L’angelo custode
- Autore: Leo Giorda
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2022
La fascetta che circonda il romanzo d’esordio del giovanissimo scrittore romano Leo Giorda parla di un “talento cristallino” nel riferirsi alla scrittura del narratore. Ne L’angelo custode (Ponte alle Grazie, 2022) l’autore inventa un investigatore davvero originale, Woodstock, che si muove sulla scena dei bar, delle piazze, degli ambienti giovanili della Roma attuale, tra Testaccio e San Lorenzo.
L’autore in realtà costruisce la storia su tre personaggi, diversissimi, ben costruiti, che ci raccontano una capitale a tratti inquietante. Claudio Gatto, un musicista fallito in seguito a un episodio di stalking che anni prima ne aveva distrutto la promettente carriera, viene accusato di un orribile delitto: nel cassonetto sotto casa sua è stato ritrovato il corpo decapitato di un bambino, e dati i suoi precedenti il vicequestore Giacomo Chiesa, poliziotto determinato e potente, crede di avere già trovato il colpevole.
Il povero Gatto ha un alibi: suonava come ogni sera in un locale; ma capisce di essere in pericolo. Un amico pusher, a cui si rivolge per qualche canna, gli indica uno strano personaggio, che sotto l’influsso del fumo riesce a vedere ciò che non è sotto gli occhi di tutti, ed è capace di svolgere indagini a titolo gratuito, per amore della verità.
Woodstock, il cui vero nome è Adriano Scala, è un maestro elementare, vive ancora al quartiere Tuscolano con la mamma Rita dopo la separazione dalla moglie, e mostra di possedere doti particolari, malgrado il disordine della sua vita. Tra questi tre personaggi scatta una sorta di corto circuito che li fa incontrare, conoscere, apprezzare, malgrado svolgano ruoli e interpretino parti così diverse.
Come in tutte le storie romane, c’è di mezzo il Vaticano con i suoi segreti, porporati e collegi tenuti da irreprensibili suore, c’è la magistratura, ci sono i vari potentati che nella vita della capitale hanno sempre avuto un ruolo centrale. Ma il vicequestore Chiesa è un uomo coraggioso, e capisce di dover collaborare con lo strano e insolito volontario, Woodstock, che appare coinvolto profondamente nella storia in modo difficilmente decifrabile.
L’intreccio è condotto dallo scrittore con vera maestria, portando a scoperchiare verità inconcepibili ma purtroppo molto realistiche. Nell’infanzia di Adriano Scala è avvenuto qualcosa che lui ha provato a rimuovere, ma che ora viene fuori in modo prepotente ed è al centro della torbida vicenda che vede la morte violenta di alcuni bambini, scomparsi da altrettanti orfanotrofi. C’è un profondo senso di giustizia che i personaggi del romanzo rivendicano, ognuno a suo modo. E c’è anche molto coraggio da parte di uomini normali, coinvolti in storie più grandi di loro.
Non si fanno sconti né alla violenza dei comportamenti delle forze dell’ordine, né alle mele marce presenti nella magistratura, e neppure all’omertà di certe gerarchie vaticane. Leo Giorda tocca vari temi scottanti, e ci restituisce una Roma vasta, dove in ogni quartiere si incontrano segreti nascosti, dove tra un caffè, un aperitivo e una canna la vita della grande capitale, attraversata da Woodstock su un vecchio Scarabeo d’epoca, mostra la propria grande fragilità. Giorda usa una lingua colloquiale, quotidiana, molto scorrevole e fluente, nel rappresentare ambienti e persone diverse, molto riconoscibili nei modi di vivere, esprimersi, rapportarsi alla realtà. Un altro romanzo romano, un altro pezzo della società odierna, vista con gli occhi di un autore giovanissimo.
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