La cena
- Autore: Martina Riccio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2022
L’invito a una cena di ex compagni di scuola, una reunion dopo tanti anni tra emotività e malinconie, è il cardine de La cena (Giraldi Editore, 2022), romanzo d’esordio della giovane Martina Riccio, romana classe 1989, da sempre appassionata di scrittura e divulgatrice sul web di tematiche sociali attuali quali il bullismo e le discriminazioni.
Spesso le rimpatriate di classe diventano una prova del tempo che è passato, tra sconforto, ricordi non piacevoli e soprattutto frustrazione per i propri fallimenti.
Giulia, la nostra protagonista, non vorrebbe parteciparvi e nel rispondere al messaggio di Thomas che l’aveva invitata si abbandona con la memoria al ricordo di quegli anni.
Ai suoi continui mal di pancia, ai suoi sbalzi di umore, a quanto fosse disperata per quei risolini sulle facce piene di brufoli dei suoi compagni, per gli spintoni fuori dall’aula, per le scritte offensive su di lei sui muri e sulle panchine del parco vicino la scuola, così che tutti potessero leggerle e poi riderne.
Si sentiva sola, oggi come allora, chiusa nella sua stanza di adolescente ferita,“ figlia strana e incapace”. La famiglia, come spesso succede, era distratta, presa dagli impegni quotidiani e dalla convinzione - ne era davvero convinta la madre - che tutto fosse legato ai comportamenti giovanili e che presto si sarebbero dimenticati.
È il tragico dilemma di quando diventi adulto e inizi a guardare i tuoi genitori come esseri umani e non come figure mitologiche… e ti rendi conto che, mentre tu sei cambiato, loro sono lì, fermi.
Ma Giulia era davvero pronta a rivedere i compagni? Molte cose erano cambiate, quindici anni erano tanti e una parte di lei, nel fondo del suo stomaco, le diceva di no. Forse era meglio lasciar perdere, perché “Se erano brutali a tredici anni figurarsi ora”.
Magari erano peggiorati. Forse si aspettavano che lei dicesse no; ma non doveva sentirsi in torto, erano gli altri che dovevano vergognarsi. E così la sera della cena, a pochi giorni dal Natale, Giulia si incamminava verso il ristorante tra le luminarie che creavano atmosfere di festa in strada, quasi di magia.
In un posto per nulla cambiato nel tempo eccoli: Thomas, Marta, Sonia, Valeria, Sara e si rese subito conto di quanto fossero in pochi rispetto all’intera classe, ma nel bene nel male erano lì tutti quelli che ricordava. Valeria, la ragazza perfetta, che passava dall’eccitazione all’inquietudine, riversando in bagno tutto ciò che aveva ingerito. Marta in piedi accanto al tavolo sotto il peso delle portate, cameriera in quel ristorante e pronta a servirli, con il suo viso pallido segnato dalle occhiaie, in balia della sua vita non facile (non ricordava l’ultima volta in cui si fosse divertita fuori casa). Poi c’era Thomas e la sua omosessualità mai affrontata che viveva e lavorava a Milano rimpiangendo Roma. Infine Sonia e la sua scelta di non essere madre: aveva vissuto la sua storia d’amore facendo ogni cosa che lui desiderasse, che lei volesse o no.
Più volte si era chiesta come fosse successo, come fosse arrivata a farsi dire come vestirsi, come tagliare i capelli, come affrontare le cene dei colleghi. Non sapeva nemmeno più cosa volesse: se non voleva tutto quello, allora, cosa voleva davvero?
Giulia stava lì seduta al tavolo con difficoltà, in un’atmosfera diventata tetra, nella quale tutti erano pronti ad andare via. Intuiva che ognuno di loro si portava dentro qualcosa di strano e insolubile. Molti furono i pensieri contrastanti, e nel guardarli con occhi diversi, avendo conosciuto le loro fragilità, fu facile sentirli più vicino a lei di quanto non fosse avvenuto prima.
Con il suo vissuto Giulia-Martina ci racconterà le oscurità degli altri, di coloro sotto i vestiti di tutto punto, avevano ferite mal curate, della complessità del vivere una vita senza cambiamenti e della difficoltà ad accettare le apparenze.
Attraverso i suoi occhi aveva guardato nell’anima dei suoi compagni, osservandone la sofferenza e la tristezza.
Solo guardando dentro di sé, ai propri sentimenti, alle proprie paure - scrive nella prefazione la sociologa Raffaella Viola - si può crescere senza sentirsi sbagliati, imperfetti.
La cena è una bellissima e profonda dichiarazione di speranza, dopo la rabbia e lo sconforto, dopo l’alternanza degli stati d’animo nella difficoltà ad accettare i ricordi più nascosti di un trascorso che ferisce, quella stessa difficoltà che non è solo responsabile dei propri pensieri ma di tutto ciò che si percepisce intorno a sé stessi.
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