L’amore al tempo degli scoiattoli
- Autore: Elizabeth McKenzie
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2018
Quasi abbracciati nell’ultimo isolato di Tasso Street, in una cittadina della California conosciuta come Palo Alto, c’erano due umili bungalow, entrambi immersi nei gigli. E in uno di essi viveva una donna nella verde primavera della sua vita, e il suo nome era Veblen Amundsen-Hovda.
Comincia come una fiaba "L’amore al tempo degli scoiattoli" (Marsilio) – e delle fiabe ha molti tratti – la prima opera dell’americana Elizabeth McKenzie, tradotta in Italia, finalista al National Book Award e al Baileys Women’s Prize for Fiction, un romanzo tanto originale quanto divertente.
Veblen, che deve il suo nome a Thorstein Bunde Veblen, noto economista e sociologo statunitense di origine norvegese, è una:
comportamentista indipendente, esperta sollevatrice d’animi e freelance nell’animo, coinvolta in una storia d’amore tardiva con il mondo a causa di un’infanzia solitaria e di altre interferenze varie sopraggiunte fino a quel momento. A trent’anni preferiva ancora larghi e informi vestiti da maschio, un’abitudine difficile da mettere da parte quasi quanto quella degli amici immaginari.
Per essere più precisi, Veblen continua a passare da un lavoro temporaneo all’altro, dedicando però le sue energie ad una serie di traduzioni per il cosiddetto Norwegian Diaspora Project. Ogni mattina prende antidepressivi, non ha mai finito il college, ama leggere e compilare una lista di curiosità sugli scoiattoli e vorrebbe diventare un’esperta sulla vita e sulle idee dell’economista norvegese-americano al quale deve il suo nome. Morde se stessa quando deve gestire uno stress emotivo e infine, parla con gli scoiattoli, non ultimo un morbido esemplare di Sciurus griseus, dal manto color carbone e il petto bianco come una camicia in stile, che sarà uno dei protagonisti del romanzo.
La giovane si è appena fidanzata con Paul Vreeland un brillante neurologo, alto e di sana e robusta costituzione, ma il loro rapporto è destinato ad affrontare prove difficili.
Se la giovane deve ancora superare le conseguenze di un’esistenza trascorsa con una madre ipocondriaca, iraconda e narcisista – il suo attuale marito viene definito “eunuco” dai futuri suoceri – e con un padre che ora è rinchiuso in un ospedale psichiatrico, Paul è il prodotto di cattivi genitori, ex hippy, coltivatori di marijuana, complottisti convinti. Essi hanno a tal punto concentrato ogni attenzione sul fratello disabile, da portare l’altro figlio, del quale hanno soffocato ogni ambizione, a volersi circondare di tutti i simboli del consumismo materialista: una casa elegante, uno yacht, amici ricchi… Per questo, Paul ha lasciato un lavoro sicuro da ricercatore a Stanford per cercare di farsi un nome grazie ad un studio clinico presso l’ospedale per veterani di Menlo Park, finanziato dall’ereditiera di un’importante casa farmaceutica. Il suo obiettivo è sviluppare un dispositivo per ridurre al minimo il trauma cerebrale sul campo di battaglia, ma la sua invenzione, dal nome piuttosto evocativo di “Foracranio pneumatico TURBO”, finisce per coinvolgerlo in un rischioso affare con il Dipartimento della Difesa – una trama secondaria, questa, che non finirà di stupire e appassionare il lettore.
Fra le altre cose, Paul non ama gli scoiattoli, dimostrando di avere una visione eccessivamente negativa della vita selvatica e non ama nemmeno l’attitudine di Veblen a parlare con loro:
Puoi farti degli altri amici. Questo scoiattolo non è il personaggio di un libro di favole. Gli animali veri non indossano scialli e cappelli a cilindro, e non scrivono poesie. Si stuprano l’un l’altro e mangiano i loro figli.
Dopo il fidanzamento, non può mancare il momento di “conoscere i genitori”, un classico e inevitabile rito di passaggio, solo che la personalità irregolare di sua madre provoca in Veblen un certo terrore. Paul che disseziona cervelli, può certo sopportarla e fa di tutto per assecondare la futura suocera quando questa gli elenca i disturbi di cui soffre, un catalogo illimitato di sintomi e allergie: oltre a un problema di emicrania trattato con atroce sufficienza, essi comprendono illusioni, afasia, ipotermia, sensazione di rotazione, paralisi facciale, paralisi degli arti superiori e narcolessia. Ha inoltre scoperto che una donna di mezza età con sintomi non comuni può essere etichettata facilmente come pazza o, come nel suo caso, come soggetto psicosomatico o ipocondriaco.
È Veblen a mantenere eroicamente il senso di unione e la pace tra tutte le parti coinvolte nell’imminente matrimonio. Nonostante una certa disfunzionalità, lei ama la famiglia di Paul:
Per alcuni la famiglia acquisita è un fardello e una maledizione. Per altri, invece, è un gruppo di persone che apre la porta solo per te; ed era proprio così che Veblen vedeva i Vreeland, che ai suoi occhi erano la famiglia più gentile e ammirevole della quale potesse sperare di entrare.
Nella coppia ci sono differenze sufficienti a mandare tutto all’aria, ma quale giovane coppia ci crederebbe mai?
Solo Albertine, la migliore amica di Veblen dalle elementari, una brillante analista junghiana, dà una precisa interpretazione della vaga sensazione di imminente sventura che l’amica prova:
Soltanto assicurati che non sia una consapevolezza crescente del fatto che Paul è una persona sbagliatissima per te e ti rovinerà la vita.
E le consiglia la lettura del capolavoro di Adolf Guggenbühl-Craig, analista junghiano e primo terapeuta di gruppo a Zurigo, Matrimonio. Vivi o morti, dove si afferma che il matrimonio è una lotta continua e inevitabile che può essere risolta solo attraverso la morte.
Ognuno dei tic di Veblen e tutte le sue strane passioni hanno radici lontane, ma costituiscono la sua risposta ad un’infanzia catastrofica: lungi dal renderla pazza, contribuiscono a mantenerla sana di mente. Anche se Paul potrebbe sembrare a prima vista diverso, in realtà ha commesso in gioventù errori che considera orribili e che lo hanno segnato.
Diventa allora determinante per tutti i protagonisti elaborare il proprio passato prima di poter prendere possesso del loro presente e, soprattutto, del loro futuro.
Non è un caso che, sempre secondo Adolf Guggenbühl-Craig:
...le nozze sono più di una festa o di un vincolo legale. Non sono altro che un ring di boxe, con due persone che si affrontano riconoscendo le loro identità separate piuttosto che la loro unione, e lo fanno in compagnia di tutte le persone che rivendicano diritti su di loro. Un matrimonio è il momento e il luogo per riconoscere la potente stretta del passato nella negoziazione di un futuro condiviso.
Consapevoli o meno di questa importante verità, riusciranno i due fidanzati a convolare a nozze, nonostante tutti i malintesi, gli incidenti, gli accidenti che sembrano volerli intralciare in questo percorso?
Senza svelare al lettore le innumerevoli situazioni divertenti ed incredibili in cui si troveranno coinvolti, possiamo concludere con una certezza: lo scoiattolo si divertirà fino alla fine a dare spettacolo!
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