L’emozione delle cose
- Autore: Angeles Mastretta
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2013
«Ignoro dove sto andando o come andarci, in un libro che non so ancora se sarà una raccolta di memorie, un’indagine nel passato dei miei genitori, una ricerca o un’idiozia. Comincio pagine che saltano da un ricordo all’altro, illuminando frammenti di tempo senza un ordine, solo perché siano ricordati».
La scrittrice e giornalista messicana Ángeles Mastretta ha raggiunto la fama internazionale grazie a romanzi come Donne dagli occhi grandi, Male d’amore e Strappami la vita, tutti editi in Italia da Giunti Editore. Con il suo ultimo libro, L’emozione delle cose (Giunti, 2013), l’autrice ha voluto condividere con i lettori i tanti ricordi legati agli antenati italiani, ai nonni, ai genitori, ai suoi quattro fratelli, ai figli… anche per mettere un po’ di ordine nel suo passato e regolare così qualche conto rimasto in sospeso.
Si tratta di ottantanove capitoli – alcuni brevissimi, di poche righe, altri più lunghi, ma che non superano comunque le cinque o sei pagine –, nei quali rivivono, sul filo di una memoria che sa riconoscere i propri limiti, situazioni che, pur nella loro apparente semplicità, hanno suscitato in lei emozioni particolarmente intense. In esse ogni lettore riconoscerà certamente qualcosa di sé, della propria vita. In questa specie di album di famiglia sfogliato quasi a caso, ricorrono spesso alcune figure: la madre, bellissima e distinta fin da giovane; il padre, figlio di immigrati, restio a parlare della sua vita e, in particolare, della guerra combattuta in Italia; i nonni, gli zii, la sorella Verónica, coraggiosa ed ostinata, e i fratelli, appassionati di automobili, e il loro sogno di aprire una fabbrica in Messico. Ma ci sono anche le gite al lago, il periodo dell’università e il primo lavoro come giornalista e i versi di scrittori morti, con i quali conviviamo “come se fossero vivi”…
La vita dell’autrice si presenta al lettore come un movimento a spirale, così che si rende necessario tornare più volte nello stesso luogo, intendendo con «luogo» non necessariamente uno spazio, ma anche un ricordo, una persona, una situazione emozionante o estremamente dolorosa, come la perdita di una persona cara. La scrittura, elegante, poetica, ricca di aggettivi e di figure retoriche che, lungi dall’appesantire la lettura, conferiscono alle frasi ritmo e musicalità, diventa allora un mezzo per percepire e per esprimere più intensamente se stessi; per rievocare altri universi, stimolare interrogativi, placare inquietudini; per evocare il passato, il presente e il futuro, mondi interiori immaginati e mondi esterni reali che confluiscono in immagini allusive e suggestive.
Il libro, il cui penultimo capitolo è dedicato alla decisione di spargere le ceneri dei genitori nel giardino, sotto gli alberi, si conclude con una dolorosa e, insieme, liberatoria presa di coscienza:
“Finalmente non rimane che continuare a vivere, e morire di dolore, con il gusto di vederci vivi. Con il televisore acceso sulla partita di calcio e l’anima tenuta insieme da spilli, fissata infine sul semplice niente di chi sa di essere in bilico, ma in pace. Per un momento, non di più, ma finalmente in pace. Scrivo tutto questo con un senso di gratitudine verso di voi, che siete qui a leggerlo e a dialogare con la mia memoria”.
L'emozione delle cose
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