Jim entra nel campo di basket
- Autore: Jim Carroll
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2013
Dopo tanti anni torna in libreria questo classico della narrativa americana, edito da Minimum Fax. Quello che colpisce da subito è la nota sulla quarta di copertina, e in particolare quella frase di Kerouac il quale afferma che:
Jim Carroll a tredici anni scrive meglio dell’89% degli scrittori americani attualmente in attività.
“Jim entra nel campo di basket” è un diario scritto da un Carroll adolescente e che descrive i suoi giorni tra scuole perbene, gruppi di teppisti, amicizie equivoche, sesso. Ma soprattutto tra le due grandi passioni di quel periodo ci sono l’eroina e la pallacanestro, che sembrano andare di pari passo. A fare da sfondo una New York fatta di spacciatori, tossici, ladri. Una città delirante, molto diversa dall’immagine che se ne voleva dare.
Presto farò alzare il culo a un sacco di gente e gli farò sapere che succede veramente nei vicoli ciechi che si annidano tra le loro strade bene con doppi garage.
E poi il periodo dove la guerra in Vietnam dominava lo scenario internazionale e la Guerra Fredda era tanto presente che sembrava respirarla in ogni vicolo, tanto tangibile che sembrava prenderti e condizionarti nelle scelte di vita. Allora, consapevolmente o inconsapevolmente, viaggiare con la mente per mondi sconosciuti, fantastici e innocui diventava il miglior modo di evasione, il miglior tentativo di distogliere l’attenzione dall’assillante pensiero di una bomba imminente e di una distruzione totale da parte di quei governi di morte che complottano e capelli bianchi che accecano.
Il miglior modo che molti vedono per raggiungere questo stato è il rifugio nella droga. Anche perché nessuno pensa al futuro come una cosa a lungo termine e quindi si cerca di vivere il momento e di finalizzare di volta in volta piccoli obiettivi sempre meno ambiziosi quali vincere un torneo di basket o fare semplicemente sesso con una signora matura.
Vivere prendendo tempo fra una crisi e l’altra di quelle che intervallano la guerra fredda. Compri tempi pagando paura.
Un diario che lascia di sicuro spiazzati e che non dà vie di uscita se non quella che un giorno forse una poesia o un libro o una qualsiasi forma di arte possa buttare giù questo sistema basato sulla paura e sul suo utilizzo.
Forse un giorno sarà soltanto un libro di otto pagine, tutto qui, e ogni volta che se ne volterà una un pezzo di Pentagono andrà in fumo.
Jim entra nel campo di basket
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