L’intervista. La vita oltre lo spettacolo di Fernando Felli

Leo Longanesi definì l’intervista un articolo rubato. Scriverla può sembrare facile, invece ha le sue trappole. È un colloquio in presa diretta e bisogna sapersi confrontare con equilibrio e mestiere, che si impara con l’esperienza, ogni volta, con i differenti interlocutori. L’intervista. La vita oltre lo spettacolo racchiude una raccolta di interviste a molti dei protagonisti di un tempo e di questo tempo, musicisti, attori di teatro e del cinema, da Paola Gassman a Gabriele Lavia, da Michele Placido a Eleonora Giorgi, tutt’oggi beniamini del pubblico, che si presentano senza veli, narrando di sé, del lavoro, delle loro emozioni e delle loro paure. L’autore è Fernando Felli, giornalista e fondatore de Il Giornale di Rieti. Scrittore con mille interessi, ama le moto d’epoca, la musica anni ‘60 e ’70, le arti e il teatro. Ha firmato, inoltre, la sceneggiatura de I giorni della collera, un film dello scorso anno con la trama su uno degli avvenimenti più tragici della nostra storia recente: la strage di Bologna.

Fernando Felli, in questo suo ultimo lavoro, colloquia con Nino Castelnuovo, Flavio Bucci, Annamaria Guarnieri, per dire solo alcuni delle attrici e degli attori indimenticati, che il grande pubblico ha imparato ad apprezzare ed amare guardandoli in televisione. Straordinari attori di teatro prestati alla Tv, che recitavano in diretta, tra i cavi, nei famosi sceneggiati televisivi. Negli anni sessanta e negli anni a seguire gli sceneggiati tratti dai grandi classici della letteratura furono trasmessi sul piccolo schermo. Come dimenticare quando, raccolti intorno al tavolo della cucina, la domenica sera si attendeva di vedere la puntata di E le stelle stanno a guardare, David Coppierfield con la regia di Anton Giulio Majano, o dei I Promessi Sposi. Oppure quando il Festival di Sanremo era atteso e seguitissimo per poter ascoltare e vedere i gruppi musicali più gettonati I Camaleonti, o l’eclettico cantante Antoine e la sua Pietre, che qui raccontano con sincerità le proprie esperienze. E poi gli anni settanta segnati dalle canzoni di Lucio Battisti e la lunga amicizia lavorativa narrata da Mogol (una delle interviste che più lascia sorpresi), alle nuove leve cantautorali, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato e Il Banco del Mutuo Soccorso del quale Francesco di Giacomo era l’anima. Se si fosse voluto scrivere un pezzo sul nostro teatro, cinema, musica e televisione e raccontarne i protagonisti, coloro che hanno contribuito alla storia delle arti e dello spettacolo in Italia, questo libro sarebbe quello giusto. L’intervista è una lettura avvincente e piacevole che ci permette di venire a conoscenza del fatto che Nicola Arigliano amava così tanto la musica jazz perché dava libertà all’improvvisazione. Liliana de Curtis ricorda la malinconia del padre, il grande Totò, perché legata alla sua infanzia sofferta, e l’elegante Gisella Sofio seduce ancora con la sua verve ironica. Giorgio Albertazzi, invece, racconta i suoi lunghi anni trascorsi sulle scene e la sua voglia immutata di continuare a fare l’attore, un lavoro che non sa bene come definire.

“Un attore non lo so bene cosa sia. Cosa sono io posso dire, perché c’è molta differenza fra gli attori e gli uomini. Dire attori non vuol dire proprio più niente, ci sono attori che sono semplicemente dei lettori, altri che ripetono le cose che gli dicono altri. Gli artisti invece si assomigliano un po’ tutti sia che facciano quadri, sculture o suonino. Penso di essere un artista e in questo senso nel bene e nel male, unico."

In ultimo, a chiusura del libro, vi è l’intervista mancata al regista Mario Monicelli: un incontro programmato nella settimana della sua morte e che solo il destino ha voluto non si concludesse. Sono tanti i personaggi incontrati e intervistati dal nostro autore e in un dialogo immaginario con il lettore sono molte le piccole curiosità svelate della loro vita oltre lo spettacolo. Buona lettura!