Io sono un angelo nero
- Autore: Paolo Pietroni
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Il mensile Mystere è certo di conoscere la sorte di Emanuela Orlandi ma “ogni riferimento è puramente casuale”
“Mystere” sa dove si trova Emanuela Orlandi e con chi sta. Come altre cento ragazze e ragazzi scomparsi, messi sotto osservazione dalla rivista, è sparita ventiquattro anni fa dopo un incontro con uno sconosciuto. Il direttore del mensile, Paolo Montecchi, ne fa oggetto di lezioni alla Cattolica di Milano. Ovviamente, parliamo di un libro e se il nome della testata può sembrare credibile o già sentito, tutta la storia è una fiction, un romanzo, “Io sono un angelo nero”, edito da Barion (Gruppo Mursia), 518 pagine 19 euro, a firma di Paolo Pietroni. Per chi non lo conoscesse, ora settantaquattrenne, ha diretto il settimanale “Amica”, fatto nascere testate come “Salve”, “Insieme”, “il Corriere Medico”, “Max” e anche “Class”, avviato i progetti iniziali di “Sette”, il settimanale del “Corriere della Sera”, e di “Specchio”, inserto de “La Stampa”. È stato il primo direttore di “Vanity Fair” in Italia e ha fondato, effettivamente, il vero mensile “Mystere”. Nella narrativa si è già impegnato con lo pseudonimo Marco Parma, firmando soprattutto il romanzo “Sotto il vestito niente”, nel 1983, dal quale è stato tratto l’omonimo film girato da Carlo Vanzina nel 1985.
Sebbene Montecchi si sforzi di convincere universitari e lettori che più del caso Orlandi gli stiano a cuore gli altri cento seguiti dalla redazione, è chiaro che la vicenda di Emanuela attrae l’attenzione morbosa di tutti. L’insolito docente ha un bel dire che in Italia spariscono ventiquattro ragazzi ogni giorno, uno all’ora e solo un terzo viene ritrovato, vivo o morto, quindi due terzi, vale a dire quindicimila in un quadriennio, sono ancora attivi in condizioni e luoghi diversi da quelli precedenti. Dice che se i redattori sapranno seguire nel modo giusto la pista di un giovane seminarista, Dino Floris, riusciranno a risolvere il mistero della ragazza, che ora non sarà più una ragazza: è sparita dal 1983!
Ritengono di sapere dove sia e con chi. O meglio, chi dovrebbe saperlo, perchè sta lavorandoci sopra da un anno, è la giornalista Marie Gilles, una fin troppo chiacchierata. Può sembrare bellissima e sensuale quanto ossuta e androgina, qualcuno dice che sia un maschio, con tanto di nome, Andrea Steiner. Fatto sta che quella pensa bene di eclissarsi o viene fatta sparire. E sì che in tanti erano sulle sue tracce e più di uno avrebbe voluto metterle le mani addosso. Se non peggio. Sono congregazioni occulte, come i Legionari di Cristo, antagonisti dell’Opus Dei e che cercano di realizzare il Regnum Christi. C’è all’opera anche il Castellano, l’uomo più malvagio, intelligente, potente, invulnerabile, dal quale i più consigliano di fuggire lontano, prima che sia troppo tardi.
Ad amici e conoscenti arriva un laconico SMS, da un cellulare immediatamente disattivato: non cercarmi. M.
È una gran giostra intorno a Marie, l’angelo ambiguo e dal sesso incerto, protagonista dello spettacolo teatrale “Il sesso dell’angelo”, messo in scena dal direttore Montecchi e interpretato da Carlotta Pisacane, direttrice del mensile “Butterfly” e da altri sei giornalisti. Per Paolo i cronisti valgono gli attori: come i teatranti sanno comunicare.
Chi dovrebbe invece mantenere il silenzio e parlare poco è la ridda di ecclesiastici, che ruota intorno alla storia, preti, monaci, confessori e sette religiose in conflitto tra loro.
Non sono da meno personaggi come la rossa Margaretha Bossi, pericolosa come un lupo, strani soggetti come Boss e Fragola, agenti non proprio efficienti al servizio del Castellano di Castel San Pietro e, dalla parte dei buoni, Don Antonio, sacerdote e nipote di vescovo, il maresciallo dei Carabinieri Paladino, oltre a un bonobo, una scimmia intelligente, molto simile agli uomini.
Un romanzo di doppiezze evidenti ed altre striscianti, storie che vengono da lontano. Una rete di intrecci, di persone, di affetti anche contraddittori. Per non dire, parafrasando Shakespeare, c’è del marcio oltre Tevere, ci sono più segreti in Vaticano, di quanti ne possa sognare la filosofia.
Non sarebbe superfluo, a questo punto, ripeter il classico distico: i personaggi sono il frutto della fantasia e ogni riferimento a fatti o persone è puramente causale. Ma con una serie di grandi punti interrogativi.
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