L’eredità di Dracula
- Autore: Davide Benincasa ed Eufemia Griffo
- Anno di pubblicazione: 2014
“Liriche gotiche sull’Amore oltre il Tempo” è il sottotitolo di questo volume in uscita oggi per i tipi della casa editrice romana. Un libro originale, metà saggio e metà raccolta di poesie che intende “scrutare dentro l’amore, attraverso la poesia”. Gli autori infatti sono convinti che Amore e Poesia coesistano da sempre “in un indissolubile legame. Difficile immaginare l’uno senza l’altra”. Quindi quale modo migliore di recuperare un classico come Dracula redatto dallo scrittore irlandese Bram Stoker nel 1897, con un libro che diventa una scatola di poesie
“liriche (composte secondo strutture metriche definite), concatenate l’una con l’altra, ma non obbligatoriamente indissolubili, che parlano di Amore e di Poesia”.
È la poesia l’aspetto nascosto di un romanzo finora a torto considerato come horror per la cui scrittura Stoker si era ispirato con l’aiuto di stralci di lettere e di diari alla figura di Vlad III Principe di Valacchia, considerato come eroe nazionale in Romania,
”dove è ammirato per le sue virtù di combattente e per le sua gesta a favore della difesa e della liberazione della sua terra”.
In Dracula Stoker aveva rivisitato il mito del vampiro che appartiene alla tradizione popolare e al folklore contadino. L’origine del non morto (nosferatu) risale all’antichità e sul tema del vampirismo si possono trovare tracce risalenti addirittura ai greci e ai romani. Scritto a quattro mani da un poeta/impiegato modenese e da un’insegnante appassionata studiosa della poesia giapponese, il libro sfrutta l’immagine più romantica del modello vampiresco offrendo al lettore un approccio diverso alle vicende gotiche del Conte Vlad per dare una visione innovativa, che cerca di aggiungere qualcosa di nuovo e di fresco.
I componimenti poetici prendono spunto dal romanzo di Stoker e dall’omonimo film diretto da Francis Ford Coppola nel 1992. Ne L’eredità di Dracula
“non si vogliono raccontare né le azioni storiche del principe valacco, né le gesta del vampiro”
ma solo esaminare i tratti caratteriali e psicologici, approfondendo l’aspetto interiore del personaggio. Il principe valacco, ama, soffre, riflette e piange, non è invulnerabile, anzi ha una parvenza di umanità, il suo peccare è frutto dell’imperfezione dell’uomo. Se il vampiro raccontato da Eufemia Griffo è “romantico, passionale, forte”, quello di Davide Benincasa per contrasto appare ”perfido, negativo, immorale”.
“Le nostre poesie non seguono necessariamente la finalità, i canoni e le regole morali imposte dalla specifica tipologia di componimento, ma ne utilizzano soprattutto la struttura e l’estetica”.
Il lettore vedrà i personaggi muoversi su un palcoscenico immaginario mettendo in evidenza “i loro sentimenti, le loro paure, i loro desideri, le loro emozioni”. Un set cinematografico, uno scenario fantastico, un viaggio dentro l’anima dei protagonisti, “indossandone i panni, per scoprirne l’essenza del pensiero”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’eredità di Dracula
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