Garzanti pubblica oggi La biblioteca di Parigi (2020, titolo originale The Paris Library, traduzione di Roberta Scarabelli, pp. 400) dell’autrice Janet Skeslien Charles. Il romanzo, che è stato il più venduto alla Fiera di Francoforte, esce in oltre venti paesi, in contemporanea con il centenario della fondazione della Biblioteca americana di Parigi.
Proprio alla Biblioteca americana di Parigi ha lavorato, come responsabile degli eventi culturali, la scrittrice statunitense, che nelle pagine di questo romanzo ricostruisce con precisione la resistenza durante l’occupazione nazista, dimostrando come i libri siano sempre la luce nell’oscurità e speranza nei periodi bui.
La biblioteca di Parigi: la trama del libro
"Avevo studiato la storia delle biblioteche, a partire dagli inizi del Cinquecento”.
Parigi, febbraio 1939. La giovane Odile Souchet sta per realizzare il suo sogno: lavorare presso l’American Library. La celebre biblioteca, fondata nel 1920, è stata la prima in tutta Parigi a concedere l’accesso del pubblico agli scaffali, con utenti da più di trenta Paesi, un quarto dei quali provenienti da ogni angolo della Francia. Odile, donna intelligente e sensibile, con un diploma presso la scuola di biblioteconomia, foglio di carta indispensabile per lavorare in una biblioteca, adora i libri, che, al pari dei portoni della Ville Lumière, danno accesso a un mondo inaspettato.
“Mentre leggo e scrivo non sono in solitudine, anche se non c’è nessuno con me”.
Odile ha fatto suo il pensiero di Ralph Waldo Emerson: il fascino di un libro, l’odore della carta stampata, era unico; impossibile resistere alla malìa di frasi redatte da scrittori geniali come Edith Wharton o Ernest Hemingway, i cui passi avevano percorso le mitiche sale dell’American Library.
Una grande emozione per Odile lavorare lì; quando la ragazza era piccola, la zia Carolina accompagnava la nipotina all’Ora della fiaba. Grazie alla zia, Odile ha imparato l’inglese e si è innamorata della Biblioteca americana di Parigi. La Library rappresenta un rifugio per Odile, che riesce sempre a trovare tra gli scaffali un angolo da poter definire come suo, per leggere e sognare. Ecco perché la professione di bibliotecaria presso la Library è per la sensibile Odile quasi una missione: assicurarsi che tutti possano avere la possibilità di leggere e fantasticare, soprattutto quelle persone che si sentono diverse e hanno bisogno di un posto in cui sentirsi a casa.
Mai come adesso, quando l’invasione nazista è alle porte. Se il nemico considera i libri pericolosi, perché secondo la perversa e folle ideologia nazista ci sono parole e concetti proibiti, è logico che i templi della cultura siano in pericolo, perché quei libri, fonte di sapere e di gioia, devono essere distrutti. Occorre salvare a ogni costo quelle pagine, testimonianza del passato ed eredità morale da tramandare alle future generazioni. Non si devono salvare solo i libri, ma anche tutti quegli ebrei perseguitati dai nazisti che hanno trovato rifugio presso la Library. Un compito immane per la giovane Odile, alla quale non manca coraggio e ardimento.
Lo scrittore Heinrich Heine nel 1821 nella sua tragedia La Tempesta di Almansor scrisse:
“Dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli esseri umani”.
Parole profetiche, considerato che più di un secolo dopo, il 10 maggio 1933, in varie città della Germania vennero svuotate le biblioteche delle principali città universitarie tedesche e date alle fiamme decine di migliaia di libri considerati anti-tedeschi. I roghi di libri, Bücherverbrennungen, rappresentarono un atto simbolico di distruzione del sapere e dell’uomo stesso.
Recensione del libro
La biblioteca di Parigi
di Janet Skeslien Charles
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La biblioteca di Parigi”: il romanzo più venduto alla Fiera di Francoforte da oggi in libreria
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