La caccia di Salomon Klein
- Autore: Massimo Lomonaco
Massimo Lomonaco in La caccia di Salomon Klein si cimenta con vicende svoltesi durante la Seconda Guerra Mondiale (1942) in Medio Oriente, rimaste a lungo sconosciute, riportate dalla luce da un libro (K. M. Mallman e M. Cüppers, Tedeschi-Ebrei-Genocidio. L’Olocausto come storia e attualità, edito in Germania nel 2006 e di recente pubblicato negli USA), che risponde a tale domanda: che cosa sarebbe accaduto se nella battaglia di El Alamein avesse prevalso l’Asse anziché la Gran Bretagna? Risposta: in tempi rapidissimi il Deutsches Afrika Korps di Erwin Rommel, sbaragliata l’Ottava Armata britannica, sarebbe arrivato in Palestina e ciò avrebbe segnato la fine dello Yishuv, la locale Comunità ebraica.
Una squadra della morte di SS era pronta ad entrare in azione, per ripetere ciò che i nazisti stavano facendo nell’Est Europa. Tramite l’uso di camere a gas mobili, già ben sperimentate, e grazie all’aiuto dei nazionalisti arabi, i nazisti avrebbero sterminato gli odiati ebrei, a cominciare dai rifugiati nella Terra dei Padri per sfuggire alla Shoah. D’altro canto, i responsabili dello Yishuv, consci del rischio incombente, avevano ideato, in vista dell’avverarsi della drammatica ipotesi, una contromossa tanto pazzesca, quanto, forse proprio per questa ragione, suscettibile di successo. Ma intanto era necessario fermare il kommando prima che desse attuazione al suo diabolico programma. La persona cui David Ben Gurion affida la responsabilità di una missione tanto rischiosa è Salomon Klein, 42 anni, berlinese, giunto in Israele quattro anni prima, dopo una drammatica fuga dal Paese natale, nel quale, in quanto ebreo, era divenuto straniero, anzi nemico. Ha in conto in sospeso con la sua Patria d’origine, lui che aveva combattuto per la Germania nella Prima Guerra Mondiale, ed è figlio di due genitori morti di crepacuore a causa dell’imperante antisemitismo.
L’Autore dà vita ad un romanzo complesso avvalendosi di uno stile sempre avvincente e di un ritmo incalzante. Vi sono tutti gli ingredienti di una perfetta spy story, complessa quel tanto da tenere l’attenzione sempre vigile. La vicenda è intricatissima, ma con un impianto quanto mai solido, poiché Lomonaco non perde mai il filo; il “pallino” è tenuto da lui sempre ben saldo in mano. Il fascino dell’opera risiede nel messaggio che ci trasmette: un uomo, la cui famiglia è radicata in Germania da diversi secoli, all’improvviso trattato da nemico perché ebreo, emigrato in Terra di Israele, dove a lungo si sente un estraneo (e vede attorno a sé tanti estranei come lui); quest’uomo, proprio attraverso la lotta e la vittoria contro i tedeschi, compatrioti d’origine, scopre il valore della Patria di adozione, senza peraltro dimenticare la prima. Attraverso la lotta per la vita e nel suo cammino verso la libertà (Der Weg ins Freie) egli riesce ad uscire dall’esilio, e dunque, alla stregua di un personaggio biblico, dal deserto.
La caccia di Salomon Klein
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