La depersonalizzazione. Una prospettiva di Mauricio Sierra

Per dirla con parole da profano: la depersonalizzazione è una sorta di scissione della personalità, il percepirsi straniati, come alienati al mondo e a se stessi. Oppure, in altri termini: una delle numerose declinazioni dell’esperienza psicotica, un disturbo dissociativo che causa un’alterazione della percezione del sé e un senso di distacco dalla realtà. Per le sue peculiarità di diffusione e sporadicità, gli studi clinici hanno spesso trascurato gli aspetti specifici della de-personalizzazione come sindrome, prestandole attenzione solo in circostanze di comorbilità (in concomitanza, cioè, del manifestarsi di altri sintomi).

Il saggio articolato dello psichiatra Mauricio Sierra (“La depersonalizzazione. Una nuova prospettiva”, Astrolabio, 2011) si propone, in tal senso, come del tutto nuovo: uno studio del “fenomeno” nella sua dimensione cronica e patologica, on sempre riconducibile e interpretabile in correlazione ad altre forme di malattia mentale. Una lettura di rigoroso taglio scientifico, com’è nello stile delle collane Astrolabio, e dunque corredata da dati amnestici, excursus storici, quadri statistici, con stralci di racconti clinici sull’esperienza.

“Successe una sera nella tarda estate del 1998, mentre stavo giocando a tennis con un amico. Improvvisamente percepii la sensazione, guardandomi attorno, che ogni cosa fosse irreale…non mi sentivo in un sogno ma come se fisicamente non fossi lì. era come se stessi guardando attraverso una lastra di vetro” (pag. 84)

“Mi risulta difficile descrivere i miei sintomi. Mi sento distaccata e isolata dal mondo e dalle persone che lo abitano. E’ come se fossi dentro una scatola di vetro spesso che mi impedisce di percepire qualunque atmosfera. A volte è come se stessi guardando un quadro; non percepisco una vera profondità” (pag. 82).

A sottolineare ulteriormente il carattere della trattazione - che tiene conto delle ricerche più recenti sull’argomento - in appendice al volume è riportata la Scala sulla depersonalizzazione di Cambridge, strumento di indagine sulla sintomatologia del disturbo, elaborato dallo stesso autore all’interno dell’Istituto di Psichiatria del King’s College di Londra.