La bambina che urlava nel silenzio
- Autore: Daniele Amitrano
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Dopo "Figli dello stesso fango" torna Daniele Amitrano con quella che si prospetta essere la prima indagine dell’ispettore Lorenzi. "La bambina che urlava nel silenzio" (13Lab, 2018) unisce un fatto di cronaca nera alla dimensione onirica, ovvero all’idea di quanto un sogno possa essere non solo premonitore, ma foriero di verità.
Samuele Lorenzi è l’aitante ispettore di origini piemontesi, trasferito a prender servizio in Ciociaria, ovvero quella parte di terra caratteristica del Lazio meridionale. Tanto coscienzioso e preciso nel suo lavoro, Lorenzi, quanto amante della poesia e della riflessione nel tempo libero. Pervaso da una sorta di pudore di fondo che lo spinge a mettere a proprio agio l’interlocutore senza mai rivelare nulla si sé, il giovane ispettore soffre per l’abbandono di Cinzia, la donna che ha amato e che ancora ritiene di amare.
Quando il brigadiere Santino Pinna si toglie la vita, sparandosi nella sua auto con la pistola di servizio, il caso sembra già chiuso. Suicidio e, sebbene le ragioni del gesto possano essere tante, di questo si tratta. Ma il fiuto di Lorenzi vuole andare al di là delle apparenze, anche perché il suo già agitato sonno è ulteriormente sconquassato da un incubo ricorrente, in cui una bambina gli chiede, in sostanza, di renderle giustizia.
Incredulo egli stesso e attorniato da collaboratori che paiono accontentarsi dell’evidenza (non tutti si arruolano nell’arma per il giusto motivo), Samuele Lorenzi scoprirà l’esistenza di una realtà parallela, da tempo sotto gli occhi di tutti, a cui nessuno aveva mai pensato. O meglio, un clima di corruzione e omertà che non tutela affatto le vittime e non lascia loro troppa scelta.
Senza rivelare altri particolari della trama, possiamo affermare che la dedica che l’autore fa all’inizio, racchiuda in sé il senso del romanzo.
"Dedicato a tutti coloro che hanno urlato giustizia, ma il silenzio ha coperto la loro voce straziata."
Ecco quindi che il romanzo di Daniele Amitrano diventa un’opera di denuncia: per chi ha subito ingiustizie e per le vittime che ancora non hanno trovato la pace. Il caso principale che il ispettore Lorenzi si trova a dover dipanare è un chiaro riferimento al delitto di Arce (anche il nome della vittima è simile, Mollica, Mollicone). I nomi di vittime e carnefici sono disseminati fra le righe, per esempio Samuele Lorenzi appare come un lapalissiano omaggio al bimbo ucciso a Cogne. Il medico legale si chiama Schettino, e chissà quanti altri me ne saranno sfuggiti e il lettore potrà scoprire.
Il mondo si divide in corrotti e chi fa bene il proprio mestiere; impossibile rimanere nel mezzo senza spendersi completamente, sembra essere il messaggio dell’autore.
I personaggi sono tanti, e infatti un piccolo consiglio sarebbe quello di ridurre la quantità e dare loro una maggior caratterizzazione; come avviene per l’assistente di Lorenzi, Pasquale Grimaldi, colui che più di tutti appare credibile e naturale nei dialoghi, con quel suo continuo ricorrere al vernacolo partenopeo che rende le situazioni esilaranti.
Daniele Amitrano rimane un poeta, a mio avviso, sempre e comunque. Ecco perché ho gradito molto le sue descrizioni pittoresche e le poesie che il protagonista Samuele scrive a Cinzia.
Certo, il connubio poesia-thriller è anomalo e difficile da gestire. Ecco perché sarebbe bello se l’autore filasse via liscio, nelle sue descrizioni, così come fa nelle parti poetiche. Non deve temere che i dialoghi necessitino di troppe spiegazioni: se ben scritti, sono credibili. Al contrario, se ci si accanisce a voler precisare, si diviene ridondanti e si avverte una differenza netta con quelle che invece reputo parti perfette.
La bambina che urlava nel silenzio. Un’indagine dell’ispettore Lorenzi
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