L’insolenza e l’audacia. Sul disordine dei nostri libri
- Autore: Massimo Gatta
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Un pamphlet ricco di note, prezioso per chi ama i libri, per lettori accaniti che li collezionano, per gli amanti delle biblioteche è L’insolenza e l’audacia, edito da Graphe.it, ultimo lavoro di Massimo Gatta, bibliofilo, scrittore, universitario, studioso e bibliotecario. Basterebbe la sola lettura dell’indice bibliografico per comprendere quanto sia affascinante e interessante il percorso tra romanzi, approfondimenti, studi, racconti, e quanto sia intrigante interrogarsi sui quesiti che l’autore si pone e pone tra le citazioni di Mario Andreose (Uomini e libri), Canetti, Eco, Walter Benjamin, Federico Caffè, Andrea Kerbaker (Lo scaffale infinito), Roberto Calasso, solo per citarne alcuni.
Possedere migliaia di libri non è una virtù, ma un irresistibile peccato; quando si vive con e per i libri, il disordine è compiutezza, scrive Luigi Mascheroni, raffinato bibliofilo e giornalista, nella prefazione al libro. Il dilemma di come ordinare la propria biblioteca, scrive il nostro autore, viene da lontano, dalle biblioteche del mondo antico alle più moderne biblioarchitettoniche. Dai rotoli di papiro della biblioteca del generale macedone Tolomeo I ad Alessandria, ai tomi e manoscritti medioevali custoditi nelle biblioteche dei monasteri e nelle abbazie di mezza Europa. Luoghi di una bellezza misteriosa nei quali l’entropia e il disordine sono suggestioni profonde:
“Luoghi come la biblioteca domestica nei quali l’entropia sembra dilatarsi e l’ordine iniziale tende lentamente, inesorabilmente, a vacillare, lasciando sempre più spazio al caso e poi al suo anagramma caos”.
Catalogare la propria libreria seguendo ordini alfabetici, per materie come si prediligeva nell’Ottocento, per cronologia, per aree semantiche, con “ordine geologico” come quella di Roberto Calasso, o disponendo con cura i dorsi dei libri in marocchino, o semplicemente secondo il formato dei libri, è ad ogni modo una libertà individuale, assoluta. Ma è anche vero che “il puro disordine” appartiene ai tanti amanti dei libri, bibliomani, bibliofili e bibliofolli. Nella mia piccola casa posseggo poco più di seimila libri (ahimè sotto i diecimila!) disposti casualmente e disordinatamente. Di ognuno di loro ricordo quando li ho acquistati da ragazzina, da studentessa, da madre e in quale città, Firenze, Siena, Perugia, Salerno, Milano; conosco il loro posto, sotto, sopra, accanto, seconda fila, spesso in terza. Libri di tempi lontani con le loro storie da narrare cercati nei mercatini o nelle librerie all’apparenza piccole botteghe con pile di libri accatastati, una vero godimento per chi li ama. Disordinata è anche la mia scrivania dove trovano posto d’onore, in “un ordine complesso” tra appunti, quaderni, ritagli, libri che non voglio siano altrove perché mi piace leggerli e rileggerli.
L’insolenza e l’audacia è una piacevolissima e istruttiva lettura, che mi ha fatto tornare in mente i racconti di Miriam Mafai e del suo appartamento pieno di libri, il triestino Robert Bazlen (Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste) circondato da innumerevoli manoscritti nella sua stanza in affitto a Roma, Charles Nodier e il suo bibliomane. E mi sono chiesta di Emil Cioran, grandissimo lettore, che non disponeva di molti libri nel suo studio nella mansarda di rue de l’Odéon a Parigi, perché li prendeva in prestito nelle biblioteche, soprattutto la Bibliothèque Nationale e che negli ultimi anni della sua vita li impilava l’uno sull’altro sul pavimento del corridoio; come avrebbe ordinato la sua biblioteca?
Un intenso coinvolgimento di emozioni nell’universo libresco, tra il governo e la paura di perderli, è descritto in questo piccolo volume, brevi viaggi tra gli scaffali celebri della casa biblioteca di Umberto Eco, della casa dei libri di Giovanni Spadolini e Massimo Cacciari, di Giulio Einaudi, giungendo alle sette stanze “adibite alla custodia” della sua biblioteca di Giampiero Mughini, “se ci sono loro, c’è tutto in una casa”, ne La stanza dei libri; alla più famosa biblioteca di Leopardi e alle “biblioteche segrete” di D’Annunzio. E cosa dire dei benefici che l’autore elenca inoltrandosi nella sua disordinata biblioteca tra migliaia di libri, pile di documenti, tra anarchia e mescolanza, tra l’iniziale ansia e la successiva serenità nel ritrovare dopo giorni o mesi un titolo cercato furiosamente.
“Perché in fondo ci si può circondare di libri che si possono leggere anche nel disordine caotico, nel vortice cumulativo di dorsi e copertine e titoli, anche senza sfogliarli, semplicemente sfiorandoli coi polpastrelli”.
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