La battaglia di Longarone
- Autore: Paolo Gaspari, Marco Pascoli, Giorgio Tosato
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Un saggio storico in tema di Grande Guerra che da antologia diventa eccellente monografia sull’ultimo tentativo dell’esercito di Cadorna di opporsi in forze, nel Bellunese, alle truppe austro-tedesche dilaganti dopo lo sfondamento del fronte a Caporetto. Un altro libro unico, senza precedenti, del catalogo Gaspari, perché pur riunendo i contributi di ben otto ricercatori-autori, riesce a renderli un testo unitario, coerentemente e organicamente centrato su La battaglia di Longarone, titolo del volume pubblicato a ottobre dalle edizioni udinesi (2023, collana La nuova storia militare, 340 pagine), con inserti di foto e cartine anche a colori, in aggiunta alle numerose immagini in bianco e nero nel testo.
Quattro i curatori, Paolo Gaspari, Marco Pascoli, Marco Rech, Giorgio Tosato. Altrettanti, Giovanni De Donà, Franco Del Favero, Roberto Scala, Francesco Tomè, gli studiosi di storia militare, bellica, risorgimentale coinvolti in questo progetto. È nato nel 2017, per ricostruire l’ultimo grande combattimento che dal 6 al 9 novembre 1917 vide impegnati 30mila uomini, della retroguardia dell’Armata italiana del Cadore e dei reparti tedeschi e austro-ungarici avanzanti, esaltati dai successi dell’offensiva scatenata da Tolmino nelle prime ore del 24 ottobre.
L’obiettivo dello studio era anche integrare il racconto di Rommel - il più importante e noto sulla vicenda militare di Longarone - e se il caso contrapporvi la diaristica e soprattutto le testimonianze degli F11, denominazione del fondo dell’Archivio storico dello Stato Maggiore che raccoglie le relazioni degli ufficiali rientrati dalla prigionia. Ulteriori documenti sono stati rinvenuti nell’Archivio di Stato di Stoccarda e altri ancora provengono da materiali austriaci e memorialistica.
Nell’occasione, va registrato lo sfogo degli autori sul disimpegno nelle università dalle fonti d’archivio. Nel ricordare che il dovere assoluto dello storico militare è ricostruire il passato e divulgarne la comprensione, lamentano che in Italia la storiografia militare non produce studi da decenni, a differenza di quanto accade in Europa. I pochi testi realizzati derivano da fonti letterarie o da memorie già edite.
“Mancando totalmente la ricerca d’archivio sulle immense fonti militari, è come se si facesse una ricerca sul sentimento amoroso basandosi sui testi degli involucri dei baci Perugina”.
Spazio quindi in questo lavoro plurale alla voce degli ufficiali combattenti, alla loro descrizione degli eventi precedenti, di quelli della battaglia e seguenti. Viene ricostruita innanzitutto una ritirata “ritardata dai generali”, nel capitolo a cura di Gaspari, con i contributi di De Donà, Tosato e Pascoli. L’attenzione si rivolge poi a punti chiave del teatro di quella guerra ormai di movimento: Passo della Mauria, la Fortezza Cadore e i reparti austriaci; Forcella Clautana (testi di Tomè, Rech, Gaspari); Passo Sant’Osvaldo (Rech, Gaspari). A cura di Tosato, si legge della “trappola di Longarone e dell’impresa di diciotto che Rommel non comandò” (Del Favero ricorda i volontari alpini e gli scalatori di Lunelli). Seguono contribuiti sui reparti scelti per l’attacco del generale Enrico Nassi e sul disimpegno anticipato, diciamo così, di alcuni ufficiali superiori dopo avere ordinato a subalterni e truppa di resistere sul posto.
L’ultimo capitolo si concentra sulla conservazione della memoria e sulle istituzioni che hanno assunto questo ruolo, per protocollo o d’iniziativa, allo scopo “di fermare la distruzione del passato”. In appendice, Gaspari e Scala schematizzano le forze contrapposte.
Quella di Longarone è stata l’ultima delle grandi battaglie della ritirata, preceduta da Cividale, 27 ottobre 1917, 80mila uomini; Val Resia e Val Uccea, 25-29 ottobre, 9mila italiani contro tre colonne di 25mila austro-tedeschi; Gemonese, in cui la 63a divisione italiana contrastò l’avanzata di una mezza divisione tedesca e due austriache; lo scontro del 30 ottobre esteso tra Pozzuolo, Codroipo e i ponti sul Tagliamento, per la pressione di 50mila sul fianco dell’ala sinistra della II Armata, circa 350mila uomini (catturati 15 fra generali e colonnelli, 50mila militari, 1.700 cannoni). La quinta battaglia, intorno al Monte di Ragogna, 31 ottobre-2 novembre, vide coinvolte una Divisione tedesca, tre austriache e le Brigate Bologna, Lario, Lombardia e Barletta.
Nella sesta, a Pradis di Clauzerto, il 5 novembre furono fatti prigionieri quasi 10mila italiani. Infine, quelle del Corpo d’Armata Di Giorgio sul Meduna, 4-5 novembre e sul Livenza, 7-8 novembre, per proteggere il transito delle altre Divisioni nella pianura.
Va citata inoltre la decina di combattimenti della II e III Armata, con non più di 2-3mila coinvolti, ma nessuno della drammaticità e complessità di Longarone.
È la prima volta che quella battaglia viene ricostruita. Soltanto dopo 106 anni si sa cosa vi sia successo, ma neanche le precedenti della ritirata figurano nei libri di testo. Curatori e autori rilevano con amarezza che la debolezza della cultura storica è:
Il vero handicap dell’insegnamento scolastico italiano.
Sull’esempio di Tullio De Mauro, denunciano i “danni enormi” provocati da libri di testo che non raccontano quanto gli italiani abbiano saputo fare fatto nei momenti più drammatici e violenti della loro storia.
Gravissimo per i discendenti ignorare il raro amalgama saldatosi nell’ultimo anno della Grande Guerra: connazionali di tutte le classi sociali e di tutte le regioni:
“Presero coscienza di dover compiere un cammino comune”.
Ignorare gli eventi non consente ai cittadini e agli studenti di formarsi uno spirito critico e provoca un autentico omicidio collettivo delle coscienze - anche sotto l’aspetto del necessario allargamento della democrazia - perché un libro resta l’unico strumento per formare quello spirito e quelle coscienze.
La battaglia di Longarone
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