La Fondazione
- Autore: Raffaello Baldini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2008
Un personaggio apparentemente folle con il desiderio di lasciare un segno, di marcare la sua esistenza attraverso oggetti di vario tipo collezionati nel corso di un’intera vita, con uno scopo ben preciso: creare la sua “Fondazione”. Questo è il titolo dell’opera teatrale di Raffaello Baldini, celebre poeta italiano del secondo Novecento, autore anche delle conosciutissima Intercity (2003). Ne La fondazione, l’autore – attraverso la presentazione di questo atipico personaggio – offre spunti di riflessione sul senso della vita, incarnando nel protagonista un senso di paura che tutti prima o poi sperimenteremo: la paura della fine, della morte. È uno scenario interessante, soprattutto se collocato nella realtà contemporanea: un mondo in cui tutto viene consumato alla velocità della luce.
Il personaggio di Baldini vuole far vivere la sua anima, post mortem, attraverso gli oggetti vedendo in questi ultimi l’essenza della sua esistenza; anche l’oggetto più insignificante ha il suo peculiare significato e ricordo. C’è tanta dedizione, infatti il protagonista considera questo suo progetto un vero e proprio lavoro, un lavoro assai meticoloso di raccolta, conservazione e catalogazione. Trovo molto suggestivo il modo in cui viene veicolato il messaggio con il fine di far emergere la percezione – che ha il protagonista – della vita: egli afferma di preferire il mare alla montagna, perché il primo è in continuo movimento, la seconda invece prima o poi ha un punto di arrivo, finisce. È proprio la cima di questa montagna a procurare ansia e preoccupazione. La vita condotta dal personaggio è molto solitaria a individualista, definendo noiose le persone della sua generazione e prediligendo le conversazioni che intrattiene con i giovani: ulteriore segno che si ricollega all’agonia precedentemente discussa. L’autore dell’opera offre a questo personaggio una profonda dimensione psicologica, lasciando al lettore il seguente quesito: questa mania del collezionismo affligge il protagonista rendendolo un pazzo o la sua potrebbe essere una malattia? In effetti, durante la lettura di questo libro sono frequenti i momenti in cui prevale questa nota ironica, è infatti un libro che fa ridere, ma anche molto riflettere.
L’opera originale è scritta in dialetto romagnolo (Baldini è nato a Santarcangelo di Romagna) e presenta un tono assai conversazionale, colloquiale, con frequenti correzioni e rimodulazioni, delle vere e proprie “marce” indietro. È un’opera breve, ma intensa.
La Fondazione (Collezione di teatro Vol. 416)
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Gentile signora Picone,
ho scoperto Raffaello Baldini a Reggio Emilia (credo fosse il 2018) quando Daniele Benati ed Ermanno Cavazzoni hanno presentato il libro "Raffaello Baldini. Piccola antologia in lingua italiana"
Uno spettacolo vederli leggere! Raffaello Baldini andrebbe insegnato nelle scuole.
"La fondazione " è un testo meraviglioso, "Intercity", poi, è un capolavoro!
Saluti cordiali
Giovanni Delvò