La chiamavano maternità
- Autore: Maristella Panepinto e Laura Ruoppolo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
La chiamavano maternità (Navarra editore, 2020) è un libro sulla maternità scritto da due giovani donne, amiche ai tempi del liceo, che con leggerezza e ironia, tra desiderio e realtà, racconteranno un momento importante della loro vita: la nascita di un figlio e l’inizio a immaginare e programmare la vita a lungo termine.
Maristella e Laura si erano perse di vista, come spesso accade quando si sceglie un nuovo percorso di studi o di lavoro, e si sono poi ritrovate dopo alcuni anni condividendo un progetto giornalistico online A tutta Mamma ! ...e non solo, curato proprio da Maristella. La loro intensa e amichevole corrispondenza sull’essere diventate mamme con tutti i pro e contro è stata raccolta in questo godibile ed esclusivo libro edito da Navarra Editore.
La chiamavano maternità, scrive Simonetta Agnello Hornby nella prefazione, è un libro serio scritto con arguzia, intelligenza, onestà e tanto amore per la famiglia.
Maristella Panepinto, siciliana, è giornalista professionista: ha lavorato per numerose testate giornalistiche e per anni si è occupata di inchieste di mafia per un noto mensile. Diventata madre, ha ideato il blog A tutta Mamma!...e non solo, un seguitissimo giornale online dedicato al mondo della maternità, con una redazione tutta al femminile.
Laura Ruoppolo, agrigentina, è laureata in Storia dell’Arte, ha vissuto e lavorato a Roma e ora vive a Termoli. La domanda ricorrente per una giovane donna alle prese con la desiderata maternità è la seguente: ce la farò mai da sola? E da questo incipit che verranno narrati e descritti, anche con piacevole umorismo, i vari cambiamenti nella vita di noi donne. Le due autrici si confidano l’attesa e la felicità per la nascita dei loro figli, le perplessità e i dubbi per una vita familiare che piano piano sconvolgerà la loro quotidianità e l’impegno nel voler essere una buona madre tra momenti di felicità e momenti di crisi. Non dimenticando che la maternità è una realizzazione personale che per alcune donne passa attraverso dolori nel fisico e nell’animo e mai senza rinunce. Un figlio desiderato da anni, la fragilità nell’essere madre; il parto, questo sconosciuto; l’umore a pendolo nei mesi della gravidanza e allattamento; e poi il super udito che di notte si amplifica in modo da poter sentire anche il battito del cuore del bambino in culla. E, per non farci mancare nulla, l’eccesso di protezione e di timore per i propri figli con in cima alla lista la lotta a virus e batteri, una vera mania per la pulizia e la detersione.
Con la maternità i nostri ruoli cambiano nell’immediato; il passaggio da figlia a madre per alcune donne non è sempre facile. Tutta in salita è la maternità scriverà Maristella e per Laura un’avventura da mamma inconsapevole. La vita precedente, quella senza figli, da entrambe sarà spesso ricordata, insieme al tempo libero nel fare ciò che si desiderava, soprattutto quando la mattina tuo marito ti lascia che sei seduta in poltrona ad allattare e la sera al rientro sei di nuovo in poltrona ad allattare! O le vacanze che cambieranno perché ci si dovrà recare in luoghi di villeggiatura con parchi giochi. E ancora più visibile sarà il cambio di vita quando si farà avanti la rivoluzione degli amici, le coppie senza figli, che seppur legati da anni, a un tratto scompariranno.
“La maternità è il più bel punto di non ritorno.”
Mamma giochi con me? L’ora d’aria mi sarà concessa? Tante domande e molteplici risposte: ma una volta, tanto tempo fa come era essere mamma?
“D’altronde crescere un figlio non è solo fatica, ma è anche il privilegio di rielaborare e rivivere concretamente i ricordi del nostro non lontanissimo passato.”
Maristella ricorderà il passato della sua famiglia e racconterà di Nonna Pidda e dei suoi tanti figli, cresciuti con le sole sue forze. Sposata da ragazzina rimase presto vedova, senza soldi e con tante bocche da sfamare. Si domanderà come avesse fatto da sola Pidda, con tutti quei bambini attaccati alle sue sottane, in una situazione insostenibile ad avere sul viso sempre il suo bel sorriso.
La maternità determina mutamenti anche nel nostro modo di vederci, dapprima donne sensuali, piene di energia e di entusiasmo, e poi il più delle volte imbruttite con una stanchezza a dir poco cronica. In questo libro le due autrici ne parlano con sincerità, ponendo sulla bilancia i desideri e le aspettative ma senza sfuggire alla realtà, ossia che nessuna mamma è perfetta: i sentimenti d’amore profondo sono indiscutibili proprio come tutte le imperfezioni della maternità.
“Essere genitore è un incantesimo che ci permette di distinguere la vostra voce tra altre mille voci di altri mille bambini. Essere genitori è quell’incanto che ti permette di vedere il bello nei momenti brutti e di temere sempre qualcosa di brutto nei momenti più belli, perché la paura più grande di un genitore è proprio quella che l’incantesimo possa finire”.
Una lettura gradevolissima, significativa è La chiamavano maternità che induce a riflettere sulla voglia di essere mamma, su quel desiderio ancestrale che fa parte della nostra vita.
La chiamavano maternità
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