L’anello che non tiene
- Autore: Paolo Mazzocchini
- Anno di pubblicazione: 2013
Paolo Mazzocchini ci presenta in un’intervista la Sua raccolta di racconti "L’anello che non tiene" (Aracne, 2013).
- 1) L’anello che non tiene è una raccolta di racconti apparentemente piuttosto variegata: esiste un filo conduttore sotterraneo che lega insieme i vari pezzi?
La varietà risente un po’ dei tempi diversi in cui i racconti sono stati scritti. E tuttavia un denominatore comune profondo esiste e risiede nella fondamentale tragicità del destino e della condizione umana. Un po’ tutti i personaggi si confrontano infatti con un evento che permette loro di scoprire se stessi e il senso (o il non senso) della loro vicenda esistenziale.
- 2) Le citazioni di autori classici sono frequenti nelle epigrafi e nel testo stesso: come mai questa predilezione?
Sono filologo classico e insegno in un liceo. La cultura greca e latina (anche se non solo quella) sono il mio pane quotidiano. Ritengo che questo nutrimento, dello spirito e del pensiero – intendo - e non soltanto delle forme letterarie della civiltà antica, manchi oggi nel background formativo di molti scrittori moderni; e che ciò costituisca, sul piano artistico, un impoverimento.
- 3) Da quali realtà vissute e da quali modelli letterari ha particolarmente tratto ispirazione?
I miei grandi modelli letterari sono principalmente i classici; tra essi soprattutto Lucrezio e la tragedia greca. Tra i moderni metterei in prima fila Leopardi e Kafka; e poi i grandi russi, soprattutto Gogol e Cechov. Quanto alle realtà vissute, il mondo della scuola è certamente molto presente nei miei racconti, e così anche (ma più limitatamente) l’esperienza storica e politica degli anni settanta.
- 4) I suoi personaggi appaiono talora antieroi solitari e malinconici: non le sembrano un po’ inattuali?
Se si intende la letteratura come specchio immediato dell’attualità, non faccio fatica a riconoscere che alcuni sono inattuali, lontani dal vitalismo banalmente ottimista della nostra società. Ma la letteratura più autentica è quella che trascende la contingenza e rappresenta paradigmi metastorici. Diversamente si tratta di letteratura di facile consumo, di istant- books destinati ad essere consumati e gettati.
- 5) Il suo è un esordio narrativo a più di 50 anni: come mai una ‘conversione’ letteraria così tardiva?
In realtà si tratta solo di una pubblicazione tardiva (riproposta per altro ora da Aracne in seconda edizione riveduta) dei miei scritti: essi sono stati in realtà concepiti ed elaborati (come dicevo sopra) in tempi diversi da circa 30 anni a questa parte. La scrittura creativa è stata infatti per me un’attività sporadica, anche se molto coinvolgente; quasi un fenomeno carsico affiorante nelle parentesi che mi sono state concesse di tanto in tanto dal mio lavoro di insegnante e di studioso. Conto tuttavia, nel tempo che mi resta, di coltivare più estesamente questo genere di scrittura, tanto che curo un blog letterario ed ho in progetto non solo nuove opere di narrativa, ma anche di poesia (a breve uscirà una mia prima raccolta Zero termico presso Italic Pequod).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’anello che non tiene
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