L’animale donna
- Autore: Desmond Morris
- Genere: Scienza
Desmond Morris, famoso antropologo ed etologo, conosciuto al grande pubblico per i suoi studi sul comportamento dell’uomo e degli animali, ci guida in un tour attraverso il corpo femminile, le sue caratteristiche peculiari e i suoi adattamenti evolutivi, nonché attraverso i suoi numerosi tratti insoliti.
“L’animale donna”, infatti, è un saggio accattivante che esamina le parti del corpo della donna dalla testa ai piedi e, partendo dai nostri progenitori, ne descrive le funzioni antiche e moderne, le leggende che vi gravitano attorno i ruoli e i significati sociali.
Il corpo della donna, nel corso dei millenni, ha sviluppato caratteristiche che lo rendono complementare a quello dell’uomo ed è stato troppo spesso vittima degli usi, soprusi e costumi sociali in ogni angolo della Terra. Non più solo procreatrice, la donna è anche portatrice di abilità fisiche e intellettuali, diverse da quelle dell’uomo e non meno necessarie allo sviluppo della nostra specie. Partendo dai capelli e finendo nei piedi, l’autore passa in rassegna l’anatomia femminile, la fa metaforicamente a pezzettini e ci spiega perché le donne sono meno pelose degli uomini, perché hanno mani e piedi più piccoli, perché i seni sono diventati oggetto di attenzioni sessuali, perché i genitali femminili continuano a essere oggetto di mutilazioni in alcune parti del mondo, perché labbra e orecchie e capelli vengono adornati, e così via.
È un piacere leggere quest’opera di Morris, perché svela tante curiosità, fa riflettere sugli usi e costumi di popolazioni lontanissime da noi, fa sorridere e indignare nello stesso tempo, a poche pagine di distanza le une dalle altre. Quanti passi in avanti sono stati fatti nel cammino dell’evoluzione, e quanti ce ne sarebbero ancora da fare, almeno intellettualmente, per raggiungere un grado di conoscenza che significa non soltanto prevaricazione e controllo, ma soprattutto accettazione e rispetto. Sarebbe questa, a mio avviso, l’essenza della parità fra i sessi.
“Nelle tribù primitive, le femmine adulte erano troppo preziose per mandarle a caccia. I maschi adulti erano sacrificabili, ma anche così, se dovevano affrontare i pericoli fisici della caccia, avevano bisogno di tutta la protezione possibile. Un modo per ottenerla fu sviluppare crani più pesanti, con ossa più spesse, zigomi più forti e un dorso del naso più largo. Tutte assieme queste caratteristiche offrono una migliore protezione agli occhi. E un dorso del naso più largo significa che, in media, i nasi maschili sono più grandi di quelli femminili.”
L'animale donna. La complessità della forma femminile
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