L’ultimo testamento della sacra bibbia
- Autore: James Frey
- Genere: Religioni
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2011
Tutti conosciamo la storia dei Vangeli apocrifi: qualcuno all’alba della cristianità ha selezionato i testi che sarebbero divenuti il pilastro della più popolare religione del mondo, ma nessuno sa dire con certezza quali criteri abbiano guidato la cernita. Sono stati scartati gli scritti che presentavano incongruenze troppo evidenti o quelli che annunciavano verità troppo scomode?
Se non siete credenti, ma piuttosto “dubitanti”, il romanzo di Frey vi folgorerà, come San Paolo sulla strada di Damasco.
Il Salvatore è vivo ed è rimasto con noi da sempre: di esistenza in esistenza, si incarna in neonati che una comunità di “esperti” sa riconoscere e cerca di preservare fino all’età adulta. Questi accorgimenti non sempre riescono a tutelare il giovane Salvatore, che spesso si ritrova a dover scardinare i perni sui quali è stata fissata la sua esistenza, per potersi aprire verso esperienze più adatte ad un Messia. E se, come in questo romanzo, il Salvatore rinasce a New York, l’ambiente dal quale si sente irresistibilmente attratto è quello dei sobborghi, tra i reietti della società, gli ultimi degli ultimi, che hanno creato una comunità nelle gallerie abbandonate della metro.
Con un iniziale avvertimento pirandelliano, l’autore ci informa di aver costruito il romanzo come un dossier, avvalendosi della collaborazione di amici, familiari e fedeli di Ben Zion Avrohom, il Messia. Il libro altro non è che la raccolta delle testimonianze di tredici, e dico proprio tredici, seguaci del Salvatore: ne risulta un ritratto molto sfaccettato di Ben Zion, che viene descritto da tredici punti di vista differenti. Permangono alcune caratteristiche che di certo farebbero ascrivere questo vangelo tra gli apocrifi: il Messia è bisessuale, è un rivoluzionario anarchico e pratica l’eutanasia. Forse, a pensarci bene, è un buon adattamento del Cristo che conosciamo a questi nostri tempi: come reagirebbe Gesù se tornasse oggi sulla Terra e per di più a N.Y.? Tra chi sceglierebbe i suoi seguaci? A chi tenderebbe la mano? Cosa additerebbe come peccato?
Sì, a pensarci bene, si può sostenere che il romanzo di Frey sia una valida contestualizzazione del più famoso testo sacro di tutti i tempi.
Aldilà dell’originalità tematica ed oltre la piacevolezza della lettura, questo romanzo conquista il lettore per i riflessi postumi dell’opera: voltata l’ultima pagina, restiamo ammutoliti a chiederci cosa ne sarebbe di noi se incontrassimo il Messia. Frey non ci fa preoccupare per il Giudizio, che Ben di certo si asterrebbe dal pronunciare, né per il Castigo, anch’esso del tutto estraneo alla teologia “zioniana”. Quello che alla fine del romanzo tutti si chiedono è come risponderebbero all’invito già proposto nel Vangelo del buon vecchio Marco:
«Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini»
Gli apostoli del tempo avevano di che dubitare, ma oggi, conoscendo già il finale della storia, cos’altro ci trattiene? Se siete veri “dubitanti”, questa è la lettura che fa per voi.
L'ultimo testamento della sacra Bibbia
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c’era bisogno di un altro messia per descrivere i mali di questo mondo?