L’artista della fuga. L’uomo che fuggì da Auschwitz per avvertire il mondo
- Autore: Jonathan Freedland
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2023
Un libro sulla Shoah, insieme alla sterminata produzione sul tema, potrebbe apparire una scontata riproposizione di racconti ormai noti. Invece il lungo saggio di Jonathan Freedland dal titolo L’artista della fuga: l’uomo che fuggì da Auschwitz per avvertire il mondo (Neri Pozza, 2023, traduzione dall’inglese di Leonardo Clausi) ci mette di fronte a un testo assolutamente originale.
Si tratta della storia di un giovane cecoslovacco, Walter Rosenberg, ebreo, che all’età di neppure diciotto anni (era nato nel 1924) tenterà di fuggire dalla sua terra occupata dai nazisti.
Il primo di tanti tentativi di fuga fallirà miseramente e il ragazzo si troverà catapultato nell’inferno della deportazione di massa degli ebrei verso un luogo sconosciuto di cui nessuno aveva mai sentito neppure il nome, un luogo in Polonia dove, dicevano i nazisti, tutte quelle migliaia di persone sarebbero state reinsediate per lavorare.
Intere famiglie con i loro pochi bagagli venivano chiuse nei vagoni piombati e come agnelli portati al macello. Walter arriva come tutti frastornato sulla rampa di Auschwitz, dopo aver provato periodi in campi di lavoro meno tragici e qui comincia la sua straordinaria e irripetibile esperienza.
Dopo aver trascorso mesi in cui ogni giorno rischiava di morire, come i suoi compagni di prigionia, per un caso, un capriccio degli aguzzini, una malattia non curata, una epidemia di tifo, mancanza di cibo, una punizione ingiusta, il giovane e forte Walter resiste; dotato di una straordinaria memoria fotografica che gli permette di registrare luoghi, numeri, metodi, cifre, arrivi, morti, Walter, che ormai si fa chiamare Rudolf (detto Rudi), incamera esperienze, competenze, riesce a progredire nella gerarchia del campo, proponendosi per ogni incarico, riuscendo ad avvicinarsi ai veterani, quelli che sono riusciti per ora a non soccombere, intenzionati a svolgere una sorta di resistenza di fronte ai quotidiani massacri di migliaia di ebrei ignari, provenienti da tutta Europa.
Rudi, però, sogna in grande: il suo obiettivo è fuggire da Auschwitz, raggiungere il mondo ancora libero e raccontare diffusamente cosa sta succedendo dietro al cancello dove si sta consumando il più spaventoso genocidio della storia.
Dopo vari tentativi non riusciti, con la complicità di alcuni prigionieri alla fine Rudi e il suo compagno venticinquenne Fred riusciranno, dopo aver trascorso tre giorni nascosti sotto una catasta di legna che con l’aiuto di un soldato russo, avevano reso non riconoscibile dai cani che le SS avevano sguinzagliato alla ricerca degli evasi, a guadagnare la libertà. La loro rocambolesca fuga, aiutati e non traditi, altro evento fortunoso e raro, li porterà nella loro patria d’origine.
La seconda parte del libro è incentrata sulla testimonianza fedelissima della macchina dello sterminio che Rudi, con la sua memoria prodigiosa, riporta. La sua approfondita conoscenza dei metodi scientifici che consentivano ai nazisti, con l’inganno, di avviare alle porte per gas milioni di persone, diventa una testimonianza che verrà ascoltata per lo più con incredulità, pregiudizio, diffidenza.
Cosa fanno gli alleati, Roosevelt, Churchill, il Papa, Horthy, quando verranno a conoscenza del dossier scritto e pubblicato da Rudi e Fred?
Praticamente nulla. Tutti gli intrecci politici, le strategie, le alleanze vengono raccontati da Freedland con ampiezza di documentazione storica.
Poi l’autore seguirà Rudi nella sua vita privata, nei suoi due matrimoni; dalla moglie Gerta avrà due figlie amatissime, ma la coppia è infelice e ognuno seguirà la sua vocazione professionale.
Tra Inghilterra, Canada, Stati Uniti vediamo Rudi mai davvero creduto: troppo spaventoso e inaccettabile quello che continuava a raccontare.
Un lungo libro che fa riflettere, meditare, come proponeva Primo Levi, e come tutti noi non dobbiamo stancarci di ricordare, aggiungendo sempre nuovi tasselli alla spaventosa storia che ha reso il Novecento la tomba della civiltà occidentale.
Rudi è un personaggio dal carattere difficile, non sempre simpatico, poco capito, ma dotato di un coraggio civile e di una forza straordinariamente efficace. Avvertire per salvare, fare in modo che la perversa e oliata industria della distruzione degli ebrei d’Europa potesse essere almeno inceppata.
Rudi riuscirà a salvare qualcuno, tuttavia non quanti lui e il suo compagno di fuga, Fred, morto povero e dimenticato, con il loro enorme sacrificio si erano prefissi.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’artista della fuga. L’uomo che fuggì da Auschwitz per avvertire il mondo
Lascia il tuo commento