L’ajo nell’imbarazzo
- Autore: Giovanni Giraud
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
L’ajo nell’imbarazzo è una commedia in tre atti del 1807 scritta da Giovanni Giraud a Roma e tradotta immediatamente in opera buffa da Donizetti e in diverse lingue. Non solo: Radio 2 ne fece un dramma radiofonico che io, allora bambina, ascoltai con piacere. Moltissimi anni dopo lessi l’opera su Internet, essendo ormai scaduti i diritti d’autore. Insomma la commedia è quella che si dice un classico, pur non avendo un intreccio accattivante.
La trama è semplice: il marchese Giulio Antiquati ha due figli maschi, Enrico e Pippetto, che cerca di educare nel timore delle donne e con grande rigidezza, aiutato, così crede, dal precettore (l’ajo del titolo) don Gregorio. Ma non sa che il secondogenito, Pippetto, ha per amante la cameriera Leonarda, che lo ha iniziato all’amore, e il primogenito si trova in guai seri. Il giovane ha sposato segretamente (come si usava in caso di non consenso dei genitori) Giulia Onorati, dalla quale ha avuto un figlio.
I due sposi sono riusciti a mantenere il segreto fino a quando la madre di lei deve partire, lasciando la figlia sola a badare al neonato. Il precettore di Enrico conosce la situazione, ma ama troppo il padroncino per svelare il segreto e ben presto sarà sospettato di essere il seduttore della ragazza e di essere il padre del bambino; tutto ciò è alimentato dalla cameriera amante di Pippetto per salvarsi dalle chiacchere di don Gregorio.
Devo dire che gli uomini della commedia non dimostrano un grande coraggio, non affrontando i problemi e continuando a sostenere una situazione ingestibile. Sarà la giovane sposa ad affrontare suo suocero e a raccontare il fatto, oltre a farlo riflettere sul valore autentico della sua pedagogia che va contro la natura e la logica: i figli vanno allevati con l’affetto e non con l’ignoranza del mondo esterno. Don Gregorio rivela la tresca di Pippetto con la cameriera, che viene allontanata dalla casa nobile, e tutto si risolve con il perdono.
Cosa ci può insegnare una commedia così sorpassata? Ancora molte cose. Innanzitutto l’educazione dei figli, un tema attualissimo. Rigidezza o indulgenza? Autorità o autorevolezza? Sono tematiche importanti che non passano mai di moda. Educare i figli è importante in tutte le epoche ed essere un genitore non è facile.
Leggendo l’opera si fa il tifo per don Gregorio, precettore amabile e carismatico con i giovani, ma il povero marchese è forse così cattivo? No, è solamente un padre che sbaglia per amore dei figli, come tutti, e alla fine si dimostra pronto ad accogliere la nuora e il nipote.
E la ragazza povera e senza titoli è la prova di come le persone debbano essere giudicate per il loro carattere e non per la nobiltà di sangue; un tema importante, ancor più nella società dell’immagine. Lettura piacevole e con spunti di riflessione.
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