immaginari alterati è un lavoro antologico (gli autori dei saggi sono tutti redattori di Carmillaonline, webzine focalizzata sulla critica dell’esistente) incentrato sulle funzioni che un immaginario liberato dalle strumentalizzazioni neoliberiste può rivestire negli ambiti artistici, culturali e politici. Come scrive, fra l’altro, Valerio Evangelisti nella sua prefazione al volume (“La lotta per le altre otto ore”):
“Almeno in Occidente, l’economia vede tra i suoi colossi imprese gigantesche che producono esclusivamente informazione, e nulla di concretamente utile. Assicurano vite parallele con brevi escursioni nella fantasia. Occupano l’attività onirica sostituendo sogni fasulli a quelli naturali”.
Torneremo mai a realtà differenti da quelle fittizie proposte dai Truman Show (Peter Weir) a cui ci siamo assuefatti?
Ciascuno dei saggi di cui si compone il volume si presta a spunti di riflessione mai scontati: in FantaMax, Luca Cangianti si muove in parallelo e con assoluta plausibilità tra teorie marxiste e immaginario fantastico. E in Zombie (e) immaginari Gioacchino Toni insiste sulla trans-medialità dell’archetipo del non-morto. Politico è il doppio intervento di Sandro Moiso, che in Ripartire dal ‘68 (o dal 1848?) dà forza alle parole di Lenin (“il dovere di ogni rivoluzionario è quello di sognare”) e in Dall’Estremo Occidente si oppone alla vulgata che il mito americano possa discendere dai prodotti hollywoodiani e dai suoi emissari. Le lenti, lo specchio e i vetri della finestra è il contributo di Franco Pezzini sul rapporto tra fantastico e educazione alla critica formativa; e La verità è nell’occhio che guarda è, infine, una sapida miscellanea di testi brevi di Alessandra Daniele sulla dittatura della propaganda politica e commerciale in cui annega il nostro presente.
Un lavoro propedeutico, che serve a orientarsi — tra reificazioni e manipolazioni cui siamo oggetto — nei territori ambigui di un’attualità omologata perfino nelle espressioni immaginative.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Immaginari alterati. Politico, fantastico e filosofia critica come territori dell’immaginario
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