La casa del carrubo
- Autore: Barbara Bellomo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2022
Barbara Bellomo è una scrittrice siciliana attenta con una formazione di storia antica, ora docente di lettere al liceo, che non è alla sua prima esperienza letteraria. In questa sua quarta opera, la postilla di copertina curata da Stefania Auci, così recita:
Il racconto epico di una famiglia dilaniata dalla guerra nella Sicilia degli anni ’40.
Si tratta infatti di un romanzo storico ambientato durante il secondo conflitto mondiale in Sicilia, poco prima e subito dopo lo sbarco degli Alleati, in quella che fu denominata l’Operazione Husky.
Si tratta ovviamente di un romanzo anche di fantasia, dove accanto a personaggi storici, troviamo quelli frutto dell’invenzione letteraria dell’autrice che nella sua brillante narrazione, ha uno stile particolarmente piacevole e accattivante pur nella drammaticità degli eventi descritti.
Il titolo del libro riecheggia memorie letterarie, con questo identificarsi in una casa, in un tòpos in cui si manifestano e si evidenziano i legami della famiglia, quelli affettivi, spirituali come pure quelli economici ma anche solamente amicali.
Particolare è la scelta del carrubo, un albero fortemente legato alla cultura agricola siciliana, in quanto come è noto le bacche del carrubo venivano usate per nutrire gli animali, specie i maiali. E le farine di carrubo vennero particolarmente adoperate nel momento in cui non si trovava quella di frumento, adoperate quindi come un succedaneo. Un albero quindi che raccoglie un sistema e un insieme di valori come pure di ricordi fortemente legati alla storia di due famiglie protagoniste della vicenda narrata.
I piani della narrazione di questo bel romanzo sono diversi, da quello prettamente storico, legato alle grandi figure che hanno segnato il cammino della Seconda guerra mondiale, fino ad arrivare a coloro i quali quella guerra l’hanno vissuta e subita sulla propria pelle. E questo sia per quanto riguarda gli uomini che le donne che si sono ritrovati ad essere protagonisti in una serie di eventi drammatici che hanno segnato le loro vite. Un libro di interesse che coinvolge il lettore nella descrizione di avvenimenti che hanno visto i “Liberatori” protagonisti della Storia non solo di Sicilia, con episodi non sempre edificanti.
Vi sono passaggi che rendono il libro un testo abbastanza colto e documentato, che sembra rimandare anche altri testi quali La ciociara di Alberto Moravia.
Il libro, come riferisce l’autrice, nasce dal ritrovamento del diario di suo nonno, docente che da bravo studioso ha appuntato tutto quello che accaduto: dal bombardamento fino all’armistizio, registrando puntualmente le notizie e tutto quanto gli veniva riportato su quel periodo. L’autrice ha raccolto tante altre storie di altre famiglie, effettuando interviste e facendo ricerche accurate su quel periodo storico.
L’albero di carrubo, forte e resistente, viene come a simboleggiare la forza interiore di questa gente sottoposta a difficili prove, in specie di due famiglie che dopo lo sbarco, allontanatesi da Catania, vanno a rifugiarsi in campagna. Dapprima non in facili rapporti per trascorsi non favorevoli, all’ombra di questo carrubo le due famiglie inizieranno e impareranno a conoscersi e a resistere alla guerra, proprio come l’albero resiste fortemente alle intemperie della natura.
Si rappresenta il modo in cui gli “alleati” si sono rapportati con la popolazione locale con episodi di avverso segno che vedono insieme episodi di generosità accanto ad altri di crudeltà ed animalità. Uno sbarco, quello alleato, quindi che si è sovente ammantato di una leggenda di eroicità ma vi è stata anche spietatezza, violenza e le brutture tipiche di ogni guerra.
I vari personaggi del romanzo, personificano questi diversi atteggiamenti e comportamenti come pure la confusione e lo spaesamento dei militari nel considerare dopo l’8 settembre come nemici quelli che sino a pochi giorni prima erano alleati. Gli invasori erano ora divenuti gli “Alleati”, ma poco importava in quanto si voleva addivenire finalmente alla conclusione del conflitto, dopo gli stenti subiti dalla popolazione che da tempo andava avanti con le tessere annonarie che fissavano i limiti di cosa mangiare. Quando la guerra bussa alla propria casa, se ne sentono veramente i riflessi sulla vita quotidiana e le reazioni sono allora molto diverse.
Il narrato parte dalla Conferenza di Casablanca (14-20 gennaio 1943) in cui si decisero le strategie che cambiarono anche le vite dei tanti che andarono a combattere, spesso non motivati disconoscendo le ragioni del conflitto. Il romanzo mette alla luce come non vi è solo una verità ma tante verità che si sovrappongono e spesso si contraddicono e le comuni persone non possono che assoggettarsi, subire e a volte reagire.
Il romanzo, si svolge in atmosfere e paesaggi luminosi di una Sicilia antica che viene ben rappresentata in un’epoca così travagliata che l’autrice, forte delle sue ricerche e delle testimonianze dirette di alcuni protagonisti, rievoca al meglio.
La casa del carrubo
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