Inaugurando la rivista Cosmos nel 1872, il geografo piemontese Guido Cora (1851-1917), professore dell’Università di Torino, sottolineò con forza la spinta propulsiva esercitata dalla Geografia sullo sviluppo degli altri saperi:
Leva di gran forza è sempre stata la geografia alla umana coltura, e se non avessi il timore che le mie parole venissero interpretate in senso di esclusione e di esagerazione, direi che la geografia è la prima scienza per merito di grandi risultati sia nel campo dell’industria e della politica, sia in quello della scienza e dell’erudizione.
Guido Cora aggiunse che la Geografia è “scienza sì vasta, che tutte le altre abbraccia”.
Va detto che le riflessioni dell’accademico sono legate alle idee della sua epoca e risentono della chiara influenza della concezione determinista:
“La geografia abbracciando con un solo sguardo la natura e l’uomo, deve conoscere questi rapporti e determinare gli elementi. È così ch’essa ha preso abito di vera scienza”.
Quella del determinismo è una visione ovviamente superata, tuttavia hanno un valore incancellabile le parole di Cora:
“sia nell’ordine morale che fisico, nessun’altra [scienza] ha più numerose applicazioni [della Geografia]”.
La legge Coppino nel 1887 introdusse nei programmi scolastici lo studio della cartografia e delle coordinate geografiche, ma nel 1923 – nonostante il vecchio appello di Cora su Cosmos – la riforma Gentile lasciò la Geografia nel solco che separava i saperi umanistici da quelli scientifici, senza darle un’identità definita, né riconoscerne pienamente la vocazione interdisciplinare tra le materie scolastiche.
La Geografia nei programmi ministeriali: dal 1945 a oggi
I nuovi programmi ministeriali emanati dopo il 1945 furono stesi con la partecipazione di Carleton Wolsey Washburne (1889-1968), pedagogo statunitense al seguito delle truppe alleate, che si ispirava al modello di John Dewey, il quale aveva scritto che:
“L’unità di tutte le scienze è trovata nella geografia”.
Tuttavia – almeno dalle riforme del 2003 – oggi a scuola la Geografia risulta molto penalizzata, in particolare la sua presenza e rilevanza nelle scuole secondarie è notevolmente limitata. La sua assenza in molti indirizzi e – incredibilmente – anche nei licei è il sintomo allarmante di una carenza educativa che deve essere affrontata, di un vuoto molto preoccupante che va colmato.
Riportiamo la testimonianza di un docente di Geografia (classe di concorso A021), risalente a solo pochi giorni fa, che offre un buon quadro della triste situazione della materia:
“Ci sono colleghi entrati in ruolo nel 2021, con il concorso straordinario, che già oggi sono sovrannumerari. I problemi sono molti: si va in pensione tardi e non c’è la possibilità di lasciar lavorare chi è più giovane, nelle scuole mancano le iscrizioni a causa del calo demografico e le classi non si formano, per chi è in ruolo in alcune province le ore si trovano ancora, ma c’è chi si trova a lavorare in 7 sedi, o in 4 o 6, ma di istituti diversi e lontani. Inoltre, a ciò va aggiunto che le ore di Geografia, talvolta, sono assegnate a Scienze dai dirigenti scolastici. Le nostre ore di Geografia vanno a docenti di Scienze, ma non viceversa!”
Perché reintrodurre la Geografia a scuola: il pensiero di Valditara
Nell’ottobre del 2023 il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara – che è anche uno studioso e un docente – si è espresso in questi termini:
Intendo chiarire che per me la scuola deve sviluppare nelle studentesse e negli studenti quel pensiero critico con cui affrontare la complessità del nostro tempo, in un mondo in continuo cambiamento. A tale scopo, risulta centrale lo studio della storia e della geografia, che forniscono gli strumenti cognitivi necessari per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare.
Non vi è dubbio, infatti, che per comprendere e definire il ruolo che intendiamo ricoprire, sia come individui che come comunità, è indispensabile approfondire lo studio delle culture e dei periodi che hanno maggiormente caratterizzato la nostra civiltà, così come conoscere società, economie, istituzioni e cultura dei Paesi moderni.
La citazione è tratta da “Storia e geografia devono essere centrali. Gruppo di lavoro sulle materie umanistiche” - Orizzonte Scuola Notizie.
Affinché le confortanti parole del ministro si concretizzino, però, vi è ancora moltissimo da compiere: lo studio della Geografia deve essere potenziato in tutti gli indirizzi di studio e le ore di lezione di questa disciplina, oltre che accresciute nel numero, devono essere affidate a insegnanti qualificati, appartenenti alla specifica classe di concorso A021 (Geografia).
Reintrodurre le Geografie in tutti gli indirizzi di studio e affidarne l’insegnamento ai docenti della classe A021 – gli unici che hanno fattualmente seguito un percorso di formazione adeguato per la materia in questione – è fondamentale per garantire che gli studenti acquisiscano le competenze e la consapevolezza necessarie per comprendere e affrontare le necessità del mondo contemporaneo citate dal ministro nel suo discorso.
Solo attraverso un impegno concreto e mirato verso l’istruzione geografica si potranno preparare gli studenti a diventare un domani cittadini consapevoli e attivi; oggi è necessario un impegno deciso da parte del governo.
Le citate parole di Giuseppe Valditara riflettono una consapevolezza incoraggiante riguardo l’importanza di una formazione per gli studenti che comprenda la Geografia come parte integrante di ogni percorso formativo.
Tuttavia, come sottolineato, esiste ancora una discrepanza tra il riconoscimento dell’importanza della Geografia e la sua effettiva presenza a scuola.
Ci si augura con sincera speranza che il ministro, conscio dell’importanza della Geografia nell’istruzione, restituisca finalmente alla materia lo spazio che le spetta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’importanza della Geografia a scuola: da Guido Cora a Giuseppe Valditara
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