La battaglia di Eva
- Autore: Stefano Cordoni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Nei romanzi (e non solo) la televisione è in gran parte finzione. Molto è preparato, provato, attentamente corretto, per ottimizzare il prodotto da sottoporre al giudizio dell’audience. In questo, hanno sempre fatto credere al pubblico che “L’angolo di Eva Cant” fosse in diretta, invece i tre minuti di ripresa vengono registrati in due, tre versioni e poi si sceglie la più efficace per la trasmissione tanto popolare. Quel format televisivo è un crescendo di ipocrisia, gelosie e vendette, le prime ragioni che spingono a consigliare il romanzo di Stefano Cordoni La battaglia di Eva, pubblicato nel 2020 dalle Edizioni del Loggione, nella collana Agrodolce (248 pagine).
Editore modenese, autore reggiano e lavora a Bologna. Fa parte di un gruppo jazz e ha proposto due anni fa una storia che ha ritmo, cadenza e “suona” vera. Di libri non ne ha pubblicati pochi, questo è il quinto, secondo per la casa editrice di Modena: il precedente, Noi siamo il buio. Nel ventre di Napoli, è uscito nel 2017 per i tipi Damster, marchio sempre del Loggione.
Ogni mercoledì, i 180 secondi in onda di Eva vengono seguiti dagli spettatori e poi spopolano letteralmente nel web. Una sola presenza in studio: con i suoi interventi persuasivi, la Cant si batte per la giustizia, le donne, i deboli, a difesa dei diritti e contro gli abusi. Il programma rimbalza subito sui social, fa il botto su YouTube. Scandite in tre minuti, le opinioni conquistano il pubblico, che le commenta in rete, amplifica i temi e la considera pura e giusta. È una della tre donne più influenti nell’Italia (immaginaria?) del romanzo. Un’influencer, ma pensante e che tratta problemi concreti, a differenza di tante fashion blogger in carne e ossa.
In un mondo di bigotti (uomini e donne), di maschilisti (uomini e anche più di una donna) e di un genere solo in tutti i ruoli che contano (uomini, ma non donne), Eva Cant è riuscita a farsi strada, ad avere il mondo in mano.
In qualche modo, tra i fenomeni digitali ricorda quel comico ligure che dal niente ha guidato un movimento di giovani senza curriculum politico a diventare nel 2018 il primo partito del Paese, per consensi elettorali. Certo, è un Beppe Grillo meno spettinato, più autodisciplinato e composto. Anche più credibile: gli uomini la ammirano per la bellezza, le donne per l’intelligenza e allo stesso tempo gli uomini la considerano intelligente ancorché bella, le donne la apprezzano perché bella oltre che intelligente.
Eppure Eva è finita in disgrazia. Lo possiamo dire senza spoilerare, dal momento che il racconto di Stefano comincia proprio dalla caduta, dall’ultima apparizione, questa volta in autentica diretta televisiva, per il suo commiato dal pubblico. Nella caduta, il personaggio pubblico Eva Cant trascina Evania Cantelli, la sua vera identità. Ma la vita di Evania non è stata e non è lineare, né sarebbe affatto esemplare e piena di valori da esibire, sul piccolo schermo o dai pc, tablet, smartphone.
La bionda, affascinante Eva Cant, nella piena maturità dei quarant’anni è la donna bellissima che dai tempi della prima trasmissione, “Evacontrotutti”, ha stupito per la capacità di toccare i problemi politici e sociali più sensibili. La rivale Annamaria Conforti diventa un’antagonista perfetta, tutto quello che la Cant non è. Poco appariscente, brava ma priva di charme, piccolina con gli occhiali da maestrina, è la giornalista promossa a condurre una trasmissione “altra” rispetto ai tre minuti di Eva. Si tratta di un talk show tradizionale, di mezzora, che il vertice della Rete ha voluto inserire nel palinsesto per affrontare gli stessi argomenti, ma con maggiore ampiezza e a più voci. Secondo il direttore, la rubrica breve funziona solo perché vista e rivista sui social, ma disorienta il pubblico generalista che la segue davanti al televisore. Non lo “acchiappa”, è troppo istantanea, ignora l’approfondimento. “Il Circolo della Conforti” gli sembra invece più adatto ai telespettatori.
Molti collaboratori della trasmissione veterana passano alla nuova produzione, anche Giorgio, il produttore esecutivo di Rete con cui la Cant ha stabilito una solida intesa. A lei il progetto del direttore è chiaro: affiancare, fare concorrenza interna e col tempo sostituire. La considera una minaccia pesante, inaccettabile.
E non trascuriamo una terza donna, Silvia, ventiseienne che da spettatrice innamorata si attrezza a diventa a sua volta influencer. È sensibile, ama Eva Cant, vorrebbe condurre le stesse sfide per cambiare la società e il mondo. Per quasi un anno, si è alimentata a farmaci e cellulare, bloccata a letto da una paralisi. L’hanno ipnotizzata-salvata i video di Eva, prima di guarire grazie alla medicina tradizionale e a una disciplina orientale. Navigando a caso su YouTube, si era imbattuta in “Evacontrotutti” e quella donna coraggiosa le aveva aperto gli occhi. Sapeva toccare le corde giuste, centrava argomenti cruciali, le aveva fatto venire voglia di diventare migliore. E ora che la vede perdere colpi, ha deciso di essere lei.
Ci sono tutti i presupposti per vedere entrare in collisione le tre donne. Ognuna si ritiene depositaria della verità, la propria. E non è detto che la verità di una sia la stessa delle altre.
La battaglia di Eva
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