Maria Elisa Aloisi, avvocato penalista al Foro di Catania, scrittrice di gialli pubblicati con Mondadori, serie iniziata con Il canto della falena (Giallo Mondadori, 2022), premio Tedeschi 2021, è ora in uscita con Il mistero di Villa Polifemo, un giallo per ragazzi pubblicato da Piemme, “Il battello a vapore”, dopo aver vinto il concorso “A caccia di storie” edizione 2022 organizzato da Book on a Tree in collaborazione con Lucca Crea e Amref Health Africa.
Autrice anche di una Guida pratica per scrittori sulle procedure di polizia giudiziaria (con Santino Mirabella, Delos Digital, 2023), per Delos Digital è stata responsabile della collana “Odissea Wonderland” e ora lo è di “Odissea Crime”.
- Il tuo primo giallo per ragazzi, ma non il tuo primo giallo. Come si differenzia la tua scrittura nei due ambiti e quale ti riesce più facile?
Link affiliato
Dino Buzzati diceva che “scrivere per ragazzi è come scrivere per adulti, solo che è più difficile”.
Per “difficile” io intendo profondamente diverso: entrambi i tipi di scrittura, quella per adulti e quella per ragazzi, richiedono una notevole energia. L’importante, io credo, per chi ha esperienza di narrativa per adulti, è non dare nulla per scontato. Anzi. Bisogna avere la voglia di cominciare daccapo, una regola che vale un po’ per tutto.
- Il mistero di Villa Polifemo contiene anche dei consigli per la scrittura di gialli, impartiti da un personaggio che, proprio come te, scrive gialli. Sono questi i consigli essenziali che daresti a chi vuole scrivere un romanzo giallo? Quali aggiungeresti?
Non dico nulla di nuovo, ma “leggere” è la prima regola, soprattutto leggere romanzi del genere narrativo di cui si vuole scrivere. Conoscere i grandi autori è importante per diverse ragioni. In primo luogo, è un modo per andare “a scuola” dai maestri. Conoscere il genere consente di individuare topoi da seguire e cliché da evitare. È necessario anche per valutare l’originalità della propria storia e dei propri personaggi. Faccio un esempio: se volessi scrivere di un detective privato, in sovrappeso, che non ama uscire di casa e che coltiva orchidee, l’idea potrebbe anche essere brillante, certo, ma di sicuro non originale. Lo stesso identico discorso vale per la trama, nel caso in cui decidessi di proporre una storia, ad esempio, in cui il colpevole non è soltanto uno, come accade nella maggior parte dei romanzi, ma tutti i personaggi messi in scena, magari proprio i passeggeri di un elegante treno…
Chiedersi inoltre chi è il nostro protagonista: un detective improvvisato o un professionista?
Valutare il suo background: un tenente dei Carabinieri, un commissario di polizia o un avvocato conosceranno molto bene le norme di procedura penale, un profiler la criminologia, un medico legale la tanatologia forense.
In questo sono agevolata in parte dalla mia professione, quella di penalista, ma io stessa per questioni più tecniche mi rivolgo a degli esperti della materia che per me sono divenuti un punto di riferimento, come ad esempio il Colonnello Giorgio Stefano Manzi, sempre molto generoso nel dispensarmi consigli.
Essere curiosi, dunque, e studiare tutto; non improvvisare a meno che non si voglia correre il rischio di incorrere in strafalcioni che possono compromettere la verosimiglianza della storia. Essere caparbi, mettere in conto gli insuccessi perché fanno parte del pacchetto.
Infine non farebbe male studiare anche qualche manuale di scrittura dedicato al genere: Come si scrive un Giallo di Patricia Highsmith, A proposito del giallo di P.D. James, tanto per citarne qualcuno.
Ogni arte o mestiere ha le proprie regole, una propria cassetta degli attrezzi. Tali regole non devono essere seguite necessariamente in modo pedissequo. Io però parto dal presupposto che le regole, prima di infrangerle, si debbano conoscere e fare proprie.
- Il romanzo è stato pubblicato grazie al concorso “A caccia di storie” edizione 2022 organizzato da Book on a Tree, con la partecipazione a un corso residenziale sulla scrittura di libri per ragazzi. Che cosa hai imparato da questa esperienza?
Moltissimo, è stata un’esperienza arricchente sotto molti profili. Sono nate delle belle amicizie con tutti i finalisti del residenziale e i cinque giorni a Lucca, insieme ai professionisti di “Book on a Tree” e del mondo dell’editoria per ragazzi, sono stati di fatto una grande occasione di confronto.
- I tuoi romanzi sono ambientati in Sicilia, perché la conosci meglio o la tua scrittura è anche un tributo alla tua regione?
Entrambe le cose. L’ambientazione è uno degli elementi principali di una storia.
I luoghi sono sintomatici di una mentalità, hanno una lingua, dei suoni propri, degli odori tipici. Per rendere l’ambientazione tridimensionale è necessario tenere conto di tutto questo, per rendere i luoghi “parlanti”. Per quanto possa essere accurato lo sviluppo dei personaggi, senza una buona ambientazione questi personaggi si aggireranno in luoghi incolori, senza radici. Il lettore vuole conoscere la storia di un personaggio, è vero, ma leggere è anche e soprattutto un viaggio in un tempo e uno spazio diverso. Personaggi, tempo e spazio sono elementi inscindibili.
- Il canto della falena, vincitore del premio Tedeschi 2021, è il primo libro di una serie pubblicata da Mondadori con protagonista l’avvocato Ilia Moncada. A quando le prossime uscite e che anticipazioni ci puoi dare sull’evoluzione della tua protagonista?
Ilia Moncada è una giovane penalista, dal forte intuito, ma dai modi alle volte un po’ impacciati. Non ama parlare in pubblico, cosa che nella sua professione può rappresentare un problema. Per questa ragione tiene sempre in tasca tre pietre di calcedonio blu: la pietra degli oratori. Si dice che la tenesse in bocca perfino Demostene per superare la balbuzie e che migliori le capacità dialettiche del suo possessore. Non posso dire molto sulla sua evoluzione, però entro il 2024 arriverà una nuova avventura.
- Come avvocato, qual è la relazione tra il tuo lavoro e la tua scrittura? Sia riguardo ai temi che tratti ma anche per mentalità e capacità che hai acquisito come avvocato e che ti risultano utili come scrittrice?
L’ambientazione legal dei miei romanzi di sicuro mi fa sentire a mio agio (scrivi quello che sai), inoltre è proprio in un’aula di giustizia, in tutte le sue macchinazioni e i suoi segreti, che finiscono le vicende di sangue.
Per chi scrive gialli questo, di per sé, è indubbiamente di aiuto, ma la sinergia tra il mio lavoro e la scrittura non si ferma qui.
Il processo, specie quello penale, è un conflitto e quindi non è molto diverso da una storia. Se guardiamo poi gli elementi che lo compongono, è facile scorgere una struttura in tre atti, simile all’architettura narrativa.
Costituzione delle parti, questioni preliminari e lettura del capo d’imputazione compongono il primo atto, che possiamo definire una vera e propria “chiamata all’avventura” o “un incidente scatenante”.
Il secondo atto rappresenta lo sviluppo centrale: è la parte in cui in genere l’eroe, il protagonista, conosce gli alleati e combatte i nemici, pronti a ostacolarlo nel raggiungimento della sua missione. A mio modo di vedere, coincide con l’istruttoria del processo: i testimoni d’accusa e di difesa non ricordano infatti un po’ “i nemici” e gli “alleati” di tutte le trame archetipe?
Infine il terzo atto che si apre con il climax.
Nel processo penale è l’arringa: si sviluppa con un esordio, l’argomentazione, l’epilogo. Ritorna lo schema in tre atti aristotelico.
Tutto è narrazione, basta guardarlo dalla giusta angolazione.
- Hai pubblicato anche, Guida pratica per scrittori sulle procedure di polizia giudiziaria, un manuale per scrittori di gialli, com’è nata questa idea e quali ritieni siano i punti di forza di questa pubblicazione?
Link affiliato
L’idea è nata chiacchierando con Marika Campeti, una delle capo-redattrici di Writer’s Magazine Italia. Per la rivista abbiamo pensato di inaugurare una rubrica che si chiama “L’avvocato risponde” in cui, appunto, rispondo alle domande che gli scrittori mi rivolgono sui social per sciogliere alcuni nodi di trama relativi a problemi che riguardano la procedura penale. Da qui l’idea di farne un manuale insieme al giudice Santino Mirabella, mio coautore. Abbiamo deciso di mantenere un tono leggero per sdrammatizzare tutti quei meccanismi e “il burocratichese” tipico delle procedure legali, ma cercando allo stesso tempo di toccare tutti gli argomenti che possono essere utili durante la stesura di un romanzo poliziesco.
- Autrice poliedrica, responsabile di collana, li consideri traguardi o punti di partenza? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In generale prendo la vita come “Il gioco dell’oca”: si torna sempre alla partenza. Sui progetti futuri, come accennavo prima, nel corso del 2024 sarà pubblicato un nuovo romanzo di Ilia Moncada, la protagonista de Il canto della falena. A luglio 2024 invece sarà pubblicato in un’antologia de “Il Giallo Mondadori” un racconto lungo ambientato negli anni Sessanta al quale tengo molto, liberamente ispirato a una storia vera.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Maria Elisa Aloisi, in libreria con “Il mistero di Villa Polifemo”
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Gialli, Noir, Thriller Ti presento i miei... libri News Libri Piemme Libri per ragazzi Maria Elisa Aloisi
Lascia il tuo commento