Diamo il benvenuto su SoloLibri a Margherita Loy, autrice di Delia o un mattino di giugno edito da Barta Edizioni.
- Buongiorno Margherita, è un piacere conoscerla e condividere qualche notizia su di lei e sulle sue pubblicazioni, in particolare l’ultima. Questo è il suo quarto romanzo dopo Una storia ungherese nel 2018, La dinastia dei dolori nel 2020 e in seguito Dio a me ha dato la collina. Lei non è quindi nuova alle esperienze letterarie. Quando è nata questa sua passione e come si è sviluppata?
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Mi chiedete quando è nata questa mia passione per la scrittura: è nata quando ero ancora ragazza e pubblicavo racconti usando uno pseudonimo sulla rivista “Paragone Letteratura”. Ho fatto nel frattempo molti altri mestieri, ma ho sempre continuato a scrivere. Poi mi sono appassionata ai libri di arte per bambini e ho scritto tre libri per bambini pubblicati dall’editore Gallucci.
È stato con il romanzo Una storia ungherese del 2018 che ho capito che scrivere era l’unico mestiere che mi appassionasse visceralmente, sinceramente, senza mezzi termini. Così ho iniziato a scrivere con continuità, e sono nati gli altri tre romanzi, La dinastia dei dolori nel 2020, poi Dio a me ha dato la collina nel 2022 e infine Delia o un mattino di giugno nel 2023. A febbraio del 2024 usciranno tre racconti lunghi per l’editore Hopefulmonster di Torino. Il titolo del libro sarà Tutto quel che resta.
Dunque la mia passione si è sviluppata lentamente, ma in modo sostanzialmente armonico e tenace.
- Passiamo ora alla sua pubblicazione più recente Delia o un mattino di giugno. La copertina raffigura l’opera “Bottone sbottonato” di Domenico Gnoli, quale significato ha?
Per quanto riguarda la mia opera più recente, Delia o un mattino di giugno, abbiamo scelto con l’editore la copertina "Bottone sbottonato" di Gnoli, perché il protagonista di questo racconto indossa un elegante cappotto di cammello, e il dettaglio magistralmente raffigurato da Domenico Gnoli ci sembrava pertinente. Inoltre in questo romanzo i dettagli, gli indizi, sono molto importanti!
- Delia, la protagonista del romanzo, è una donna sola con due figli a carico e ha quindi responsabilità e impegni. Come li affronta? Cosa la caratterizza maggiormente?
Quello che caratterizza maggiormente Delia (che tra l’altro ha, per pura coincidenza, il nome della protagonista dell’ultimo bel film di Paola Cortellesi, C’è ancora domani), è la sua capacità di mistificare la propria storia; è una donna che per sopravvivere si è raccontata molte menzogne, e l’incontro con questo strano uomo in attesa le permette, per la prima volta, di voltarsi indietro, e guardare senza troppa paura i propri abissi e i propri segreti. Una delle caratteristiche di Delia è il suo rapporto falsato con il cibo, anche questo frutto di una profonda sofferenza che l’accompagna da quando è diventata madre. È un romanzo in cui tento di armonizzare i contrari: la vita frenetica di Delia, che si regge sulle menzogne che lei dice a se stessa e la vita immobile e pacificata di Ernesto. Due solitudini: una vissuta con cecità, l’altra accettata con ironia.
- Lei paragona i tanti pensieri che la notte affollano la mente di Delia a dei semi. Cosa germoglia da essi?
I pensieri che la notte affollano la mente di Delia sono paragonati a semi perché un piccolo spunto, un pensiero quasi banale, durante la notte assume dimensioni spropositate, tenendola sveglia. Credo che questa sia un’esperienza comune a molte donne; parlando di questa sensazione notturna ho scoperto che affligge maggiormente le donne degli uomini.
- L’incontro che darà una svolta alla vita di Delia è quello con l’uomo pinguino. Perché lei ha scelto di rappresentarlo così? La sua fisicità ha uno scopo nel romanzo?
L’uomo che attende esiste veramente, l’ho visto per lungo tempo aspettare qualcosa, paziente. Passavo per quell’incrocio più volte nella mattinata e lo vedevo sempre lì a fumare, elegante, con il volto rotondo e sereno. Ben rasato. Avrei voluto fermarmi per chiedergli cosa aspettasse ma non ne ho mai avuto il coraggio, così ho iniziato a scrivere e scrivendo di lui è emersa la figura di Delia, che non ha nulla di autobiografico ma che forse è una piccola parte di me sofferente che ho sempre tenuta nascosta.
- C’è qualcosa che accomuna questi due personaggi? Che cosa rappresentano i colloqui tra Delia e l’uomo pinguino?
I colloqui fra i due sono un modo in cui due solitudini vengono a contatto e si donano all’altro senza paura.
- L’assenza e il senso di perdita hanno un ruolo importante nella vicenda?
L’assenza e il senso di perdita sono centrali nel romanzo. Solo che mentre l’uomo fa dell’assenza dell’essere amato un motore per cercare, ragionare, capire la vita, Delia è sempre scappata anche solo dalla parola Perdita o Assenza.
- Che cosa rende più lieve la realtà?
Credo che sia l’empatia, la capacità di mettersi nei panni dell’altro, senza giudicare. Questo rende l’atmosfera dell’incontro limpida e sincera. Toccare l’umanità dell’altro, saper ridere, essere curiosi.
- Perché, nel finale, Delia cambia da sola?
Perché nel finale Delia cambia? Semplicemente perché ha potuto aprire gli occhi sul suo passato e sulla possibilità di condividerlo senza esserne umiliata o ridicolizzata.
- Il romanzo è denso di sentimenti: nel narrare le vicende lei cos’ha provato?
Il romanzo è denso di sentimenti? Sono contenta che lo abbiate avvertito, scrivendolo ho attraversato sensazioni contrastanti, ora di simpatia ora di antipatia per Delia. Ma sempre ho avuto la certezza che, in fondo, ci sia sempre una via per diventare felici, e questa possibilità risiede unicamente dentro di noi, nel nostro coraggio di guardarci dentro senza paura.
Lì c’è un segreto che ci permette una vita aperta al mondo.
- Prima di terminare ci può confidare qualcosa sui suoi progetti futuri?
Nei miei progetti futuri c’è un libro molto ambizioso, dedicato a una figura della mia famiglia a cui sono stata molto affezionata e che è morta giovane. Non posso dire altro.
Nell’attesa del suo nuovo libro, a Margherita Loy un grazie per Delia o un mattino di giugno, romanzo che resta nel cuore di ogni lettore.
Recensione del libro
Delia o un mattino di giugno
di Margherita Loy
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Margherita Loy, autrice di “Delia o un mattino di giugno”
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