La Seconda guerra mondiale. I sei anni che hanno cambiato la storia
- Autore: Antony Beevor
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2013
Raccontare la Seconda guerra mondiale è come scalare una montagna già affrontata da altri con esiti diversi: chi è precipitato prima di arrivare in cima, chi si è fermato a metà, chi ha preferito guardarla dal basso e chi è riuscito a raggiungere la cima e ha cercato da quella sommità di dare una sintesi della sua ampia e quasi infinita visione.
Antony Beevor sicuramente è fra quelli che hanno scalato con fatica la montagna, ne hanno raggiunto la cima e sono riusciti a dare una descrizione convincente di quello che hanno visto. Nella realizzazione di questa frastagliata e complessa descrizione degli eventi, Beevor dimostra di essere al massimo della sua forma. I capitoli de La Seconda guerra mondiale. I sei anni che hanno cambiato la storia (Rizzoli, 2013 - a cura di M. Pagliano, trad. Daniele Didero) che raccontano la prima fase della guerra, in cui l’alleanza nazi-sovietica distrusse la Polonia tenendo sotto scacco la Francia e l’Inghilterra, sono narrati in modo magistrale. L’autore organizza e coordina bene le sue fonti che sono, oltre ai libri di storia, gli articoli di giornale dell’epoca, i diari e le lettere dei soldati che hanno preso parte alle battaglie.
Le immagini si aprono come ventagli visivi: una giornalista descrive gli attacchi della resistenza finlandese con gli sci di fondo, mentre le truppe tedesche soccombono nella nebbia; un soldato russo scrive alla madre che la sua vita è circondata di cadaveri, cammina fra i morti, mangia sopra i cadaveri, dorme fra commilitoni morti (sono veri anche gli atti di cannibalismo dei soldati giapponesi durante l’attacco americano). Ne esce così un ampio ritratto umano, in cui il racconto minuzioso della vita quotidiana di trincea e il cameratismo delle truppe si accompagna a una sapiente narrazione sulla strategia guerresca e diplomatica dei governi in guerra. Proprio questa doppia narrazione ad elica che lega e unisce le lotte fra i governi allo scontro degli eserciti permette una visione d’insieme di quella che è stata una guerra fra le guerre.
L’invasione di Varsavia, la battaglia al confine fra la Mongolia e la Russia, le confidenze di Hitler al suo Stato Maggiore, il temperamento di Stalin, la distruzione dei villaggi ucraini, la guerra sottomarina degli U-boot sono alcuni dei tasselli che Beevor utilizza per affascinare il lettore. Si realizza così il disegno narrativo di una guerra mondiale. Ma cavalcare una descrizione così impegnativa - in cui le immagini, le informazioni, le fonti, la precisione nel racconto e l’amplissima quantità di nozioni possono seppellirti con la loro mole di rimandi e connessioni - non è semplice. E infatti c’è una falla nel saggio: utilizzando una tecnica narrativa tipica dei racconti di guerra, con minuzie sulle unità militari e una precisione maniacale su molte battaglie, Beevor non riesce però a descrivere con altrettanta chiarezza l’ideologia, la strategia politica, lo sviluppo industriale bellico e civile e i cambiamenti sociali che hanno influenzato e cambiato alcune nazioni in modo radicale. Invece il pregio maggiore del libro - e il motivo per il quale varrebbe la pena leggerlo - riguarda lo sforzo, percepibile nella tensione narrativa e nella ricerca continua di un equilibrio fra le fonti, che Beevor fa per raggiungere un obiettivo di fatto impossibile: abbracciare e rendere la Seconda guerra mondiale in tutta la sua inquietante complessità.
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