L’ora di Agathe
- Autore: Anne Cathrine Bomann
- Genere: Psicologia
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2019
Il cambiamento nell’essere umano è forse uno degli aspetti più complessi, importanti e affascinanti in psicologia e anche tra i più studiati per via della sua difficoltà a metterlo in atto da parte di un individuo. In letteratura tanto è stato scritto sulla psicoanalisi e sulle dinamiche della personalità, ma trattare argomenti così impegnativi in narrativa è ben diverso che farlo in un trattato scientifico o in un saggio. Il rischio nel quale si rischia di cadere, infatti, è quello di approcciare tali temi in modo troppo specialistico, dando al romanzo un tono troppo didattico e risultando quindi alla lunga troppo noioso. Un’altra opzione possibile è quella di metterla sul piano umoristico, scelta che potrebbe andar bene per descrivere una singola scena, una situazione o un personaggio nel tentativo di fare dell’ironia o di dare più leggerezza alla narrazione, ma ciò non è possibile farlo per l’intera durata di un romanzo, soprattutto se incentrato su tale argomento, perché l’autore con buona probabilità potrebbe trasmettere una certa superficialità alla storia, sminuendo troppo l’importanza di un argomento cosi importante.
L’ora di Agathe (Iperborea, 2019, trad. Maria Valeria D’Avino) è un romanzo breve di Anne Cathrine Bomann, giovane autrice danese poco nota in Italia, nel quale il tema del cambiamento in psicologia, e più in generale da un punto di vista umano, viene trattato con delicatezza ma con estrema competenza e sensibilità. In esso viene narrata la storia, ambientata in una cittadina di provincia nella Francia degli anni Quaranta, di uno psicoanalista di settantadue anni, il quale stanco del suo lavoro e annoiato calcola quotidianamente in modo ossessivo i giorni che lo separano (circa sei mesi) dall’imminente e tanto agognata pensione. La sua routine quotidiana è scandita dagli appuntamenti in studio con i suoi pazienti, per i quali si avvale da molti anni della preziosa collaborazione di Madame Surrugue, la sua fidata ed efficiente segretaria, dalle piccole occupazioni in casa, dalle sue passioni, come la lettura, soprattutto per Sartre, del quale viene menzionato nel testo il celebre romanzo La noia, dall’ascolto della musica classica e dallo studio. La sua è da sempre un’esistenza solitaria, non è infatti sposato, non ha figli, le sue relazioni interpersonali si limitano di fatto al solo luogo di lavoro in quanto non ha amici, ma di tale assenza in apparenza non sembra soffrire più di tanto. Vive in un quartiere benestante nella stessa casa dove ha trascorso l’infanzia e dalla quale non se ne è mai andato.
Il protagonista, che è anche l’io narrante della storia e del quale non si conosce il nome, pianifica il suo lavoro con estrema precisione, tanto da conoscere con esattezza il numero dei suoi pazienti e il numero di appuntamenti che deve ancora affrontare nei prossimi mesi. L’evento che sconvolge la sua routine e il suo equilibrio in questo periodo di prepensionamento è l’incontro con una giovane donna di origine tedesca di nome Agathe Zimmermann, bruna di capelli, ma molto pallida e di una magrezza impressionante, la quale decide di voler farsi seguire da lui dopo essere stata in cura per molto tempo da diversi psichiatri, ultimo di essi il professor Durand. Egli stesso, dietro richiesta di Agathe, le consiglia di rivolgersi appunto al protagonista della storia.
Nonostante egli abbia fatto intendere in modo esplicito di non voler accettare nuovi pazienti, causa l’incapacità di madame Surrogue di respingere l’insistente richiesta della donna, si vede costretto ad accettarla come paziente, non prima di averle comunicato che il loro rapporto di lavoro non potrà andare oltre il tempo che gli resta prima di andare in pensione. Agathe accetta tale condizione e così iniziano a vedersi per le sedute due volte alla settimana. Tale rapporto di lavoro cambia la vita del protagonista da molti punti di vista, costringendolo a rivedere molte sue abitudini, idee e persino sentimenti. C’è una frase in particolare nel romanzo molto significativa, che evidenzia il tipo di rapporto che stabilisce tra psicologo e paziente e di come Agathe costringa il protagonista a riflettere sulla sua condizione:
"I nostri sguardi si abbracciarono. Aveva un’aria infelice o vedevo la mia infelicità in lei?"
Una paziente che scuote quindi il suo terapeuta quasi in una sorta di scambio dei ruoli, invitandolo in modo del tutto involontario a mettersi in gioco per stabilire una relazione autentica, nella quale in modo eccezionale i due personaggi si aiutano a vicenda.
Emblematiche in tal senso sono le seguenti parole che la paziente rivolge al protagonista:
"Ma dottore, come può passare l’esistenza ad alleviare il dolore degli altri, se non ha consapevolezza del suo?"
Lo psicoanalista anziano e disilluso diventa un uomo a poco a poco capace di riappropriarsi delle piccole gioie della vita, riscosprendo il gusto, i colori e i profumi, come quello della torta di mele di cannella che sua mamma cucinava quando egli era un bambino e del quale odora Agathe, capace cosi di rievocare in lui tale dolce ricordo.
A volte infatti basta un’improvvisa molla o stimolo, volendo utilizzare un termine più tecnico, per far scattare qualcosa nella mente umana, creando i presupposti per un cambiamento. Tutto questo viene raccontato dall’autrice in modo preciso, con attenzione e raffinatezza riuscendo in qualche frangente anche a mettere nella storia piccole dosi di sana ironia.
Una storia dunque incentrata sul tema del cambiamento possibile per un essere umano a qualsiasi età, ma che necessita un’attenzione, un impegno e una volontà costante senza i quali non è possibile realizzarlo. Il messaggio del libro viene riassunto molto bene da queste parole di Agathe:
"Non è vero, non è vero che è troppo tardi. Io credo che la vita consista in una lunga serie di scelte che siamo costretti a fare. È solo rifiutando di assumerci questa responsabilità che tutto diventa indifferente."
L’ottimismo che pervade questa storia ha tuttavia radici solide, non si tratta infatti di una favoletta rosa scritta senza cognizione di causa, in quanto l’autrice è anche psicologa.
Anne Cathrine Bomann, nata nel 1983, ha una storia personale singolare in quanto, prima di dedicarsi alla psicologia e in parallelo all’attività di poetessa e scrittrice, è stata una campionessa di tennistavolo, sport comunemente noto come ping-pong, ottenendo ben dodici titoli individuali nazionali in Danimarca e giocando anche all’estero per diversi anni. In una bella intervista pubblicata sul quotidiano "Il Manifesto" realizzata da Ingrid Basso, docente di filosofia, traduttrice dal danese e scrittrice, il 21 febbraio del 2019 in occasione dell’uscita in Italia del romanzo, Anne Cathrine Bomann ha dichiarato:
"Entrare personalmente nella vita degli altri, e non soltanto osservarla dalla poltrona dell’analista, permette al protagonista di capire che esiste una cosa ben peggiore della morte e cioè l’aver vissuto senza lasciare traccia nel cuore di nessuno."
A proposito invece della volontà di Agathe di scegliere di essere curata con la terapia e non con i farmaci:
"Ha sentito da un amico che il dottore la curerà con il dialogo e non con i farmaci, come tutti i medici che ha conosciuto fino ad allora. E credo che la sua pretesa in qualche modo sia comprensibile: un dialogo comporta la messa in gioco di entrambi gli interlocutori."
Sul buon riscontro di pubblico infine che il libro ha avuto nella sua nazione e in diverse altre nelle quali è stato tradotto:
"In realtà il romanzo è un po’ impegnativo per via dei temi che tratta come
la tristezza, l’angoscia e la solitudine provate dal protagonista. Allo stesso tempo ho cercato di dargli anche un pizzico di umorismo e di lasciar penetrare della speranza, un messaggio positivo con il quale i lettori si dovranno confrontare."
L’ora di Agathe (titolo originale dell’opera Agathe), pubblicato per la prima volta in Danimarca nel 2017 e in Italia da Iperborea nel 2019 con la traduzione di Maria Valeria D’Avino, è a oggi l’unico libro di Anne Cathrine Bomann disponibile in italiano. Ha vinto, sempre nel 2019, la ventiquattresima edizione del Premio letterario internazionale Credit Agricole FriulAdria "Scrivere per amore" di Verona. C’è da augurarsi che possano esserne tradotti altri in futuro data la buonissima qualità di questo suo esordio narrativo.
Un libro davvero intenso e ben scritto, dove si parla della possibiltà di una rinascita per ogni persona, che può avvenire nella vita a qualsiasi età se davvero si desidera realizzarla.
L'ora di Agathe
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’ora di Agathe
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