L’investigatore Maximilien Heller di Henry Cauvain

Segnalato tra i libri consigliati dalla redazione di Robinson di Repubblica, lo avevo letto su suggerimento del libraio Paolo della libreria Koob di Roma: il passaparola è sempre uno strumento vincente, perché il libro edito da Sellerio nel 2023 con la traduzione di Viviana Carpifave, “L’investigatore Maximilien Heller” dello scrittore parigino Henry Cauvain, nato nel 1847, è una chicca oltre ad essere una bella sorpresa.

Un giallo davvero avvincente, ottimamente costruito, ben ambientato in Bretagna per lo più, con una serie di colpi di scena che il narratore, un medico chiamato da un amico al capezzale dell’ancor giovane ma malatissimo Maximilien, racconta con dovizia di particolari, seguendo la straordinaria personalità del filosofo-avvocato- che risponde al nome di Heller. Moribondo, poi resuscitato, travestito, intraprendente, ostinato, curioso, dotato di grande intuizione investigativa, coraggioso: ecco il profilo del giovane uomo di fronte all’ingiustizia che rischia di far finire sulla ghigliottina l’innocente Guérin, che viene accusato di aver avvelenato con l’arsenico un potente, il banchiere parigino Bréhat-Lenoir di cui era il domestico, per impossessarsi della sua ricchezza.

Le ricerche per lo smascheramento del vero assassino sono lunghe e complicate e portano il nostro protagonista in un fiabesco e oscuro castello bretone, dove un orso feroce difende oscuri segreti, dopo essere passato per sale da gioco, feste da ballo, che ricostruiscono con magistrale e dettagliata precisione un’atmosfera un po’ bohemien e vagamente decadente tipica della Francia di fine Ottocento.

In una lunga introduzione al piccolo volume, lo scrittore Marco Malvaldi indaga con una domanda molto precisa: “Come si costruisce un investigatore nella letteratura gialla”? E cita alcuni punti inderogabili per chi si occupa di libri gialli, citando Agatha Christie e il suo Hercule Poirot o Conan Doyle, l’autore di un prototipo di investigatore come Sherlock Holmes, o le detective stories di Nero Wolfe. Il romanzo di Henry Cauvain sembra un po’ comprendere o anticipare tutti questi autori celebri e il suo Maximilien Heller sorprende davvero per la sua originalità: intuitivo, curioso, abile, colto, metamorfico, capace di vedere ciò che altri neppure notano, il giovane misantropo si muove alternando pigrizia e attivismo, osservazione e riflessione, coraggio e senso di malattia. Una trama costruita con grande abilità da parte dell’autore che fino alla conclusione del romanzo tiene le fila del mistero consentendo al lettore di arrivare alla fine pieno di curiosità e stupore. Una storia d’amicizia insolita, quella fra il medico narratore e il protagonista della storia: molto divertente.