Il ruolo della donna in Inghilterra tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento (e continuando nell’intera e successiva epoca vittoriana) era ben preciso e delineato.
Le ragazze di buona famiglia che non dovevano lavorare ricevevano un’educazione tesa a trovare un buon partito per sposarsi entro i venticinque anni prima di diventare irreversibilmente delle spinsters (zitelle). Pertanto non era dato loro di andare per il sottile. Esse dovevano accettare chi le corteggiava mantenendo un atteggiamento fermo e al tempo stesso non eccessivamente distaccato, pur magari non essendo realmente interessate al corteggiatore.
Le protagoniste di Jane Austen
Jane Austen, pur non descrivendo donne totalmente anticonvenzionali, racconta di ragazze con idee meno legate al pensiero comune, disposte anche a rischiare un destino di solitudine pur di non cadere nella rete del matrimonio per convenienza.
L’esempio a cui ci si riferisce è Elizabeth Bennet (protagonista di Orgoglio e pregiudizio), volitiva e coraggiosa anche se alla fine sposa felice di un uomo che però ama riamata.
Dalla lettura dei romanzi di miss Austen le ragazze più convenzionali come Emma o la minore delle Bennet sisters, Kitty, vengono descritte con chiara ironia a conferma della scarsa considerazione che la scrittrice evidentemente dava a questi personaggi legati a dei cliché.
Jane Austen era una protofemminista?
È tuttavia difficile affermare che la Austen fosse una protofemminista.
Le scarse notizie biografiche non fanno capire se il suo nubilato fosse frutto di una scelta determinata da motivi ben precisi, anche se il libro e il successivo film Becoming Jane (Diventare Jane) ne hanno dato una spiegazione non del tutto confermata storicamente.
Sicuramente la scrittrice britannica ha saputo, pur in maniera forse inconsapevole, slegarsi dal ruolo a cui il destino voleva costringerla.
In silenzio e nell’anonimato cercava di dare un’opinione, cambiando pian piano le situazioni.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Jane Austen: protofemminista o donna del suo tempo?
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